Cos'è Caraviglio e perché ormai è il Comune più importante della Bassa
Juri Bolandrini ha ammazzato la Gatta, e ha dimostrato che tutto sommato è molto meglio così: riposi in pace.
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Chiamatelo come volete: Juri Bolandrini, o Claudio Imeri. Ma per noi, "l’uomo dell’anno" del 2021 nella Bassa bergamasca è stato proprio lui: il sindaco di Caraviglio (o di Trevaggio, fate voi). L’uomo che ha ammazzato la Gatta, e che ha dimostrato che tutto sommato è molto meglio così: riposi in pace.
(Quasi) una città sola
No: non siamo ancora del tutto impazziti. Caraviglio esiste davvero, e da tanto tempo. Forse non è una vera città: ma basta percorrere la ex Statale 11, ogni mattina, per rendersi conto a suon di improperi quanti trevigliesi e quanti caravaggini ogni giorno si spostino all’interno di Caraviglio, e nelle sue periferie. Lo ripetono tutti: "il nuovo baricentro della provincia di Bergamo sarà la pianura". Bella fregatura, finora: ad aumentare è stato il traffico pesante e i metri quadrati di cemento, vieppiù distribuiti a casaccio - come nella Calciana - in un territorio strappato e stropicciato in decine di piccoli comunelli sempre più silenziosi, inermi e inerti. Treviglio e Caravaggio, forse per la prima volta in decenni, hanno dimostrato che non dev’essere per forza così. Che uno spazio per la politica territoriale esiste ancora, e che quelle promesse di «magnifiche sorti e progressive» per questo territorio hanno davvero un senso se alle spalle c’è una politica che sappia pensare a Caraviglio - e forse anche a tutta la Bassa - come una realtà unitaria.
Il bosco di Caraviglio: presentazione in tandem
La più recente epifania caravigliese è proprio di ieri sera, martedì 1 febbraio 2022: Treviglio e Caravaggio, a sorpresa, diffondono un comunicato stampa congiunto in cui parlano della prossima realizzazione di una forestazione urbana, al confine tra le due città. Si tratta di 32mila metri quadrati di bosco, che sarà piantato tra il polo scolastico Archimede, l’autostrada Brebemi e la linea ferroviaria alta velocità. Un progetto che viene da lontano (anche Legambiente l'aveva appoggiato) e che ora ha in calce una firma precisa: in politica anche i dettagli hanno peso, e non è probabilmente un caso che Imeri e Bolandrini abbiano deciso di presentare il progetto contemporaneamente, poche ore dopo averlo approvato in Giunta. Ma qui si va oltre: l'intento è proprio dichiarato. Bolandrini stesso ha spiegato che le due città vanno nella direzione di superare "gli ingiustificati e inaccettabili campanilismi del passato".
Il sindaco di Caraviglio
E a tirare i fili, c’era sempre lui. Juri Bolandrini è al governo di Caraviglio da cinque anni ed è stato rieletto con ampio consenso lo scorso ottobre. La sua metà caravaggina è di centrosinistra (anche se litiga spesso e volentieri con il Pd locale, suo alleato). La sua metà trevigliese ha in tasca una sbiaditissima tessera della Lega, ormai più bianca che verde. Alle ultime comunali, entrambe hanno stravinto, anche sfruttando con cinica spregiudicatezza i simboli di partito ai fini di un progetto del tutto laico, dal punto di vista ideologico. Non lo diranno mai ai loro segretari, ma ciascuna metà tifava per l’altra, in cuor suo.
Anche alle ultime provinciali il loro destino è stato comune. Imeri nemmeno candidato, nonostante fosse il consigliere uscente, appena rieletto, della seconda città della provincia. Bolandrini «fatto fuori» al voto, sembra, dai suoi consiglieri dem, nonostante un biennio decisamente attivo sia come delegato al turismo, sia come promotore di una sensatissima proposta di gestione territoriale dello sviluppo legato alle infrastrutture: il sistema delle «quote» logistiche. Prontamente archiviata.
