Il Polittico di San Martino, visto da vicino: la nostra guida alla meraviglia
S'inaugura domani, sabato, con Vittorio Sgarbi, il nuovo museo "La porta del cielo"
È lui, il protagonista. Il Polittico di San Martino, questo weekend, sarà sotto i riflettori di tutta Treviglio - e non solo - perché proprio domani s'inaugura in città il museo La Porta del Cielo.
Due pagine dedicate sul Giornale di Treviglio
In edicola, da oggi venerdì 2 febbraio, il Giornale di Treviglio ha deciso di proporre uno speciale di due pagine estraibile al centro del giornale, in cui il Polittico è spiegato e commentato personaggio per personaggio. QUI trovi l'edizione sfogliabile
Polittico di San Martino: perché è l'opera d'arte più importante di Treviglio
Unanimemente considerato come una delle opere d'arte più importanti del Quattrocento lombardo, il Polittico di San Martino fu realizzato tra il 1485 e il 1491 dai pittori trevigliesi Bernardino Butinone e Bernardo Zenale, a quattro mani. Secondo i critici, il monumentale Polittico conservato da sempre nella Basilica cittadina segna il definitivo passaggio tra il Gotico Internazionale e l’affermazione del Rinascimento in Lombardia. Proprio la duplice firma - da una parte il "tradizionalista" Butinone e dall'altra il più giovane Zenale, influenzato dai maestri del Rinascimento incontrati a Milano - ne fanno una pietra miliare dell'arte italiana.
Così il critico Vittorio Sgarbi, da sempre tra i più accesi fautori del nuovo museo ideato dalla Comunità pastorale, in un intervento del febbraio 2022. «L’obiettivo di Butinone, con l’amico Zenale, è competere con Mantegna (...) tenere insieme pittura, scultura e architettura, in uno spettacolo mai visto prima. San Martino è un vero cavaliere e le sante sono dame di corte, e il povero è magro, privo di tutto, nudo. Butinone e Zenale sono indifferenti al richiamo edificante, alla forza dell’esempio evocato dal gesto del santo. Vogliono stupire. Il loro smisurato polittico non emana solo luce, manda suoni, è stereofonico, come un organo che diffonde musica nella chiesa. Tutti gli altri sensi sono presi, oltre ogni umano limite. In tutto il Nord Italia non c’è un’opera mobile più grandiosa e importante. Essa è oltre la realtà. E non è un sogno».
Il numero tre: la chiave di lettura
Centrale, nella composizione del Polittico, è il numero tre, simbolo della Trinità. Tre livelli, tre tavole per ogni livello, tre santi per ciascuna tavola laterale, tre angeli accanto alla Vergine che occupa il posto centrale.
Il piano superiore
Le tre tavole del livello superiore raffigurano, rispettivamente: tre sante, la Vergine con il bambino e tre santi.
Le tre sante a sinistra sono Lucia, dipinta con un libro in un sacchetto di stoffa, perché essendo cieca non può leggere con gli occhi del corpo, ma con quelli dello spirito; Caterina d’Alessandria, martire, affiancata dalla ruota dentata utilizzata per il suo supplizio, e con in mano un libro, memoria delle sue predicazioni; e infine Maria Maddalena, con i capelli sciolti lungo le spalle e l’abito rosso. In mano ha un balsamario: quello dell'unguento con cui cosparse i piedi di Gesù.
I tre santi a destra sono Giovanni Battista (con l’iscrizione in latino "Ecco l'agnello di Dio che toglie i peccati del mondo); Stefano, protomartire, raffigurato in un abito di broccato con la palma del martirio, e con le pietre con cui fu lapidato; e infine Giovanni Evangelista, giovanissimo, con la palma del martire e un’aquila nera, suo simbolo.
Al centro c'è la Vergine ed il Bambino. Lei è in abito rosso, segno della sua umanità, e manto blu, segno della Grazia Divina. La Madonna tiene il piede del Figlio. Attorno, alcuni angeli musicanti.
Il piano inferiore
La prima tavola a sinistra del livello inferiore raffigura san Zeno, san Maurizio e san Pietro, a richiamare tre chiese trevigliesi dei secoli precedenti. Le prime due chiese sono quelle effettivamente ancora esistenti. L'ultima, in realtà, non è quella della zona Nord: sorgeva dopo il Mille presso un monastero, dove oggi si trova il Centro civico.
Al centro si trova un'altra scena cara ai trevigliesi: San Martino che dona un pezzo del proprio mantello ad un povero. La stessa scena scolpita nella pietra delle scultura gotica conservata in Biblioteca, e (in copia) sotto il portico del Municipio.
A destra troviamo invece San Sebastiano (legato ad un albero che sbuca dal pavimento) anziché dalla terra; Sant’Antonio da Padova, francescano, ritratto in saio con in mano un giglio e un libro; e San Paolo con la sua spada che ricorda il suo martirio.
La pradella
La Predella, base del monumentale Polittico, vede raffigurati tre eventi della vita di Gesù: la Natività, la Crocifissione e la Resurrezione. In quest'ultimo quadro si notano i soldati romani, sbigottiti davanti al sepolcro.