Treviglio

Lunga vita al SOT: il gotha trevigliese e l'intelligenza di chi non si prende mai troppo sul serio

Il Pranzo di Primavera del Supremo ordine del turacciolo, la più antica associazione trevigliese

Pubblicato:
Aggiornato:

La goliardìa, lo insegna la storia, è una cosa seria, e a Treviglio non c'è niente di più goliardico e al tempo stesso più autenticamente radicato nella cultura cittadina  del Supremo Ordine del Turacciolo. Il "SOT" è infatti nientemeno che la più antica associazione trevigliese: fondata nel 1939. Ieri, domenica 19 marzo, il "Nobile sodalizio" si è radunato per l'annuale Pranzo di primavera, durante il quale ha eletto i suoi nuovi dirigenti, ammettendo peraltro per la prima volta in 84 anni una donna nel proprio Gran Consiglio. Una storia tutta da raccontare, quella del SOT, che a dispetto di un'immagine certo non particolarmente sobria annovera tra i suoi iscritti alcuni tre i più notevoli, notabili e seri protagonisti della vita politica, sociale ed economica di Treviglio. Da sempre.

Il gotha trevigliese, alla mensa dei poveri

All'appello, domenica, hanno risposto in una sessantina. Tra loro c'erano ben due ex sindaci della città (Giorgio Zordan e Graziano Bellagente), al tavolo con notissimi imprenditori, rappresentanti di importanti associazioni culturali e realtà del Terzo settore, insegnanti, dirigenti... Persino Giovanni Grazioli, numero uno della più importante banca della Geradadda, la Bcc di Treviglio, ha tenuto a fare un intervento.

L'appuntamento per il pranzo sociale - altra scelta tutt'altro che casuale - non era in qualche sciccoso ristorante del centro, ma alla Quercia di Mamre di via Rossaro: la mensa dei poveri di Treviglio, che ogni giorno sfama decine di senzatetto provenienti da tutta la Bassa bergamasca.

Il fine ultimo del S.O.T è del resto proprio la beneficenza: ogni anno vengono devoluti a diverse associazioni locali svariate migliaia di euro in contributi economici. Per arrivarci, però, il giro è piuttosto lungo e comprende un'immaginifica, antica e affascinante carovana di storie, di miti, riti, gesti e canti, alcuni dei quali sono diventati ormai parte dell'immaginario collettivo trevigliese. Come il "brindisi" inaugurale, adottato piano piano da parecchie associazioni trevigliesi:

"Issa issa issa, cala cala cala, accosta accosta accosta, alla salute nostra".

 Tutto nacque da una bottiglia di vino rubata

Nell'improbabile accrocco di storie (vere? inventate? Chi lo sa...) sul Supremo ordine del turacciolo ce n'è una che racconta la sua fondazione. Spiega il presidente Paolo Pellegrini, che guida l'associazione da nove anni:

"Era il 1939 e all'oratorio Sant'Agostino un gruppo di ragazzi tra i 17 e i 18 anni rubarono una bottiglia di vino nero dalla cantina dell'allora curato di Treviglio Don Ernesto Castiglioni (un prete antifascista, e questa è storia vera: che di lì a pochi anni avrebbe abbracciato la Resistenza diventando il cappellano militare della Brigata partigiana "Treviglio" e salvando diversi ebrei dalla deportazione nella Germania nazista, ndr)". "La bottiglia era però piuttosto vecchia... - continua Pellegrini - Il vino si era sedimentato e doveva essere filtrata prima di essere bevuta a sbafo, ovviamente, e all'insaputa del sacerdote. Uno degli intraprendenti adolescenti, quindi, si levò dal piede un calzino, e lo utilizzò come filtro".

Fu questo, racconta Pellegrini, il "gesto fondativo" del Supremo ordine. Da lì, le leggende si dipanano in ogni direzione, ma collegate sempre da un filo... rosso borgogna. Di certo c'è un elenco di soci "originari": il fondatore Giacomo Zanda è mancato nel 2021, a cento anni. Con lui c'erano tra gli altri il dottor Michele Motta (futuro direttore della maggiore azienda di Treviglio, SAME, scomparso nel 2016), il cavalier Alfredo Ferri (presidente per decenni della Bcc, morì nel 2014), e Giuseppe Speroni.

