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Emmanuel Segond Musumary si racconta - RAGAZZI ESTRAorDinAri

Nel getto del peso Emmanuel vanta già ben 5 titoli italiani tra gare indoor e outdoor.

Emmanuel Segond Musumary si racconta - RAGAZZI ESTRAorDinAri
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La maggiore età, i diciotto anni, li ha compiuti da poco il 9 gennaio di quest’anno, ma la bacheca di Emmanuel Segon Musumary, pesista dell’Atletica Estrada, è già ricchissima di medaglie d’oro. Per farla breve nel getto del peso Emmanuel vanta già ben 5 titoli italiani tra gare indoor e outdoor.

Il gigante buono: Emmanuel Segon Musumary

Musumary è di origine congolese ma è nato a Crema il 9 gennaio del 2003. Prima la famiglia viveva a Cremona, dal 2010 si è trasferita a Crema, rione Sabbioni. Emmanuel frequenta l’Istituto di Istruzione Superiore "Luca Pacioli" di Crema e prima di abbracciare totalmente l’atletica leggera giocava a calcio nel ruolo di portiere.  Emmanuel Segond il “colosso buono” (193 centimetri e numero 51 di piede) è fatto così: espansivo e sorridente, capace di stare con tutti, ma allo stesso tempo molto forte e deciso nel fare le scelte con la sua testa.

Vi racconto di me

"Le mie giornate in funzione a gare ed allenamenti si svolgono in maniera normale: mi sveglio vado a scuola torno vado ad allenarmi e la sera studio/ripasso. Faccio sempre una cosa alla volta per farlo in modo preciso ed accurato, anche se con la scuola a volte non funziona (e ride!, ndr). Sono un ragazzo abbastanza semplice a cui piace ridere e scherzare, ma che in pedana appare tutto il contrario, quasi fossi un’altra persona. Ma questo è il mio modo di fare in gara perché mi aiuta a dare il meglio di me e più il momento è cruciale più dentro di me sento un fuoco che deve sprigionarsi. Mi sento più a mio agio in queste situazioni difficili rispetto ad una gara “meno” importante, anche se non esistono gare meno importanti perché ogni gara può insegnarti qualcosa e bisogna sempre dare il massimo in qualsiasi competizione. Ho sbagliato un paio di gare in questi miei primi 4 anni di atletica, le ho sbagliate per frenesia mia, o troppa sicurezza, perché ne ho tanta di sicurezza nei miei mezzi anche se non so ancora fin dove potrò arrivare e questo mi incuriosisce molto. Lavoro anno dopo anno dando sempre il meglio, anche se non sono ancora nessuno e devo farne di strada per poter diventare un qualcuno nell’atletica. Posso dirmi di essere felice di questo mio breve percorso in questi quattro anni dove ho gioito molto e imparato altrettanto".

La rubrica Ragazzi ESTRAorDinAri

Leggi l'intervista completa sul Giornale di Treviglio in edicola da oggi, 16 aprile 2021.

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