Il Pm10 non favorisce la diffusione del Coronavirus
Lo studio del Cnr con Arpa Lombardia, realizzato su campioni di aria di Bergamo e Milano, dimostra che particolato e virus non interagiscono direttamente.
Il particolato atmosferico non favorisce la diffusione in aria del Coronavirus e quindi del contagio da Covid-19. Lo ha stabilito uno studio realizzato dal Cnr e da Arpa Lombardia, pubblicato su Environmental Research. Nei mesi scorsi, uno studio in pre-print condotto da otto scienziati delle università di Bologna, Trieste, Bari, Milano e presentato su medRxiv aveva trovato tracce di Rna virale in alcuni campioni di particolato atmosferico in provincia di Bergamo, ma già in quell'occasione gli stessi autori non avevano tratto conclusioni sull'efficacia del Pm10 nell'accelerare la diffusione del Covid-19.
L'analisi dell'aria di Bergamo e Milano
Nello studio realizzato dall'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Cnr con Arpa sono stati studiati gli ambienti all'aperto delle città in cui si sono registrati nell'inverno 2020 i focolai di Covid-19 più rilevanti del Nord Italia. "La ricerca ha analizzato le concentrazioni di Sars-CoV-2 in aria nelle città di Milano e Bergamo, studiando l'interazione con le altre particelle presenti in atmosfera. E conclude come il particolato atmosferico non favorisca la diffusione in aria del Covid-19" fa sapere Regione Lombardia in una nota.
"Questo studio, che coinvolge Arpa Lombardia al fianco del Cnr - dice l'assessore regionale all'Ambiente Raffaele Cattaneo - costituisce una collaborazione di grande rilievo. In effetti offre risposte scientifiche all'assenza di correlazione tra diffusione del Coronavirus e concentrazione di polveri sottili in atmosfera. Dal punto di vista ambientale - prosegue l'assessore - l'apporto che ha dato Arpa Lombardia è stato prezioso. Inoltre, lo studio aiuta la Pubblica amministrazione a comprendere meglio le dinamiche che si sono sviluppate nel periodo di massima diffusione dei contagi".
Nessuna interazione diretta
Lo studio dimostra come particolato atmosferico e virus non interagiscano direttamente tra loro. Nelle zone ad elevato inquinamento atmosferico, escluse le zone di assembramento, appare essenzialmente trascurabile la probabilità di maggiore trasmissione in aria del contagio negli ambienti esterni.
Ma il legame tra inquinamento e malattie respiratorie resta
"Sono note da tempo da tempo - conclude tuttavia l'assessore - le interazioni tra cattiva qualità dell'aria e incremento di malattie respiratorie. Restano confermate e sono tra le ragioni che muovono le nostre politiche per il miglioramento della qualità dell'aria. Precedenti studi avevano ipotizzato la correlazione diretta tra particolato atmosferico e diffusione del Covid-19. Un legame che oggi sembra non confermato. Ciò nonostante resterà alta la nostra attenzione nell'adottare politiche per il miglioramento della qualità dell'aria".