Anche a Pontirolo gli ambientalisti protestano contro Arcene: "No al mega data center"
Il comitato Ambiente è Vita si schiera contro il progetto difeso invece dai vicini di casa di Arcene
Un Data Center ad Arcene? Anche il comitato «Ambiente è Vita», presieduto da Antonio Scotti e con sede a Pontirolo Nuovo, si schiera contro la trasformazione dell’area a ovest della stazione ferroviaria da agricola a industriale. Dopo aver presentato le proprie considerazioni alla Provincia di Bergamo, il comitato, che comprende una ventina di persone, ha scritto una lettera aperta per raccontare pubblicamente la propria posizione sul mega-progetto dei vicini di casa, già pesantemente contestata dall’Amministrazione comunale di Ciserano.
Il Comitato di Pontirolo contro il data center di Arcene
"Già lo scorso 26 febbraio abbiamo scritto alla Provincia di Bergamo in merito all’ipotesi di trasformazione urbanistica ad Arcene per la realizzazione di un Data Center – esordisce il comunicato di Ambiente è Vita – Tale progetto, a nostro avviso, contrasta con la precedente programmazione comunale, che aveva incluso la suddetta area nel parco locale di interesse sovracomunale della Gera d’Adda, a cui la Provincia aveva riconosciuto un finanziamento; contrasta con il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), approvato il 7 novembre 2020, che colloca tale area sia negli ambiti agricoli strategici, sia nella rete ecologica provinciale, e contrasta con il progetto, a suo tempo presentato dai Comuni di Arcene, Ciserano e Pontirolo, che mira a fare della limitrofa area estrattiva “Cava dei Tre Cantoni” un futuro Parco Intercomunale. Inoltre il progetto del Data Center non tiene in considerazione che nelle zone limitrofe sono presenti diversi siti industriali e commerciali dismessi, il cui riutilizzo potrebbe essere utile a contrastare il degrado urbano e sociale connesso al loro stato di abbandono".
La requisitoria del sindaco di Arcene per un progetto strategico
Il comitato si concentra poi sulle parole del primo cittadino arcenese Roberto Ravanelli, che aveva sì riconosciuto come la trasformazione dell’area agricola di 181mila metri quadrati comporterebbe nuovo consumo di suolo, ma aveva al contempo ribadito come un data center del genere avesse un’importanza strategica dirimente, per l’intero sistema-Paese. Specie, in un’epoca in cui la sicurezza di dati e informazioni vale come l’oro. Una valenza sociale, economica e strategica, dunque, che a differenza delle distese logistiche della Calciana sarebbe ben valsa la candela del consumo di territorio. Il paragone fece discutere: Ravanelli argomentò come anche per il nuovo ospedale Papa Giovanni XXIII si fosse consumato del suolo, ma che nessuno, all’epoca, obiettò.
"Ravanelli porta come esempio la realizzazione dell’ ospedale - replica il Comitato - Noi, invece, facciamo notare che il progetto del nuovo ospedale, la cui finalità è la cura e la salute della persona, risale a oltre 23 anni fa e che i circa 300mila metri quadrati. necessari alla sua realizzazione non erano reperibili in aree dismesse vicino alla città, in quanto la stessa vecchia struttura dell’Ospedale Riuniti ne occupava solo la metà".
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