Lettera

Baby gang a Treviglio e Bergamo, lettera aperta: "I genitori non siano amici"

Il greco non lo si conosca solo dal nome delle varianti del virus. Gli spazi educativi vanno tenuti aperti e difesi

Baby gang a Treviglio e Bergamo, lettera aperta: "I genitori non siano amici"
Pubblicato:
Aggiornato:

Pubblichiamo integralmente una lettera aperta firmata da Maria Nicoletta Sudati e Leo Venturelli, Garanti dell'Infanzia e dell'Adolescenza dei Comuni di Treviglio e Bergamo: si parla dei molti casi di microcriminalità legati alle "bande" di adolescenti, registrati numerosi anche nella nostra zona.  Un problema su cui il territorio, fortunatamente, ha cominciato a riflettere riportando "alla luce" contromisure che, in fondo, c'erano già, anche se in pochi le conoscono. Un tema che riguarda tutti noi, e la necessaria difesa di quegli spazi  educativi - la scuola in primis - che non devono e non possono richiudere. "Il rischio è che il greco, ormai, lo si conosca solo per il nome delle mutazioni di un virus".

Baby gang, la lettera dei Garanti

"Piccole bande sui treni assalgono ignari viaggiatori. Baby gang in pieno centro minacciano un ragazzo. Gruppi di giovani lasciano per le vie bottiglie e rifiuti, schiamazzano e scorribandano senza meta. Risse nella piazza. Queste e altre ancora sono le denunce di deplorevoli episodi sui giornali locali tra Treviglio e Bergamo.

In questi ultimi due anni, scuole e spazi aggregativi hanno sofferto di chiusure e limitazioni. Luoghi in cui la relazione, l’impegno, lo sforzo per uno scopo avrebbero trovato binari, guide, riferimenti per un’educazione culturale, sentimentale e sociale. I danni della separazione relazionale, del distanziamento sociale, dell’isolamento e del confinamento dell’altro negli spazi di un device, e la paura della malattia e del senso della morte che ha raggiunto amici e parenti, non potevano non farsi sentire.
C’è chi ha rinchiuso l’aggressività rivolgendola a sé stesso: autolesionismo, anoressia, fino ai tentati suicidi. L’ATS di Bergamo ne ha contezza e il dott. Biffi ha presentato gli esiti di un’indagine recente alle scuole. C’è invece chi ha dispiegato la rabbia verso l’esterno, senza una ragione, collera e risentimento contro bersagli casuali, senza la consapevolezza che le cause del male risiedono altrove. Solitudine, diseducazione, impotenza, senso di inferiorità, mancanza di riferimenti, energie non canalizzate...

La mano ferma delle Forze dell'ordine non basta

Che fare per gli adolescenti? Mano ferma da parte delle forze dell’ordine, spazi controllati e zone del centro sorvegliate, sanzioni esemplari? Forse anche questo. E i fatti segnalati sono da considerare con attenzione. Ma non solo.
Oggi i genitori diventano sempre meno autorevoli, persi nell’idea che occorra essere “amici” dei figli, senza vedere che spesso, invece, i figli chiedono una guida, un adulto più forte di loro che li cresca sì autonomi, ma con la certezza che c’è un riferimento che sa dare loro le dritte, sa dire un “no” fermo quando ci vuole, sa punire e perdonare, fa crescere col senso della responsabilità, perché non basta l’indipendenza.
A volte si lamenta anche la mancanza di servizi sul territorio che vadano in aiuto alle famiglie e ai giovani.
Ma, forse, quello che manca è l’informazione perché, invece, i servizi ci sono e sono numerosi.

I servizi ci sono e sono numerosi

Certo ce ne vorrebbero anche di più, ma sul territorio sono diffusi. Nelle scuole è sempre presente uno Sportello psicopedagogico, le Asst hanno attivato una consulenza anche telefonica SOS adolescenti e lo Spazio giovani presso i Consultori familiari, gli Uffici di Piano dei Comuni hanno messo in campo psicologi per percorsi di orientamento e cura; molte le iniziative anche dei Consultori accreditati, per esempio il Centro per la Famiglia-Agape di Treviglio oppure a Bergamo il Consultorio Adolescenti e Giovani della Fondazione Angelo Custode.
Tuttavia, accanto alle situazione dei giovani che devono preoccupare la società, occorre vedere anche tutto il buono che ragazzi e ragazze stanno costruendo, nonostante tutto. Occorre vedere quanti adulti sono educatori nei molti ambienti che si stanno finalmente riaprendo per i nostri giovani. Spazi da difendere.

Una foresta di impegno e solidarietà

Ci sono giovani che frequentano gruppi teatrali, oratori, corpi musicali, associazioni di volontariato, gruppi sportivi. Fanno crescere una foresta di impegno e solidarietà. Fanno meno scalpore del tredicenne che assale un compagno. Ma in modo regolare, settimana dopo settimana, si incontrano per suonare un brano musicale, per riflettere sull’Avvento, per dare una mano nella colletta alimentare, per partecipare a iniziative sportive di raccolta fondi di volontariato. Così proprio in questo 2021 a Treviglio, per esempio, il Comune ha premiato una dodicenne per l’aiuto a un compagno con disabilità, una classe del Weil ha ricevuto un riconoscimento per un video a favore della sensibilizzazione per la prevenzione dei tumori della pelle, 62 studenti sono stati premiati dalla BCC per il loro impegno nello studio. Così a Bergamo, per esempio, il Liceo Mascheroni ha ospitato in novembre la prima tappa dell'iniziativa "I giovani incontrano le istituzioni", un viaggio promosso dal Consiglio Regionale che interesserà tutti i capoluoghi lombardi, incentrato sui giovani e sugli studenti e sulle loro aspettative professionali e di vita. Casi? Forse, ma sono numerosi e se ne potrebbero citare tanti altri.

Il greco non lo si conosca solo dal nome delle varianti del virus

Come spesso accade “fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”. Così nella nostra provincia. La foresta che cresce c’è ed è ampia. Sono ragazzi e ragazze impegnati nella scuola, nella cultura, nella musica, nel sociale, nello sport. Spazi da non chiudere di nuovo nonostante le varianti alfa, delta, omicron. Spazi da difendere se non si vuole che il greco, ormai, lo si conosca solo per le mutazioni di un virus. Una società presente e in ascolto dei minori c’è e va valorizzata.  Questi pensieri sono il nostro regalo per Natale. Fiducia nei giovani e nella società civile.

M. Nicoletta Sudati e Leo Venturelli
Garanti dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza di Treviglio e Bergamo.

Seguici sui nostri canali