Sorte guida FI in Lombardia (ma con un occhio alla Bassa): una proposta per le code a Stezzano
Il neo coordinatore regionale di FI: "Perché non trasformare quell'incrocio in un sottopasso?"
L'anniversario tondo l'ha mancato soltanto per una manciata di giorni: il brignanese Alessandro Sorte è stato nominato da Silvio Berlusconi come nuovo coordinatore regionale di Forza Italia venerdì scorso, 24 marzo. Nella stessa settimana, lunedì 27, cadeva il 29esimo anniversario della prima vittoria del Cavaliere alle Politiche, in quel 1994 che demolì ufficialmente la Prima Repubblica. Non serve credere alla numerologia, ma basta dare un'occhiata ai social del deputato brignanese, classe 1984, per rendersi conto che la (quasi) coincidenza temporale ha un «quid» di simbolico, se non persino di buon auspicio. Del resto, il suo cursus honorum parla da sé.
Alessandro Sorte, da Brignano...
Il giovane brignanese incrociò per la prima volta la spada sulla pedana della politica nel lontano 2003, 19enne, come consigliere comunale e poi come assessore al Bilancio (il più giovane nella storia) a Brignano, ed è oggi uno dei due/tre colonnelli più importanti di Forza Italia a livello nazionale, chiamato a guidare il partito nella Regione più importante del Paese. L'«énfant prodige» della Bassa - così lo battezzò il Giornale di Treviglio quando d'imperio si dimise da assessore per protestare contro un micro-aumento dell'Irpef decisa dal suo sindaco leghista - di strada ne ha fatta parecchia, passando tra l'altro da un quinquennio come assessore ai Trasporti al Pirellone e da due mandati a Montecitorio.
...a Roma
Nel mezzo, persino un paio di anni fuori dal partito, quando seguì Giovanni Toti in «Cambiamo!», per poi rientrare 14 mesi fa, ma tutt'altro che da «figliol prodigo». Il ritorno in grande stile è passato, lo scorso maggio, dall'organizzazione della mega convention di Treviglio. In poche settimane è diventato coordinatore provinciale, ha preso in mano il partito, bruciato i dirigenti della vecchia guardia legata alla senatrice Alessandra Gallone, ed è arrivato in Regione prendendo il posto di Licia Ronzulli, capogruppo al Senato. Eppure, le radici sono sempre lì. Il suo «ufficio» è il tavolino in fondo a sinistra nel bar-ristorante di famiglia, «La Vetrata», in via Treviglio.
Intervista ad Alessandro Sorte
Onorevole, lei ha preso in mano un partito che sembrava in agonia, in provincia di Bergamo...
Beh, diciamo che per come ho ereditato le cose, abbiamo riportato i numeri di Bergamo a livelli allineati con quelli della Regione. Qui c'è sempre stata l'anomalia leghista... La chiave è comporre delle liste competitive, e formare un organico capillare.
Appunto l'organico. In realtà molti dei «suoi» sono formalmente sindaci «civici»...
E ne abbiamo più che il Pd e la Lega. Sindaci, ma anche amministratori locali capaci. Il nostro elettore del resto lo sa: dopo il fallimento del Terzo polo, e mentre il Pd si sposta a sinistra, Forza Italia è l'unica forza moderata, popolare, atlantista, europeista e alternativa alla destra sovranista della Lega e alla destra conservatrice di Fratelli d'Italia.
Ha sentito Ronzulli in questi giorni? L'ha presa male?
Ma no, dai, figuriamoci... Berlusconi ha fatto delle scelte. Ronzulli ha fatto bene il suo lavoro e continuerà a farlo al Senato.
C'è chi la considera un freddo calcolatore un po' andreottiano. Parlando invece con un suo «uomo di fiducia» nella Bassa, mi ha confessato che in realtà, in privato, lei è più impulsivo ed emotivo di quanto si possa immaginare. È così? La politica la fa più di testa o più di pancia e di cuore?
Lasciamo stare la pancia, su quella è meglio che stia zitto... La verità è che non saprei rispondere. Agisco nel modo giusto, credo: c'è un perimetro politico, per Forza Italia, e le scelte che faccio servono a renderlo più strategico. Non per un gioco di potere fine a sé stesso ma perché il potere serve a far pesare la nostra idea di Paese. Zero ideologia e pragmatismo: si cammina dove l'acqua è bassa, si ragiona tanto, si lavora tanto e si cercano soluzioni ai problemi delle persone. Nella Bassa è andata così, pensiamo alla viabilità...
