Caravaggio

Agguato in via Pirolo, dieci condanne ma non ci fu tentato omicidio

Una vera e propria spedizione punitiva che mise i brividi a tutta la città, quel 5 settembre del 2023 a poca distanza dal Santuario

Agguato in via Pirolo, dieci condanne ma non ci fu tentato omicidio
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Lesioni aggravate e tentata estorsione, ma non ci fu tentato omicidio. Sono stati tutti condannati, seppur con ruoli e pene diverse, i dieci componenti del commando che due anni fa aggredirono e gambizzarono il pusher Badr Ainouss, detto Pedro, in via Pirolo. a Caravaggio. Una vera e propria spedizione punitiva che mise i brividi a tutta la città, quel 5 settembre del 2023, e che gettò luce su un'area a poche decine di metri dal Santuario completamente abbandonata a sé stessa. Ora, dopo l'intervento del Comune che ha fatto demolire il capanno teatro dell'aggressione e noto luogo di spaccio, sono arrivate anche le condanne per i protagonisti di quelle ore agghiaccianti.

Agguato in via Pirolo, dieci condanne

A pronunciare il primo grado è stato il Giudice dell'udienza preliminare Federica Gaudino, condannando a sei anni di carcere Giovanni Huyer, 54 anni, monzese, considerato l'esecutore materiale della gambizzazione. Colpì Pedro a entrambe le gambe e poi gli sparò all'altezza del volto, sfiorandolo. Sei anni anche per Luciano e Claudio Ezzembergher, 48 e 78 anni, figlio e padre, coinvolti nel successivo pestaggio del pusher e nell'organizzazione dell'agguato.
Pene minori, a tre anni, per gli altri membri del commando: Barbara e Ulisse Ezzembergher, 48 e 63 anni, Sciaili Huyer, 20, Uendis Huyer, 23, e Davide Vanoli, 54 anni di Calvenzano. Non aggredirono fisicamente l'uomo, ma erano presenti all'accerchiamento e restarono a guardare, minacciosi, mentre gli altri facevano il "lavoro sporco". Altri due soggetti sono stati condannati a un anno e mezzo per aver partecipato alla spedizione come "pali", restando al volante del furgone su cui il commando raggiunse via Pirolo, mentre un undicesimo soggetto, minorenne, è ora al vaglio della Procura dei minori di Brescia.

La spedizione punitiva

Sulla dinamica dell'agguato era stato lo stesso Pedro a indirizzare le indagini condotte dai carabinieri. Anche pubblicamente: in un’intervista rilasciata sulle colonne del nostro giornale aveva raccontato dettagliatamente sia l'aggressione che il retroscena sul quale si è innestata la spedizione punitiva. Gli Ezzemberger avevano infatti da tempo messo gli occhi su quella struttura, ora abbattuta, con l'intento di acquistarla o comunque di occuparla. La proprietaria - una misanese da tempo residente a Varazze (Liguria) - da tempo non se ne occupava e lo stesso Pedro aveva occupato lo stabile nel maggio 2021 abusivamente, dopo essere arrivato in Italia dalla Germania.

"Ho sentito gridare "Pedro, Pedro!" - aveva ricordato l’allora 41enne e quando sono uscito mi sono ritrovato davanti un uomo stazzato che mi ha sparato, colpendomi a una spalla. Io l’ho schernito, dicendo che quella che aveva in mano era solo una scacciacani... Allora si è avvicinato puntandomi l’arma alla tempia. "Se è una pistola vera fammi vedere" gli ho gridato, e lui ha spostato di poco la canna e ha fatto partire un colpo che ha bucato un vetro...». Da qui le indagini che hanno portato a dare un nome a tutti e dieci i membri del commando.

Abbattuto l'edificio dell'agguato

Nel frattempo, l'Amministrazione comunale non è stata a guarda. L'edificio di via Pirolo occupato abusivamente dal pusher  è stato reso al suolo a seguito di ordinanza sindacale e successivamente il terreno è stato acquisito dal Comune.

"Lo stato di diritto ha risposto con fermezza e tempestività ripristinando l'ordine pubblico e la sicurezza cittadina. L'edificio abusivo conteso e luogo di spaccio é stato raso al suolo a seguito di una ordinanza sindacale, le Forze dell'ordine hanno assicurato alla giustizia i responsabili dei gravi reati commessi in Via Pirolo. Ringrazio l'Arma dei Carabinieri per il costante ed efficace presidio del territorio a tutela della comunità" è stato il commento del sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini.

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