"La Treviglio-Bergamo? Serve, ma il contesto è cambiato". E la logistica? "Figlia del suo tempo"
La nuova presidente di Confindustria Bergamo, Ricuperati: "Troppe logistiche nella Bassa? Ordiniamo un libro e vogliamo riceverlo il giorno dopo..."
Quella di Confindustria è sempre stata una delle voci più strenuamente favorevoli all’autostrada Treviglio-Bergamo, e senza dubbio lo è anche ora. Eppure, se le parole hanno un peso, ce l’hanno anche quando sono poche, misuratissime, e contornate da mille condizionali. Come quelle della nuova presidente Giovanna Ricuperati, quando si parla del progetto dell’autostrada. Siamo ad anni luce di distanza da quei «Sì, subito!» urlati dagli industriali bergamaschi fino a solo un pugno di anni fa. A poche settimane dal cambio al vertice dell’associazione di categoria che ha sede al Kilometrorosso di Stezzano, per Ricuperati è urgente superare l’impasse in cui si è infilato il dibattito sul collegamento veloce. E realizzarlo, certo. Ma non prima di aver rimesso in discussione un punto cardine che fino a pochi mesi fa sembrava intoccabile: il «fatidico» progetto del 2012. Una svolta non da poco, che scombina le carte e, finalmente, rinfresca un dibattito da troppo tempo ingessato e scaduto nel manierismo.
Con lei abbiamo parlato però anche della nuova centralità di Treviglio nell’economia della provincia di Bergamo (sulla quale, probabilmente, ci stiamo un po’ montando la testa), e del futuro economico della nostra zona. Dall’invasione delle Logistiche (che sono «figlie del nostro tempo» e che continueranno ad arrivare, occorrerà metterci il cuore in pace) al sempre più complicato tema della crisi della manifattura, il perno dell’economia locale.
Presidente: noi ce lo ripetiamo da anni, ormai: a Treviglio siamo convinti che il baricentro economico della Bergamasca si stia spostando verso sud, verso la pianura. Lo percepisce anche lei?
Non lo definirei uno spostamento... la nostra provincia è multicentrica, e ci sono movimenti a più livelli. Certamente però la Bassa è importante, e in crescita e ha importanti, interessanti ulteriori prospettive.
In pochi anni sono sorti qualcosa come quindici nuovi poli logistici, in pochi chilometri quadrati di pianura. Un’invasione, di fatto, che ha avuto un impatto importante sull’economia locale. Da un lato certamente positivo: i Comuni si leccano i baffi con gli oneri e hanno creato posti di lavoro. Dall’altro, l’impatto ambientale è stato forte, e anche quello sociale. L’ultimo arriverà a Morengo. Cosa ne pensa?
Siamo all’interno di un sistema che è «per definizione» manifatturiero, è questo che ha portato benessere, crescita e sviluppo in tutta la popolazione. Certo, in questo contesto la parte logistica sta prendendo un ruolo fondamentale. Ma si tratta di una crescita in risposta ai bisogni di tutti, non solo dell’industria. Ci stiamo abituando a un sistema efficientissimo di distribuzione: ordiniamo un libro e vogliamo riceverlo il giorno dopo. E questo presuppone che gli operatori della logistica siano in grado di fornire questo servizio, e richiede naturalmente la nascita di questi centri. Insomma: la logistica nella Bassa è figlia del suo tempo e del modello di consumo che stiamo mettendo in atto. Per cui, sicuramente dobbiamo essere capaci di intervenire per efficientare questi sistemi e renderli meno impattanti in termini di sostenibilità, ma senza di questo rinunciare alle potenzialità che hanno.
Le tre soluzioni al momento sul tavolo per collegare velocemente Treviglio e Bergamo: l'autostrada (tratteggiata in rosso), la riqualificazione della Cremasca proposta da Alessandro Sorte (in azzurro, a sinistra) e la riqualificazione della Soncinese (in azzurro, a destra).
Parliamo della Treviglio-Bergamo: per venire a intervistarla qui, al Kilometrorosso, ho impiegato 40 minuti. Sono troppi, è evidente. Ma il dibattito politico sulla forma che dovrebbe assumere questo benedetto «collegamento veloce» si è arenato, negli ultimi anni. Siamo fermi...
Che il bisogno ci sia, è innegabile: una connessione tra Treviglio e Bergamo dev’esserci e dev’essere efficiente, per le merci e per le persone. I tempi dal pensiero alla progettualità però devono essere ridotti, altrimenti nel frattempo cambia il contesto, e cambiando il contesto le discussioni si riaprono. Sicuramente abbiamo bisogno di un processo di analisi e decisione più corto, sebbene siano opere che richiedono naturalmente i loro tempi per la realizzazione. Della Treviglio-Bergamo abbiamo cominciato a parlare anni fa, e nel frattempo sono successe tante cose e il tema va affrontato con grande lucidità. Credo sia il momento per farlo.
La Pedemontana però non sarà quella che si pensava sarebbe stata. E l’autostrada non arriverà più, comunque vada, a Bergamo. Non pensa sia il caso di modificare quel progetto, che nasce come Ipb? Insomma: serve davvero un’autostrada? O una superstrada? E che tracciato immagina?
Non ho una risposta tecnica sul tema, naturalmente, in questo momento. Credo che sia importante pesare tutti gli elementi coinvolti nella scelta. Certo, ogni scelta porta con sé qualche rischio, ma l’obiettivo di intervenire sul tema è cruciale e urgente.
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