A proposito: ora in Regione si comincerà a parlare del collegamento Treviglio-Bergamo. Lei propose quella che di fatto era un'alternativa all'autostrada: la Nuova Cremasca. Ora anche quell'opera si sta muovendo, mentre sul tracciato dell'autostrada il dibattito si è arenato. Cosa ne pensa?
Oggi la questione non è se fare l'autostrada o no: è come fare in modo che sia il meno impattante possibile per il territorio. Poi, per onestà intellettuale, io lo ripeto e non mi nascondo dietro a un dito: tre anni fa la Regione investì 130 milioni per quell'opera, che a me sembrano tutt'ora troppi. Avremmo potuto fare molte altre cose, con quei soldi... Lo dissi in tempi non sospetti e lo confermo oggi, che qualche perplessità ce l'ho. Sulla Nuova Cremasca, rivendico il merito di aver avanzato una proposta che oggi è stata sposata anche dalla Provincia, che l'ha inserita tra le sue priorità infrastrutturali.
Le tangenziali di Verdello, Comun Nuovo, e la Nuova Cremasca non bastano?
C'è qualcuno in queste settimane che si sta lamentando delle code a Levate, dopo l'apertura della tangenziale di Verdello. È un tema che mi è caro perché per finanziarla imposi una forzatura bella e buona, con l'allora presidente Roberto Maroni. Giusta, ma comunque una forzatura era... La mia proposta per risolvere le nuove code è semplice: or
a che a Verdello si passa tranquilli, i rallentamenti si formano alla rotonda con la Tangenziale sud, tra Levate e Stezzano. Perché non trasformare quell'incrocio in un sottopasso, in modo da rendere più snello il traffico per chi non deve immettersi nella tangenziale ma andare dritto verso Bergamo o Treviglio? Basterebbero pochi milioni di euro.
Trasporto pubblico: è di questi giorni la notizia dello scioglimento del Comitato pendolari bergamaschi. Cosa sta succedendo?
Ecco, io sono passato come l'assessore regionale al Cemento... Invece la verità è che in quegli anni abbiamo investito 1,6 miliardi di euro per 160 nuovi treni. La verità è che il Trasporto pubblico in Lombardia è qualcosa di enorme, ed è chiaro che pochi problemi in una macchina così complessa creano disagi a tantissime persone, che poi se ne lamentano. Però diciamoci la verità: nei Comitati pendolari ci sono tante persone per bene che hanno come scopo ultimo quello di migliorare il servizio, e penso nella Bassa a Piero Toti o all'avvocato Martina Bove di Treviglio. Ma anche tanti altri che hanno utilizzato quel malcontento per avere visibilità e proiettarsi poi in politica. Non faccio nomi, non è elegante...
Un'altra patata bollente in Regione sarà la mancanza cronica di medici di base. Anche a Treviglio, ormai regolarmente, i pochissimi posti come assistiti vengono messi «in palio» tramite inquietanti click-day notturni. Non è il caso di trovare un'alternativa?
Sì, ma sarebbe una soluzione-pezza. Il vero problema è che serve una riforma del sistema che guardi ai prossimi 50 anni, togliendo ai medici di base l'enorme carico di burocrazia cui devono star dietro. Servono più medici? Forse basterebbe pagarli meglio e organizzarli meglio. E poi, credo che il futuro della medicina sia la telemedicina: l'assistenza da casa, tramite le tecnologie.
Parliamo di elezioni: lei è un esperto conoscitore del fatidico «manuale Cencelli» e in Bergamasca sono parecchi i grossi centri al voto. Oltre a Bergamo, ad esempio, si voterà a Romano di Lombardia. Cosa chiede per Forza Italia agli alleati del centrodestra?
Sono equilibri delicati... Per Bergamo, il candidato di Forza Italia c'è già. A Romano stiamo vagliando i profili migliori.
A Treviglio si sono registrate, per usare un eufemismo, alcune tensioni nei mesi scorsi, in Forza Italia. Lei ha cambiato il segretario locale... Cambia anche la linea di sostegno alla maggioranza a trazione leghista di Juri Imeri?
Assolutamente no: con la consigliera Antonella Mansueto i rapporti sono ottimi e non si cambia la linea.
A prendere il suo posto come coordinatore provinciale sarà Umberto Valois...
Beh, avevo anticipato che sarebbe stato un valido esponente del territorio. A Verdellino ha il record storico di circa 600 preferenze, ed è consigliere provinciale con delega al Patrimonio scolastico. Mi sono dimesso dal provinciale subito dopo la nomina alla segreteria regionale. Io non ho mai sopportato i doppi incarichi, a differenza di altri politici in zona...
Non farà nomi, immagino...
Esatto.