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Il vaccino anti Covid, dalla polvere in freezer all'iniezione: come si fa? VIDEO

Dal freezer al frigo poi la preparazione, la diluizione, la siringa e l' iniezione.

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Dalla preparazione della fiala alla diluizione, dalla preparazione della siringa all'iniezione, e poi almeno un quarto d'ora di attesa. Come funziona, operativamente, il vaccino anti-Covid?   Ecco cosa aspettarsi (più o meno) dalla giornata in cui  ci sottoporremo all'immunizzazione, sperando che anche per la popolazione non impegnata nella Sanità arrivi preso.  Le immagini vengono dalla campagna cominciata lunedì all'Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Ma la stessa cosa sta avvenendo più o meno ovunque, dagli ospedali di Treviglio e Romano alla Rsa Anni Sereni.

Il vaccino anti Covid-19

Come noto, le fiale della Pfizer devono essere conservate a -80 gradi centigradi perché il vaccino  non si deteriori. A Treviglio, in ospedale, sono due i refrigeratori utilizzabili, ciascuno capace di contenere decine di migliaia di dosi. Idem in qualunque altro ospedale "hub".
I vaccini arrivano dalla Germania in aereo, all’interno di contenitori bassi e larghi battezzati dagli operatori “pizze”. Ciascuno di essi contiene 196 fiale, utili ciascuna per effettuare sei dosi di vaccino. Dall’aeroporto all’hub trevigliese arriverà tramite corriere DHL, ovviamente con tutte le misure di sicurezza del caso.

Arriva sotto forma di polvere

Per tutto il viaggio i vaccini saranno rimasti all’interno di contenitori con ghiaccio secco dotati di dispositivi per il controllo elettronico della temperatura. All’arrivo in ospedale vengono trasferiti nel freezer e il dispositivo di controllo viene rimosso. Nei freezer speciali  le dosi possono restare tranquillamente stoccate per sei mesi. Il vaccino si trova infatti, in questa fase, sotto forma di polvere. La vera “corsa contro il tempo” parte dopo, con il decongelamento.

Dal freezer al frigo

Per poter essere iniettato, il vaccino dev’essere scongelato, portandolo da -80 gradi a una temperatura “da frigo domestico” compresa tra i 2 gli 8 gradi centigradi. Una volta effettuata questa operazione, ogni fiala dev’essere utilizzata nel giro di cinque giorni.
E’ dal frigorifero quindi che le infermiere e gli infermieri addetti alla preparazione delle dosi estraggono le fiale e aggiungono alla polvere liofilizzata della soluzione fisiologica. Si mescola il contenuto e si preparano le piccole siringhe per l’iniezione intramuscolare, ovviamente monouso e “di precisione”. Ognuna contiene il contenuto di una dose, circa 1,3 ml di liquido. A temperatura ambiente, il vaccino dev'essere somministrato nel giro di un paio di ore.

L'attesa

Segue un periodo di attesa di almeno un quarto d'ora, in una stanza dedicata all'interno del centro vaccinale, per verificare l'insorgenza di eventuali effetti avversi.

E poi, tutto da capo

Ventuno giorni più tardi si effettua infine la seconda dose di vaccino.

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