Blu Basket Treviglio, in quattrocento protestano contro il trasloco a Orzinuovi
Intanto da Bergamo Paolo Andreini, ex socio a Treviglio e presidente della Bluorobica, si dice disposto a "raccogliere" il testimone con il titolo sportivo di B Interregionale
È un coro unanime di proteste, di rabbia e di delusione quello che in queste ore monta a Treviglio, dopo l'incredibile e assolutamente imprevista decisione del presidente della Blu Basket 1971 Stefano Mascio, di spostare la storica squadra cittadina ad Orzinuovi.
Un fulmine a ciel sereno, come l'ha definita lo stesso sindaco Juri Imeri, per rispondere alla quale ieri sera, martedì, al PalaFacchetti di via del Bosco si sono dati appuntamento circa quattrocento sostenitori, tifosi, amici della Blu Basket ma anche ex dirigenti e persino qualche ex giocatore. Arrabbiati e orgogliosi, i tifosi hanno organizzato una protesta pacifica, per quanto movimentata e animata da una delusione amara e cocente testimoniata tra l'altro dagli striscioni appesi sulla cancellata.
La manifestazione di protesta per la Blu Basket a Treviglio
Cori, sciarpe e fumogeni hanno colorato la manifestazione, durata un paio di ore. All'evento hanno partecipato tra gli altri lo storico ex dirigente Alberto Mattioli, i giocatori Davide Reati e Luca Gamba (entrambi capitani in periodi diversi della storia biancoblu). Pesanti le accuse indirizzate dai tifosi al presidente Mascio, che poche ore prima, durante la mattinata, dopo una stringata nota che annunciava l'addio a Treviglio, aveva persino annullato per asserite "ragioni di sicurezza" una conferenza stampa per spiegare le prospettive di quello che rischia di essere, al momento, l'ingloriosa e apparentemente assurda fine di un progetto sbandierato e celebrato in pompa magna per tre anni.
La folla al PalaFacchetti
La folla al PalaFacchetti
La folla al PalaFacchetti
La folla al PalaFacchetti
L'arrivo di Reati
L'arrivo di Reati
La folla al PalaFacchetti
La folla al PalaFacchetti
La folla al PalaFacchetti
La folla al PalaFacchetti
La folla al PalaFacchetti
La folla al PalaFacchetti
Le prospettive: un ritorno alle origini con la Bluorobica
Quale sarà il futuro della pallacanestro a Treviglio, persa la serie A2 nazionale? Istituzioni e imprenditori sono al lavoro per non lasciare il pubblico cittadino senza basket nella stagione 2024/2025 e un "assist" è arrivato ieri, martedì, da Bergamo. Lo ha fatto l'ex socio della Blu Basket e presidente della Bluorobica - che milita in B Interregionale e che ha un vivaio che per anni è stato ai vertici nazionali - Paolo Andreini che in un comunicato ha parlato di un possibile "ritorno alle origini".
"Era il 2003 quando, insieme a Carlo Ballini, abbiamo iniziato questa avventura che ha portato negli anni la nostra società ai vertici nazionali dell'attività giovanile. Attraverso gli alti e i bassi che caratterizzano qualunque attività siamo purtroppo arrivati oggi a rappresentare l'unica possibilità, per il basket giovanile della provincia di Bergamo, di avere un futuro concreto - ha scritto Andreini -. Nel 2022 abbiamo concluso il nostro rapporto di società satellite di Blu Basket senza una riga di ringraziamento, dopo quasi 20 anni nei quali tanti bambini sono diventati atleti importanti grazie a BluOrobica e grazie a Blu Basket. Nel frattempo la città di Bergamo, con scelte molto discutibili, ha di fatto azzerato la possibilità di svolgere sport di vertice, chiudendo tutti gli impianti disponibili. Due mesi fa, in tempi non sospetti, abbiamo bussato alla porta dell'Amministrazione Comunale Trevigliese, trovando disponibilità e passione per un nostro arrivo, discreto e rispettoso, in terra Trevigliese, perché dove si ama il basket, si ama tutto il basket".
L'opportunità per Treviglio è avere (almeno) un campionato interregionale la prossima stagione al PalaFacchetti.
"Oggi gli eventi ci portano a sottoporre la nostra candidatura per raccogliere il testimone di una società storica, partendo da quello che è il nostro livello (serie B Interregionale) e da quella che è la nostra mission (la costruzione di atleti di interesse nazionale) senza porre limiti verso l'alto ma solo se i passi, secondo tradizione Trevigliese ante litteram, saranno proporzionati alla gamba che li farà. Con chi farli dipenderà da quanta passione ancora ci sarà per il basket a Treviglio - ha concluso il dirigente orobico -. Perché la passione è passione, le categorie uno stimolo per crescere. Ci sono piazze dove un derby di serie B raccoglie migliaia di tifosi e Treviglio non sarebbe da meno, a patto di identificarsi con i protagonisti, di viverci a fianco in una dimensione in cui il fattore umano è un valore e non un limite per dei professionisti. I bambini devono vedere i loro idoli e sognare di diventarlo loro stessi; le società del territorio non devono temere la società di riferimento, ma devono identificarcisi e crescere al suo fianco. Questa è la mia idea, avevo provato a condividerla ma forse è venuto il momento per renderla pubblica e farne un progetto concreto".