Capita raramente di vedere una tornata elettorale in cui i ribaltoni - alcuni veramente clamorosi - si prendono completamente la scena, anche dal punto di vista numerico. E in cui anche le conferme hanno il sapore dell'inatteso. Eppure oggi è andata così, nella Bassa bergamasca: da questa sera il panorama politico della pianura ha tutto un altro aspetto, e gli equilibri sono del tutto saltati. Sia tra centrodestra e centrosinistra, che all'interno dello stesso centrodestra, dove la Lega - per anni colonna portante di quest'area politica in tutta la Bergamasca - oggi ha mostrato tutta la sua fragilità, anche a livello locale.
Chi cambia e chi conferma
Cominciamo dall'aritmetica: esclusa Romano di Lombardia (dove si andrà ad un combattuto
secondo turno, con il centrodestra nettamente in vantaggio) ed esclusi i cinque paesi in cui si presentava una sola lista, nella nostra zona i Comuni che hanno "cambiato colore" sono dodici mentre tredici hanno scelto la continuità. Il quasi pareggio però non inganni, perché qui le roccaforti cadute sono tanti e tali da contare ben più di una vittoria o una sconfitta, nel medagliere dei vari partiti.
In rosso i Comuni che hanno cambiato colore, in blu quelli che hanno votato "in continuità"
Ondata blu: FdI primo partito ovunque (tranne a Spirano)
Il dato più rilevante, per quanto non particolarmente sorprendente, viene dal successo universale del centrodestra a trazione FdI (primo partito in tutti i Comuni tranne Spirano, alle Europee). Dove ha corso unito, la coalizione ha vinto quasi tutte le partite che poteva vincere strappando al centrosinistra - ad esempio - la "storica" Cortenuova, ma anche Calcio e Arcene, dove peraltro il sindaco uscente Roberto Ravanelli è riuscito nell'impresa eroica di vincere di nuovo alla testa di quella che fino a pochi giorni fa era la sua opposizione. Unica eccezione, Casirate d'Adda: qui - anche se sul filo di lana - a vincere è stata la civica "Casirate, un'idea in Comune" di Mario Donadoni, erede dello storico centrosinistra casiratese.
Anche dove il centrodestra si è presentato spaccato è riuscito molto spesso a vincere, come nel caso di Brignano in cui Marco Bonardi ha riportato il paese nell'alveo dei conservatori "di partito" sostenuto da Lega e Fratelli d'Italia, dopo dieci anni di civismo filo-azzurro targato Bolandrini.
La crisi dei fortini leghisti
Altrove è invece emerso chiaramente lo stato di profonda crisi in cui versa la Lega locale, le cui roccaforti - quando erano difese dai soli militanti "storici" - sono invariabilmente cadute. Martinengo, cittadella in cui il Carroccio governava ormai da tre lustri, è stata conquistata da Pasquale Busetti. Misano, fortino della senatrice del Carroccio Daisy Pirovano, passa all'azzurro Ivan Tassi. Anche ad Antegnate, dopo quindici anni di dominio leghista (prima con Andrea Lanzini e poi con Mariangela Riva) è la storica opposizione di Simone Nava a spuntarla. Sconfitte cocenti, il cui peso politico oscura di gran lunga le vittorie "in continuità" incassate dalla Lega a Pognano (con Giuseppe Vanoli, avendo contro FdI), a Lurano (con Ivan Riva), a Covo (con Andrea Capelletti), e nelle roccaforti Fontanella e Spirano (dove Mauro Brambilla e Yuri Grasselli, per il momento, possono continuare a dormire sonni tranquilli, cullati da percentuali bulgare che fanno rimpiangere gli anni del Carroccio "pigliatutto" che fu).
Il centrosinistra e la crisi della Calciana "rossa"
Quanto al centrosinistra, impegnato a festeggiare la vittoria al primo turno di Elena Carnevali a Bergamo, nella Bassa deve tornare a leccarsi le ferite. Persa la Calciana "rossa", e in netto svantaggio percentuale al ballottaggio di Romano, si può accontentare per ora di aver conservato le amministrazioni civiche "amiche" di Morengo e di Bariano, e di Fara d'Adda. Insomma, come dicevamo: è stata una tornata elettorale con poche leggi universali e tante eccezioni, e con più domande che risposte. Forse un segno dei tempi, in cui è il cambiamento l'unica costante. Anche qui, nella placida pianura.
Davide D'Adda