Trasporto pubblico locale a rischio harakiri: nuovi tagli agli autobus nel 2023
Nonostante il recente aumento delle tariffe, l'Agenzia del Tpl chiede nuovi fondi per scongiurare altri tagli. Altrimenti, ammette, c'è il rischio di "una crisi strutturale economica del sistema".
Se già oggi, e da anni, il Trasporto pubblico locale in Bergamasca è segnato da pesantissime difficoltà, dall'anno prossimo potrebbe persino peggiorare. Proprio nell'anno in cui Bergamo e Brescia saranno capitale italiana della cultura e ci si aspetta un'ondata di turisti. La colpa è lo squilibrio economico in cui versa il servizio, nonostante il recente aumento delle tariffe.
La denuncia dell'Agenzia del Trasporto pubblico locale di Bergamo
A denunciare la situazione è la stessa Agenzia del Trasporto pubblico locale, esattamente l'ente pubblico che appalta e gestisce il servizio dei bus urbani ed interurbani in Bergamasca, e che affida il servizio a consorzi di aziende di autotrasporto locali. Per la pianura bergamasca il servizio è effettuato dal consorzio "Bergamo Trasporti sud", che comprende anche la storica "Sai autolinee" di Fara, e opera su 62 Comuni lungo una rete di 345 kilometri.
Provincia, Comune di Bergamo e Regione alla guida
A controllare l'Agenzia è una base sociale composta dalla Provincia di Bergamo (48%), dal Comune di Bergamo (42%) e la Regione Lombardia (10%). È l’Agenzia che si preoccupa di coordinare il servizio, il sistema tariffario, e gli standard tecnici, economici e qualitativi delle corse, avvalendosi anche della Conferenza Locale del Trasporto Pubblico per organizzare orari e passaggi sulla base delle esigenze del territorio. Per farlo, riceve anche cospicui fondi pubblici, come il Fondo nazionale Trasporto. Il mese scorso, i rappresentanti dei tre soci hanno discusso nel corso di una seduta del Consiglio di Amministrazione il Bilancio preventivo dell'Agenzia per i prossimi anni, e le notizie non sono buone.
A fronte dell'inflazione, che farà crescere la spesa per i servizi del 4-5%, l'aumento dei contributi pubblici previsto sarà del 2%, lamenta l'ente, per il prossimo triennio.
"La previsione di bilancio del Trasporto Pubblico Locale per il periodo 2023 - 2025 considera molteplici fattori, fra tutti la differente crescita dell’inflazione e dei contributi pubblici per il servizio: sulla base delle attuali informazioni, la differente dinamica comporta un maggiore esborso per i servizi, non compensato dall’aumento dei contributi. A fronte di una prevista crescita del Fondo Nazionale Trasporto intorno al 2%, l’attuale dinamica inflattiva potrebbe far crescere la spesa per i servizi di trasporto di oltre il 4-5%".
Nella Bassa bus sempre più vuoti dopo il Covid
Intanto, il servizio continua a perdere appeal: nella Bassa l'utenza è composta da anni per la stragrande maggioranza da studenti delle scuole superiori che (sempre meno dopo la pandemia) scelgono il bus per muoversi dal proprio paese di residenza a quello in cui si trova la scuola. Spesso, peraltro, con grande fatica e sopportando pesanti disservizi.
"Il settore del TPL sta ancora subendo le conseguenze dell’emergenza sanitaria dell’ultimo biennio con gli effetti negativi connessi alla riduzione dei ricavi da traffico solo parzialmente coperti dai “ristori” ministeriali, da una lenta crescita della domanda che ancora resta inferiore del 10-15% rispetto al 2019, dalla crescita anomala dei costi dei carburanti, dalla necessità di attuare una imponente e costosa transizione ambientale con il rinnovo dei mezzi" ammette la stessa Agenzia.
E meno passeggeri significa inevitabilmente meno biglietti venduti, meno abbonamenti, meno entrate. Le corse in circolazione sono sempre meno appetibili per i viaggiatori che hanno una qualunque alternativa di mobilità, mentre per gli studenti che non hanno altre opzioni, sono tornate ad essere sovraffollate come prima della pandemia, nelle ore di punta.
