Oggi è festa a Caravaggio: conoscete la storia di Giannetta?
La storia di una delle apparizioni mariane più famose d'Italia.
E' festa grande oggi a Caravaggio: la città ricorda l'Apparizione della Vergine alla Beata Giannetta. Alle 10, al Santuario, il vescovo di Cremona Dante Lafranconi celebrerà la messa e concederà l'indulgenza plenaria.
Terminata la Novena, che si tenuta da lunedì della scorsa settimana a ieri, con la Veglia, oggi le celebrazioni sono cominciate alle 6.30 con la prima Messa, seguita alle 8.30 dalla seconda. Alle 10 invece si terrà la Messa pontificale, presieduta dal Vescovo emerito di Cremona Dante Lafranconi, che sarà anche trasmessa in diretta Tv. Durante la celebrazione, come da tradizione, sarà concessa l'indulgenza plenaria e impartita la benedizione apostolica.
La giornata religiosa proseguirà, come da tradizione, con quattro rosari, dalle 14.30 alle 16 (è stata invece sospesa la messa delle 16). Alle 16.40 di celebrerà la Memoria dell'Apparizione e i Secondi vesperi, prima della messa delle 18 che chiuderà gli eventi legati a questa 589esima Apparizione.
La storia dell'Apparizione
Esiste un'antica pergamena sulla quale è riportata la storia dell'apparizione della Vergine a Giannetta De' Vacchi. Questo documento, di autore anonimo, racconta - nell'italiano volgare di allora - la storia della Madonna di Caravaggio. Una delle apparizioni mariane più famose d'Italia, 589 anni fa. Era infatti il 26 maggio 1432.
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Quel lunedì di maggio, del 1432
La pergamena racconta che Maria apparve a Giannetta, una contadina 32enne, appena fuori dal borgo. Era un lunedì. Giannetta era andata a falciare un prato poco lontano dal centro del paese, un paio di chilometri a sud, nei pressi della frazione di Mazzolengo, sulla strada verso Misano. E di fronte a quella Matrona "bellissima e ammirabile", vestita di viola, l'umile contadina reagì secondo il racconto in modo quasi comico. Disse di non avere tempo da perdere: doveva portare l'erba ai suoi animali. Ma poi la Madonna le pose una mano sulla spalla e le parlò.
Il racconto della pergamena
Vestita di viola e con il capo coperto di un bianco velo
"(...) Nell'anno 1432, il giorno 26 maggio all'ora ventuna, una donna chiamata Giovannetta oriunda del Castello di Caravaggio, di anni 32, figlia di un certo Pietro de Vacchi e moglie di Francesco de Varoli (che tutti conoscevano di specchiati costumi, religiosa e pia e di vita semplice ed onesta) era fuori del borgo di Caravaggio, percorrendo la via di Milano per recare a casa alcuni fasci d'erba. A un certo punto ecco, avanti ai suoi occhi, una Matrona bellissima e ammirabile, di alta statura, dal viso grazioso, e dall'aspetto venerando, di un atteggiamento ineffabile, vestita di color viola e il capo coperto di un bianco velo, venire e poi arrestarsi verso la stessa Giannetta.
Giovannetta atterrita dal così venerando aspetto della nobile Matrona, stupita esclamò: "O Vergine Maria!". E questa subito a lei: "Non temere o figlia, sono d'essa, ti prostra e prega".
"Signora, mi manca il tempo"
La fanciulla rispose: "Signora, mi manca il tempo perché i miei giumenti attendono queste erbe". E allora la Beatissima Vergine le disse: "Accogli i miei voleri". Ciò dicendo pose la mano sulla spalla della Giovannetta e la fece inginocchiare, soggiungendo: "Ascolta e ricorda le mie parole. Voglio che riferisca, ovunque possa giungere la mia voce e a quelli cui non potrai direttamente, indichi per mezzo di altri".
