L'editoriale

Smog alle stelle: "Il trasporto pubblico non esiste più"

Cullati dall’illusione di "vivere in campagna", ci siamo dimenticati del problema della qualità dell’aria, che è scomparso dai radar del dibattito pubblico della Geradadda.

Smog alle stelle: "Il trasporto pubblico non esiste più"
Pubblicato:
Aggiornato:

Per chi percorre quotidianamente le strade attorno a Treviglio, magari in orario di punta, i pessimi dati sul Pm10 in città nel 2022 non saranno una sorpresa. Cullati dall’illusione di "vivere in campagna", ci siamo dimenticati per anni del problema della qualità dell’aria, che è infatti pressoché scomparso dai radar del dibattito pubblico della Geradadda.

"A bus e biciclette le persone preferiranno sempre l’auto..." si risponde rassegnati. Ma è vero soltanto in parte, ed è un attimo cadere nella fallacia del Nirvana: quell’errore logico per cui a fronte di un problema si demolisce una soluzione imperfetta ma reale, per difenderne una perfetta ma ideale. Così, ad esempio, nella Bassa abbiamo semplicemente fatto a meno di qualunque politica per la riduzione del traffico veicolare privato, fatta salva la pur lodevole e oggettivamente massiccia costruzione di piste ciclabili. Ottima cosa, per carità. Ma quei corridori in tuta catarifrangente che ci passano accanto mentre siamo in colonna sulla SS11 ci ricordano soprattutto che Treviglio non è Amsterdam: sulle ciclabili ci andiamo a fare jogging, ma sono in pochi, per ora, ad andare a lavorare in bici.

Un’altra cosa ce la ricorda invece il bus della Sai, desolatamente vuoto, che abbiamo davanti. Il Trasporto pubblico locale, da qualche decennio, si è ridotto nella Bassa ormai soltanto un costoso carrozzone sposta-studenti (e dopo il Covid, anche quelli cominciano a scarseggiare). Decine di bus girano a vuoto per centinaia di chilometri ogni giorno. Quando girano, e spesso in ritardo. Anni di costanti e marchiani disservizi hanno demolito la domanda, oltre che l’offerta di trasporto pubblico, e oggi l’idea stessa di prendere un pullman per andare a lavorare è scomparsa dall’orizzonte del possibile, nelle teste della stragrande maggioranza di chi può guidare un’auto, nella nostra zona. Eppure, un servizio efficiente, sicuro e ben promosso significherebbe centinaia di auto in meno, ogni mattina.

Come se ne esce? Si potrebbe cominciare a copiare. La città di Bergamo sta progettando una nuova linea di bus elettrici per collegarsi all’hinterland (fino a Verdellino...) con una corsa ogni 15 minuti. Cassano sta cominciando a respirare grazie alla sua nuova tangenziale sud: di quella di Treviglio si favoleggia dagli anni Ottanta. E Verdello? Chi si lamenta della nuova tangenziale che avrebbe solo spostato il traffico a Levate deve avere la memoria un po’ corta... A Brescia, per una settimana, diverse aziende hanno assegnato dei premi ai loro dipendenti che avessero scelto di andare al lavoro in bicicletta.

Gli esempi (da migliorare? Certo!) non mancano. Se preferiamo, invece, possiamo continuare a respirare a pieni polmoni la deliziosa aria milanese di piazza Insurrezione o di viale Piave, strombazzando contro il maledetto traffico. Salvo poi ricordarci che il traffico siamo noi.

Davide D’Adda

Seguici sui nostri canali