"La ripresa dell’orario invernale 2022/23, in assenza dei servizi aggiuntivi attivati nei precedenti anni, ha messo in evidenza tutti i limiti di un sistema che fatica ad essere adeguato alle necessità, con risorse tecniche ed economiche non sufficienti a risolvere gli affollamenti dei mezzi delle ore di punta" ammette la stessa Agenzia.
La via dei tagli e la "preoccupazione" della stessa Agenzia
A fronte dello squilibrio previsto, il CdA sta valutando di riequilibrare il Bilancio tagliando i costi del servizio. E quindi, riducendo le corse dei pullman. Nel lessico della nota stampa diffusa ieri, infatti, i soci esprimono "forte preoccupazione" per le "possibili riduzioni di servizio che potrebbero essere necessarie per bilanciare le spese e le entrate".
Rischio harakiri per il Trasporto pubblico locale
Una soluzione che la stessa Agenzia giudica pericolosissima: ridurre corse e bus rende il servizio di Trasporto pubblico locale ancora meno competitivo di quanto non lo sia già ora, distruggendo lentamente non solo l'offerta di trasporto ma la stessa domanda da parte dei cittadini. Un effetto harakiri, insomma, con buona pace delle politiche per il contenimento delle emissioni di CO2 e per l'educazione del pubblico all'utilizzo di un servizio decisamente più sostenibile dell'auto privata. L'Agenzia lo scrive a chiare lettere: c'è il rischio di "una crisi strutturale economica del sistema".
"Già in anni precedenti (2014-2018) sono state operate riduzioni che hanno profondamente minato la competitività del settore rispetto ai viaggiatori occasionali e con locali soppressioni di corse in aree deboli - spiega l'Agenzia - Risulta quindi piuttosto complesso trovare ulteriori ambiti di riduzione dei servizi senza intaccarne la qualità e la capillarità nel territorio. Il settore sta lentamente uscendo dal periodo critico e su di esso si convogliano gli obiettivi di recupero verso una mobilità sempre più ambientalmente sostenibile, una compressione del servizio potrebbe provocare una crisi strutturale economica del sistema del TPL, con difficoltà per ulteriori recuperi nel tempo".
Provincia e capoluoghi sempre più distanti
Non solo: anche il progetto Bergamo-Brescia capitale della Cultura potrebbe, evidentemente, risentirne. Anche per il turismo di prossimità: utilizzare i bus per raggiungere Bergamo (o Brescia) partendo da un Comune non servito dalla ferrovia potrebbe semplicemente essere più disagevole di quanto non lo sia già ora, se non impossibile.
"Ci si aspetta un importante flusso turistico, specialmente nelle festività ed in estate, periodi nei quali già oggi il servizio di TPL è fortemente carente o assente in ampie parti del territorio del Bacino, gli ulteriori tagli sarebbero controproducenti rispetto all’operazione culturale del 2023 offendo ai turisti un pessimo servizio" continua la nota dell'Agenzia.
Come se ne esce? L'appello del Cda ai soci
Sempre meno entrate, sempre più costi, una domanda di trasporto deteriorata da decenni di disservizi: le soluzioni non sono facili. Il primo passo, spiega il direttore dell'Agenzia Emilio Grassi, sarà monitorare i costi nei prossimi tre mesi.
“La criticità è stata messa in evidenza dall’Agenzia nel corso della Conferenza Regionale del Trasporto Pubblico dello scorso 5 dicembre e il problema è ben presente a tutti gli interlocutori istituzionali dell’Agenzia. Occorrerà valutare nei dettagli la situazione entro il primo trimestre del 2023, considerando il reale andamento inflattivo e le effettive contribuzioni erogate, per organizzare in tempo le azioni eventualmente necessarie ad equilibrare le entrate e le spese dei contratti”.
Poi la palla passerà ai soci dell'Agenzia, sollecitati dal suo stesso CdA ad "attivarsi" per trovare nuovi fondi e scongiurare i tagli.
"Il Consiglio di Amministrazione invita i Soci dell’Agenzia ad attivarsi ricercando le risorse economiche necessarie all’equilibrio evitando in questo modo le riduzioni del servizio, chiedendo di fornire linee guida ed indirizzi da applicare qualora - in assenza di apporti di risorse straordinarie - si confermino le attuali previsioni. l’Assemblea dei Soci dell’Agenzia ha esaminato e recepito le preoccupazioni del CdA e si riserva di valutare le strategie di intervento entro il primo trimestre 2023".