L'anniversario

Tre anni fa la strage di Pioltello: Ida, Giuseppina e Pierangela e lo schiaffo di quella nomina per l'imputato

Tre anni fa oggi, alle sette del mattino del 25 gennaio, deragliava il treno della strage.

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Tre anni fa oggi, alle sette del mattino del 25 gennaio, deragliava a Pioltello il treno della strage. E' però un anniversario diverso, e non solo perché la pandemia ha impedito di organizzare manifestazioni pubbliche. Quest'anno, infatti, al dolore del ricordo delle tre vittime - Ida Milanesi e Pierangela Tadini di Caravaggio, e Alessandra Giuseppina Pirri, di Capralba - si aggiunge uno schiaffo istituzionale inquietante. La nomina di uno degli imputati per la strage a commissario per l'Alta velocità Brescia-Padova.

La cerimonia in memoria della strage di Pioltello

Stamattina, il Comitato Pendolari Cremaschi ha voluto ricordare la tragedia, con un post e un video su Facebook, non potendo commemorare in presenza le vittime a causa delle restrizioni Covid, come negli scorsi anni.

Con loro anche  il primo cittadino di Caravaggio Claudio Bolandrini. Come ogni anno, il sindaco ha preso il treno, quella stessa corsa che quella mattina maledetta avrebbe dovuto portare Ida, Pierangela e Giuseppina a Milano, e che parte alle 6.20 da Capralba. E' sceso a Caravaggio e deposto un mazzo di fiori alle pietre d’inciampo poste durante il primo anniversario a loro memoria.

 

 

 

"È un semplice gesto per esprimere ai famigliari il nostro immutato cordoglio e a quanti viaggiavano con loro su quel treno solidarietà e affetto - spiega il sindaco - A distanza di tre anni continuiamo a chiedere giustizia e verità: vogliamo sia fatta piena luce sulle responsabilità di quanto accaduto e sia sempre garantita la sicurezza dei viaggiatori. Dopo le necessarie e dovute indagini riteniamo sia questo il tempo delle risposte chiare e definitive e non certo delle nomine inopportune".

E intanto l'imputato diventa commissario per la TAV

Il riferimento di Bolandrini è alla discussa nomina di uno degli imputati nella strage, Vincenzo Macello, di RFI, diventato nei giorni scorsi commissario straordinario per cinque opere tra cui la realizzazione della TAV nel tratto tra Brescia e Padova. Una nomina che ha lasciato sgomenti non solo i familiari delle vittime - le tre donne che hanno perso la vita ma anche i 102 feriti - ma anche migliaia di pendolari che da anni chiedono più sicurezza, in particolare sulla linea Cremona-Milano.

Interrogazione al Ministero

Sulla vicenda era intervenuta nei giorni scorsi anche la senatrice leghista di Bergamo Simona Pergreffi, annunciando un'interrogazione al Ministro per le Infrastrutture Paola De Micheli.

“Non entriamo nel merito del processo per cui attenderemo la sentenza - continua la parlamentare bergamasca Simona Pergreffi- ma resta lo sconcerto per la scelta del governo di nominare un indagato, per altro già promosso come responsabile della Direzione investimenti, addirittura commissario straordinario delle grandi opere tra cui l’Alta Velocità ferroviaria".

Cattaneo: "non dimentichiamo"

Con Bolandrini c'era anche il primo cittadino di Capralba, Damiano Cattaneo, che ha rappresentato i Comuni della tratta cremonese. Il sindaco ha deposto un mazzo di fiori alla stazione di Capralba, prima di salire anch'egli sul treno delle 6.20.

"Il nostro affetto e vicinanza alle famiglie di Alessandra, Ida e Pierangela e ai tanti feriti nel corpo e nell'anima che con noi, chiedono di non dimenticare" il suo commento.

Non solo Pioltello: la strage sfiorata di Casaletto Vaprio

Una linea "maledetta", quella che collega Cremona a Treviglio passando per Caravaggio. Tra le peggiori della Regione e non solo per  i continui ritardi, ma per le condizioni di sicurezza in cui è rimasta in servizio per anni.  Non più tardi di quindici mesi fa, a ottobre 2019, si era verificato un altro grave incidente, stavolta a Casaletto Vaprio. Solo per un miracolo non fu un'altra strage.

"Con i colleghi sindaci dell’Asta Ferroviaria Cremona-Treviglio ho sostenuto i comitati dei pendolari nell'interlocuzione con Regione Lombardia e i vertici di Trenord e RFI: insieme abbiamo chiesto fossero chiarite il prima possibile le cause dell'incidente e fossero garantiti ai passeggeri gli irrinunciabili standard di sicurezza, abbiamo anche sollecitato investimenti sulla rete ferroviaria e sui treni - ha continuato Bolandrini - Con gli stessi sindaci ho depositato un esposto alla Procura della Repubblica di Cremona per denunciare quando accaduto sul binario di collegamento tra la stazione di Crema e quella di Casaletto Vaprio domenica 13 ottobre 2019, quando solo la destrezza del macchinista ha evitato il ripetersi di un incidente analogo a quello di Pioltello, e per chiedere nuovamente i necessari interventi non più procrastinabili".

I lavori fatti finora

Un impegno corale e collettivo, quello dei sindaci dell'asta ferroviaria, che a qualcosa  perlomeno  è servito.  Lo  scorso autunno RFI è  intervenuta per rinnovare l'infrastruttura, per sostituire binari e giunti  ammalorati.

Pioltello, 25 gennaio 2018, ore 7 del mattino

I lavori non cancelleranno però il dolore e indubbiamente la data del 25 gennaio  resterà una pagina nera nella storia locale e non solo. Anche perché di risposte vere, sulle responsabilità di quello che accadde, non ce ne sono ancora.

Quella mattina il regionale Cremona-Milano Garibaldi delle 5.32, con a bordo 350 pendolari,  deragliò dai binari alle porte di Pioltello. Il disastro ferroviario più importante del Nord Italia, almeno negli ultimi anni.  E' di questo ottobre, due anni e nove mesi dopo l'incidente,  l'apertura del processo a carico dei presunti responsabili, istruito dai pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti.

I  reati contestati sono disastro ferroviario colposo, omicidio colposo e lesioni plurime. Sono nove le persone per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio. Sul banco degli imputati resta solo Rfi, con i manager e i dirigenti incaricati della manutenzione della tratta, e la stessa Rfi imputata per la responsabilità amministrativa delle imprese. Uscita di scena a luglio invece Trenord, insieme all’Agenzia nazionale di sicurezza ferroviaria.

A causare l’incidente, si stabilì, fu la rottura di un giunto dei binari, scoperto poi essere difettoso da mesi. Secondo la Procura di Milano quindi, la motrice e i vagoni del treno non presentavano alcuna anomalia. Inoltre non è emersa alcuna responsabilità anche nei confronti del capotreno e del macchinista. Le parti offese che si sono costituite in giudizio sono 103: 98 passeggeri feriti e i famigliari delle tre vittime.

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