"Il mio canto libero", un concerto benefico per ricordare Gabriele Raffa
L'evento, patrocinato dai Comuni di Treviglio e Caravaggio si terrà il 15 settembre alle 21 al Centro Sportivo di Caravaggio.
di Maria Nicoletta Sudati
Garante per l’infanzia e l’adolescenza - Comune di Treviglio
Gabriele Raffa aveva 15 anni. Due ruote di bicicletta, la passione per lo sport, un sogno nel cassetto chiamato musica e il desiderio di diventare famoso intonando pezzi con la sua chitarra. Un sorriso regalato sempre a tutti. Il soffio di una vita che amava sopra ogni cosa. Aveva frequentato a Treviglio le medie a Indirizzo musicale e poi il liceo Don Milani di Romano. Questo era Gabriele. Oggi avrebbe quasi vent’anni, lasciati sulla strada tra Treviglio e Casirate, quando ancora non c’era una ciclabile, investito dall’imperizia di un’automobilista nel maggio del 2019.
Su quel percorso, è stato creato il progetto “Il sorriso di Gabri” che la famiglia Raffa ha intrapreso a ricordo del giovane. Si tratta del Parco della musica, una piazzetta situata lungo il tracciato della ciclabile verso Casirate.
La famiglia vuol riprendere così con coraggio il cantiere del Parco, abbandonato dal 2021 per mancanza di fondi. Recuperare uno spazio dedicato ai giovani, per ricordare la vita, i percorsi che accompagnano gli slanci speranzosi dei ragazzi e delle ragazze, il loro cammino nei gruppi sportivi, nelle band musicali, nelle associazioni di volontariato. Per farlo è stato organizzato un evento, patrocinato dai Comuni di Treviglio e Caravaggio, dal titolo “Il mio canto libero” che si terrà il 15 settembre alle 21 al Centro Sportivo di Caravaggio.
Il ricordo è per Gabriele, ma anche per indicare la bellezza costruttiva di tanti giovani che si dedicano a un progetto, a un ideale, alla volontà di essere presenti nella società lasciando un segno positivo. Non si tratta di fare grandi cose, bensì gesti quotidiani che fanno sentire solidali e comunità: in un’orchestra, in una squadra sportiva, in un gruppo di studio, per una festa, per un doposcuola, per un messaggio.
Questo il desiderio della famiglia di Gabriele con questo evento a Caravaggio. Un segno per ricordare alla nostra società che i giovani non sono solo quelli delle baby gang, delle serate bruciate da alcol o stupefacenti, delle azioni aggressive o violente. C’è una fitta foresta di giovani generazioni che cresce con un segno diverso ed è importante riconoscerlo per mantenere la speranza e la convinzione che ogni azione educativa e di accompagnamento alla crescita restano nel cuore di bambini e ragazzi.
L’azione pedagogica degli adulti deve accompagnare all’autonomia, alla responsabilità, al rispetto della vita sociale e dei valori delle comunità. Deve però essere anche capace di valorizzare i passi buoni dei ragazzi, soprattutto nelle fasi della preadolescenza e dell’adolescenza, fasi difficili, segnate da conflitti e contrapposizioni spesso irriverenti ma necessarie alla crescita. Essere maestri non è facile, ma modelli di speranza è possibile.
Papa Francesco in Portogallo ha dato un grande incoraggiamento ai nostri giovani: “Abbiate il coraggio di sostituire le paure coi sogni -: non amministratori di paure, ma imprenditori di sogni!”, così ha detto e ha aggiunto: “Ho pensato a una frase dello scrittore José de Almada Negreiros: "Ho sognato un Paese in cui tutti arrivavano a essere maestri. Anche questo anziano che vi parla sogna che la vostra generazione divenga una generazione di maestri. Maestri di umanità. Maestri di compassione. Maestri di nuove opportunità per il pianeta e i suoi abitanti. Maestri di speranza”. E con i genitori di Gabriele e al loro fianco coltiviamo questa speranza.