E così, con due grosse lagrime (che Giovannetta poi disse che erano lucidissime e le parevano come gocce d'oro) aggiunse: "Intendeva l'Altissimo mio figlio, Onnipotente, distruggere a fondo questo globo terrestre per la nequizia degli uomini che sempre nuove scelleraggini commettono e precipitano di peccato in peccato; ma io per delitti dei miseri ho innalzato preghiere allo stesso mio Figlio supplicandolo per sette anni. Per il che voglio che tu dica a tutti e a ciascuno degli uomini di digiunare a pane e acqua ogni venerdì in onore dello stesso mio Figlio e di festeggiare per mia devozione il vespero del sabato. Devono infatti dedicarmi quel pomeriggio per tanti e sì grandi beni che per me hanno ottenuto dal Figlio mio".
"Queste cose non mi crederanno gli uomini"
Tutte quelle parole la stessa Vergine a mani aperte, come afflitta, proferiva. Allora Giannetta disse: "Queste cose non mi crederanno gli uomini". E a lei la Clementissima Vergine: "Alzati, disse, e non temere e riferisci ciò che ti ho comandato; e quanto dirai sarà comprovato da tali meraviglie che nessuno dubiterà della verità delle tue parole".
Ciò detto, e fatto un segno di croce verso la Giannetta, sparì ai suoi occhi. Giovannetta subito tornò a Caravaggio raccontando ciò che aveva visto ed udito. Per le quali cose molti, credendo a lei, cominciarono a visitare quel luogo: e ivi trovarono una fonte non mai vista prima, alla quale allora certi ammalati, e molti in appresso, confidando nella potenza divina si recarono e ritornarono poi liberati dalle infermità, di cui erano afflitti. Per le preghiere e pei meriti della Gloriosissima Vergine Madre di Dio e del Signore Nostro Gesù Cristo, al quale col Padre e con lo Spirito Santo sia sempre lode e gloria per la salute dei fedeli. Così sia!"La fonte miracolosa sgorga dal prato
A segnare la divina origine dell'Apparizione e dei suoi doni, al cenno della celeste Regina, dal prato benedetto toccato dalla sua presenza, sgorga una limpida e copiosa sorgente d'acqua, cui traggono a salute, in ogni tempo, moltitudini di infelici, e le cui virtù vengono affermate anche dal subito fiorire di un ramo secco, gettatovi a sfida da un incredulo ostinato e insolente.
Giovannetta porta il messaggio al suo popolo; e pure ai governanti, per sollecitarli, in nome della Madonna, agli accordi e alle opere di concordia e di pace.Da Milano a Venezia, fino a Costantinopoli
Ardisce, così, lasciarsi persuadere a presentarsi a Filippo Maria Visconti, Signore di Milano; poi al governo della Repubblica Veneta; e, più tardi, su galere veneziane, si porta con numeroso seguito fino a Costantinopoli, all'Imperatore d'Oriente Giovanni III Paleologo, il cui intervento, sollecitato dalla Madonna a mezzo di Giannetta, sarà decisivo per il ritorno della Chiesa greca all'unita' della Chiesa Romana. Dovunque la veggente reca, a prova dell'Apparizione e della missione avuta, anfore di acqua della Fonte miracolosa, che opera prodigi di guarigione su innumerevoli infermi.
Ed ecco che contro ogni previsione e speranza, poiché (...) le condizioni in cui si trovava il territorio nostro e tutta la Chiesa non parevano che presagire nuove e più affliggenti amarezze, la pace si realizza: per la patria e, più, per la Chiesa, nel ritorno di dissidenti e scismatici all' "Unico ovile sotto l'unico Pastore".
Il Santuario
Il documento fu "tradotto" dall'arciprete don Giovanni Stroppa e poi trascritto dal vescovo di Cremona Cesare Speciano, in visita al santuario il 27 aprile 1599. Da allora è il "documento" ufficiale dell’Apparizione, e per anni è stata conservata in Sacrestia a Caravaggio. Sul luogo dove era apparsa la Madonna fu costruito negli anni seguenti il Santuario, sulla fonte dalla quale ancora oggi sgorga acqua sorgiva. Oggi quello di Caravaggio è quindi uno dei più importanti santuari mariani d’Italia e Papa Giovanni Paolo II vi si recò in pellegrinaggio dal 19 al 21 giugno 1992. L'anno scorso è stato soggetto a un importante lavoro di riqualificazione dell'illuminazione interna.