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Da oltre 70 anni sforna pane di qualità, al "Panificio Belloli" il riconoscimento di attività storica dalla Regione

Dopo quattro generazioni di panificatori però a fine anno l'attività protrebbe chiudere: i consumi sono calati e non ci sono discendenti

Da oltre 70 anni sforna pane di qualità, al "Panificio Belloli" il riconoscimento di attività storica dalla Regione
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Il "Panificio Belloli Pietro Snc" di Ghisalba riconosciuto attività storica della Regione Lombardia. Fondato nel lontano 1919, per alcuni anni è passato di mano, fino a tornare di proprietà dei discendenti che da oltre 70 anni sfornano pane per i ghisalbesi e non solo.

Riconoscimento regionale al "Panificio Belloli"

La Regione Lombardia ha conferito il riconoscimento di "Negozio storico - storica attività" al "Panificio Belloli" a rappresentare il grazie dell'Ente nei confronti di attività che costituiscono una parte fondamentale del tessuto economico, e che nel corso dei decenni hanno saputo vincere le sfide quotidiane attuando con successo il ricambio generazionale. E dall'Amministrazione comunale, che ha sostenuto la candidatura, arriva un forte plauso.

"I negozi di vicinato e le attività storiche sono molto più che semplici esercizi commerciali - ha commentato l'assessore al Bilancio Sara Bosis - rappresentano la cultura del territorio, sono testimoni di identità locale e punti di riferimento per la comunità ed è per questo che, in collaborazione con l’assessore alla Cultura Massimo Pizzetti, abbiamo pensato di aderire al bando regionale per il riconoscimento delle attività storiche presentando la candidatura del 'Panificio Belloli'".

Nel laboratorio l’attività di panificazione è rimasta inalterata nel tempo, l’utilizzo di materie prime selezionate e la lavorazione che viene svolta oggi come allora conferisce ai prodotti genuinità.

"A Ghisalba vi sono altri esercizi la cui lunga tradizione prosegue da oltre 40 anni -ha commentato Pizzetti - da parte nostra non mancheremo di aderire annualmente al bando regionale poiché sono queste attività che favoriscono il senso di comunità e coesione sociale, riflettono la cultura e la storia del territorio e contribuiscono a creare e mantenere un ambiente urbano vivibile".

I nuovi ingressi nell’elenco regionale del 2025 sono 591 e dal 2004 sono 4477 le attività riconosciute con oltre 40 anni di storia alle spalle.

Una storia lunga oltre un secolo

Una storia lunga oltre un secolo, in cui quattro generazioni di panificatori si sono susseguite nel negozio sito da sempre in piazza Garibaldi. A fondarlo nel 1919 furono Vincenzo Belloli e la moglie Erminia Galvari. Quest'ultima in precedenza si era sposata con il fratello Pietro che non intendeva lavorare in agricoltura ed aveva trovato un impiego all'Ansaldo di Genova, dove però morì. Tornata a Ghisalba, Erminia sposò Vincenzo e con lui diede il via all'attività che continuò fino al 1930, quando mancò Vincenzo. La coppia ebbe quattro figli, tra cui Pietro che ereditò il nome dello zio.

"Quando morì mio nonno mio padre era ancora un bambino e così il panificio venne dato in affitto - ha raccontato Paolo Belloli, che oggi conduce l'attività con il nipote Roberto - Poi scoppiò il secondo conflitto mondiale Pietro tornò distrutto, aveva combattuto nel Genio militare e poi, dopo l'armistizio, dall'Albania fu deportato in un campo di lavoro in Germania e lì passò l'inferno... Quando arrivò a casa aveva già passato alcuni mesi con gli americani che gli dato da nutrirsi ma era ancora in condizioni pessime, pesava 46 Kg e la madre nemmeno lo riconobbe... Ci volle qualche anno prima che si rimettesse e solo nel 1948 riprese il panificio di famiglia. Cominciò a lavorarci con un operaio, poi subentrò mio fratello Sergio. Quando andò in pensione mio padre a prendere il suo posto sono stato io. Una decina d'anni fa anche mio fratello è andato in pensione e a sostituirlo è stato suo figlio Roberto. Ricevere questo riconoscimento è stata una grande soddisfazione e lo dedichiamo a tutta la famiglia".

Pietro Belloli, padre di Paolo Belloli

 

Un futuro che forse non ci sarà

I due titolari non hanno figli e Paolo a fine anno andrà in pensione, il "Panificio Belloli" rischia di interrompere qui la sua lunga storia.

"Probabilmente chiuderemo bottega - ha rivelato ancora Paolo - dispiace perché è l'attività a cui si è dedicata tutta la famiglia ma c'è un inizio e una fine per tutto. Io in negozio ci sono cresciuto e devo dire che negli ultimi decenni è tutto cambiato: ai tempi dei miei nonni si faceva ogni cosa a mano, poi sono arrivati i macchinari ma il lavoro c'era, mentre oggi è calato molto. Si consuma meno pane un po' per la concorrenza dei supermercati, un po' per le diverse abitudini alimentari, le diete... Eppure quando si mangiava di più erano tutti magri, oggi accade il contrario, tutti ben più in carne per via di quello che una volta in tavola non c'era... Il forno prima si spegneva alle 11, adesso alle 8.30 e a mezzogiorno si è già finito di lavorare. Per preparare il pane ci si alza alle 3.15 ogni notte, un sacrificio che si fa senza pensarci ma oggi non ci sono giovani che vogliono intraprendere questa attività. In realtà è così un po' per tutti i negozianti, basta guardare il deserto dei centri storici".