Il polo sanitario comune
La prima uscita pubblica del "dinamico duo" è stata a novembre, con l’inaugurazione della nuova ala della casa di riposo di Anni Sereni. Una cerimonia benedetta da un terremoto mai così reale e mai così simbolico. La struttura - immaginata tre anni fa, quando ancora l’era geologica del Coronacene non era cominciata - è il primo tassello del Polo sanitario che comprenderà l’ospedale per acuti, l’ospedale di comunità, la casa di riposo, il centro Alzheimer, l’hospice e la palazzina del nuovo Presst. La logica dei campanili avrebbe suggerito di litigarsi fondi e strutture tra le due città. Invece ha vinto la logica della progettazione comune. Persino la «lista della spesa» presentata in Regione per la riforma sanitaria imminente (finanziata con i soldi del Pnrr) è stata condivisa dai due Comuni, oltre che dall’Asst Bergamo Ovest. E' lo spirito del 1968, ha spiegato Imeri durante quel taglio del nastro: «Guardiamo le fotografie del primo cantiere dell’ospedale e della casa di riposo, e pensiamo che serviva il pullman, all’epoca, per arrivare in piazzale Ospedale. Oggi come allora, senza falsa modestia, stiamo facendo un passo epocale. Ci hanno accusato di accentrare i servizi, anziché decentrarli e dislocarli. Ma rispetto a cosa?».
E il nodo è tutto lì: rispetto a cosa? Poco dopo, Claudio Bolandrini aveva ripreso le parole del «collega e amico» Imeri. «Questo è un modello positivo di livello nazionale: abbiamo ritrovato quello spirito, dopo anni di polo lungimirante campanilismo». Saranno «cose che si dicono alle inaugurazioni», ma ha ragione l’assessore alle Infrastrutture Claudia Terzi, leghista di Dalmine. «Questo è un caso più unico che raro - aveva spiegato - Si è arrivati a ragionare di un polo sociosanitario prima ancora che se ne parlasse ai livelli più alti, in Regione. Siete stati decisamente in anticipo sui tempi e porterò con grande entusiasmo questo esempio in Lombardia. Non è facile, non è scontato avere una visione del territorio così unitaria».
La gestione della pandemia
Non è la prima volta peraltro che Caraviglio sembra di fatto amministrata da una regia comune. La gestione dell’emergenza Covid ne è stato un esempio, a partire dall’enorme lavoro del Com della Bassa bergamasca nei mesi più bui della primavera 2020, che ha riguardato in realtà tutto il trevigliese. Si è arrivati poi all’«ordinanza congiunta» sull’obbligo di mascherina all’aperto nei giorni dello shopping a Treviglio e Caravaggio: non s’era mai visto un documento del genere. Più recentemente, abbiamo assistito al passaggio di testimone nella gestione di tamponi e hub vaccinale: per consentire la riapertura di TreviglioFiera, Caravaggio ha teso la mano e si è assunta l’onere di ospitare i tamponi drive-throught. E poi, last but not least, ci sono le banche.
La fusione della Bcc torna d’attualità?
Qui i sindaci c’entrano relativamente poco, ma è chiaro che il termometro che misura l’affiatamento tra i due centri segna temperature altine. Parliamo del progetto di aggregazione tra Bcc Treviglio e Bcc Caravaggio e Cremasco: un’«utopia caravigliese» che già nel 2021 era arrivata a un passo dal concretizzarsi, ma che si era poi arenata. Un progetto di fusione che porterebbe a costituire una delle più grandi Casse rurali d’Italia. Come spesso capita in questi casi le bocche sono cucite, ma che quel sipario non sia affatto chiuso l’aveva confermato nei giorni scorsi lo stesso presidente di Bcc Caravaggio Giorgio Merigo.
Davide D'Adda