Il mito di Sotlandia

Finita la guerra, il S.O.T riprese a tessere fantasiose e spassose affabulazioni: nacque "Sotlandia", una autoproclamata Repubblica con tanto di proprio governo parallelo. Oggi sembra una barzelletta, ma nella giovanissima Italia appena uscita dal Ventennio qualcuno a Bergamo alzò più di un sopracciglio. "A un certo punto persino il Prefetto di Bergamo decise di richiamare quei ragazzi all'ordine..." ha raccontato domenica Pellegrini. È in questi anni che comincia l'avventura sociale e benefica del SOT. All'inizio, nel modo più semplice che si possa immaginare. "Portavano agli Orfanelli il pranzo di Natale" spiega il presidente.

La crisi e il rilancio

Di storia in storia, di generazione in generazione, il S.O.T è arrivato al giro di boa del secolo, ma in piena crisi: "Eravamo rimasti solo una quindicina di iscritti, attorno al 2000". Poi, piano piano,  c'è stato un netto  recupero. Per entrare tuttavia non ci si aspetti un democratico modulo di iscrizione: si entra nel SOT soltanto per cooptazione, su invito da parte di almeno due soci.

 "Oggi siamo in 71 e la nostra attività consiste in almeno tre o quattro feste ufficiali durante l'anno: la Festa di primavera, la Festa d'estate al Roccolo e, a novembre, la cerimonia di battesimo dei nuovi soci, durante la quale di solito mangiamo la cassœula. Raccogliamo fondi e li diamo in beneficenza alle associazioni del territorio" conclude Pellegrini.

Recentemente il SOT ha contribuito alle attività della Caritas, della Quercia di Mamre, del Trasporto solidale, della Casa famiglia di via Portaluppi e della cooperativa Insieme (domenica, insieme al presidente Armando Ambivero, alla Quercia c'era anche un ragazzo diversamente abile dell'associazione di via Casnida).

Il nuovo Gran Consiglio del SOT

Dopo il pranzo, domenica sono stati eletti per acclamazione i nuovi dirigenti dell'associazione, che come spiega l'ex sindaco Giorgio Zordan tra il faceto e... il faceto, sta attraversando "un'importante e drammatica crisi istituzionale": "Da Repubblica, Sotlandia diventerà un Marchesato, o un Ducato, o qualcosa del genere".

Nel frattempo - finalmente: un'altra innovazione figlia dei tempi - per la prima volta in 84 anni nel nuovo "Gran Consiglio" è entrata anche una donna. Si tratta di Claudia Pellegrini.  Con lei compongono il Gran Consiglio Costantino Galimberti, Graziano Bellagente, Gianpietro Sangaletti, il direttore artistico   del teatro Filodrammatici  Alberto Galli, Vito Facco e Angelo Rocchi.

"Il SOT è maschilista? Macché, semplicemente è nato in un oratorio maschile!" spiega il presidente, che nel frattempo è stato riconfermato.

Il Gran Consiglio governerà per tre anni, provando a portare avanti la tradizione e a traghettarla nel futuro. "In fondo la cosa che ci piace fare di più è mettere le gambe sotto al tavolo... - confessa Zordan - Ma abbiamo anche un certo da fare, nel raccogliere fondi per il bene per la nostra città".

Sempre con il sorriso, e sempre sul filo di quella goliardia bonaria che aiuta a regolare le esuberanze dell'Io.   "Ho conservato il buon umore e non prendo sul serio né me stesso né il mio prossimo" diceva uno che di intelligenza ne aveva da vendere: si chiamava Albert Einstein.

WhatsApp Image 2023-03-20 at 20.47.45 (3)
Foto 1 di 4
WhatsApp Image 2023-03-20 at 20.47.45 (2)
Foto 2 di 4
WhatsApp Image 2023-03-20 at 20.47.45 (1)
Foto 3 di 4
WhatsApp Image 2023-03-20 at 20.47.45
Foto 4 di 4
Seguici sui nostri canali