Coronavirus: chiusa tutta la Lombardia. E’ durissimo il Decreto firmato stanotte poco prima delle 3.30 dal premier Giuseppe Conte. Le nuove misure che estendono la zona rossa per cercare di contenere i contagi da Covid-19 sono molto più stringenti di quelle valide finora. Saranno valide fino al 3 aprile e riguardano circa 12 milioni di persone in tre Regioni.
Coronavirus, la situazione sanitaria è critica
L’obiettivo è sempre lo stesso: alleggerire la pressione sul Sistema sanitario nazinonale, che rischia di non reggere l’impatto delle decine di ricoveri quotidiani per Covid-19. La situazione sanitaria nelle Terapie intensive della Regione peggiora d’altra parte di giorno in giorno, anche a Treviglio. Fuori dall’ospedale è comparso un manifesto scritto a spray su un lenzuolo appeso. La frase rende bene un pensiero che accomuna tutti in queste ore: medici e infermieri sono gli eroi di questi giorni. “Medici e infermieri, siete i nostri eroi”.
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La zona rossa
Tutta la Lombardia zona rossa. Oltre alla nostra regione, sono state chiuse in Emilia le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Rimini. Nelle Marche la provincia di Pesaro e Urbino. In Veneto le province di Venezia, Padova e Treviso. Infine in Piemonte le province di Asti, Alessandria, Novara e Verbano-Cusio-Ossola.
Il decreto in pillole
Ecco spiegati i punti salienti del decreto (il cui testo integrale è visionabile in questo articolo), firmato nella notte da Giuseppe Conte e in vigore da oggi fino al 3 aprile. Sarà compito del prefetto territorialmente competente garantire l’esecuzione delle misure precauzionali e monitorarne il rispetto.
- Evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata, in uscita e all’interno dei medesimi territori salvo che per gli spostamenti motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza. Non c’è divieto assoluto di movimento, ma necessità di motivarlo. Le forze dell’ordine potranno chiedere conto del motivo per cui si è usciti di casa
Scuole, sport, centri commerciali
Restano in vigore le altre regole relative a scuola, sport, centri commerciali (che in provincia di Bergamo erano già limitati ai negozi alimentari). Il decreto quindi dispone:
- Chiusura degli Istituti di ogni ordine e grado e degli Atenei.
- Sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, salvo quelli effettuati da professionisti a porte chiuse.
- Sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali.
- Nelle giornate festive e prefestive sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati. La chiusura non è disposta per farmacie, parafarmacie e punti vendita di generi alimentari.
- Chiusi gli impianti nei comprensori sciistici.
- Chiusi i musei, gli altri istituti e luoghi della cultura.
- Sospese le cerimonie civili e religiose,ivi comprese quelle funebri.
- Sospese tutte le manifestazioni organizzate.
- Sospesa ogni attività come per esempio grandi eventi, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati.
Bar e ristoranti aperti fino alle 18
Sono consentite le aperture di bar e ristoranti ma solo dalle 6 alle 18, con obbligo, a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale.
Negozi aperti ma contingentati gli ingressi
- Sono consentite le attività commerciali diverse da quelle citate al punto precedente, a condizione che il gestore garantisca un accesso ai predetti luoghi con modalità contingentate e che sia garantita la distanza di 1 metro tra le persone
PER LE ATTIVITÀ CHE NON RISPETTERANNO I SUDDETTI OBBLIGHI È PREVISTA LA CHIUSURA.
Cosa si rischia se si violano le norme?
Qui di seguito le 13 pagine del testo integrale. QUI la versione testuale
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