La sorprendente fauna del Roccolo di Treviglio, minacciata dalla siccità
C’è una «città» nascosta, attorno a Treviglio, popolata da «cittadini» sorprendenti e pressoché invisibili che non ci si immaginerebbe mai di incontrare a poche centinaia di metri dal centro storico e dal traffico della circonvallazione. E c’è un’associazione, impegnata da ormai almeno una quindicina di anni a censirne gli abitanti: decine e decine di specie di uccelli, mammiferi, rettili e anfibi, alcuni dei quali particolarmente rari. Parliamo degli Amici del Parco del Roccolo, il gruppo nato nel 2004 e oggi guidato dall’architetto Claudia Bencetti, che gestisce e cura l’ultima oasi naturalistica della Bassa occidentale: il fontanile del Roccolo.
La fauna, sorprendente, del Roccolo di Treviglio
Siamo nel cuore della campagna trevigliese, a ovest della città, in via Del Bosco. Protetta e nascosta alle spalle del parco gestito dagli Alpini, l’oasi è diventata negli anni un punto di passaggio e di nidificazione per una fauna sempre più ricca ma al tempo stesso sempre minacciata, oggi, dall’effetto più evidente del riscaldamento climantico per la Pianura padana: una siccità micidiale, che l’anno scorso ha ridotto la profondità del fontanile da oltre tre metri a circa quaranta centimetri. «E quest’anno temiamo sarà anche peggio» spiega Bencetti, insieme al naturalista Livio Leoni, a Gaetano Vertova e a Paolo Valiati, che all’oasi si occupa in particolare di installare le fototrappole con cui i volontari immortalano i timidi ospiti del fontanile.
Solo nelle ultime settimane, i volontari hanno ripreso attorno allo specchio d’acqua trevigliese uccelli quali gufi, poiane, sparvieri, martin pescatori, picchi e un’altra trentina di specie. Tra i mammiferi abbondano ricci, lepri, apodemus, ratti, ma anche volpi e persino tassi.
Il tasso di via Pontirolo
Uno di questi, nei giorni scorsi, è stato trovato senza vita sul ciglio di via Pontirolo, investito da un’auto. A suo modo, e suo malgrado, il simbolo della fauna selvatica in lenta e faticosa ripresa, nelle campagne trevigliesi.
"I tassi sono animali schivi, difficile incontrarli - spiega Leoni - Ma ci sono". Per fotografarli, i volontari dell’associazione posizionano le fototrappole vicino all’acqua. Impressionanti e splendide le immagini pubblicate in questi anni sul sito degli Amici del parco, che mostrano incuriositi mammiferi passeggiare circospetti attorno alla camera, per raggiungere l’acqua e bere. Stesso discorso per le volpi, che sono invece sempre più diffuse un po’ ovunque nella zona.
Gli anfibi rari: la casa dei tritoni
E poi ci sono gli anfibi, tra cui specie particolarmente rare e a rischio d’estinzione che sono oggi potenzialmente anche i più in pericolo a causa della siccità. Tra le specie più rappresentative dell’oasi trevigliese ci sono i tritoni crestato e punteggiato. Perché si riproducano, l’acqua è essenziale: difficile immaginare un futuro roseo per la loro specie nella Bassa, se le estati saranno sempre più simili a quella del 2022 o a quella che, ahinoi, probabilmente ci attende. «È normale che d’inverno il fontanile vada in secca: si tratta di una sorgiva stagionale legata ai cicli dell’irrigazione - spiega Bencetti - Ma in questi ultimi anni il livello massimo dell’acqua è drasticamente sceso». Oggi rospi e tritoni sopravvivono soprattutto grazie alle pozze d’acqua artificiali mantenute vive dai volontari, che ogni due sabati si danno appuntamento al Roccolo per mantenere le strutture in buono stato.
Il fontanile del Roccolo nell'estate 2020: la profondità è di oltre tre metri
Il fontanile del Roccolo nell'estate 2022, praticamente in secca a causa della siccità
Il futuro dell’oasi
Le prospettive per il futuro? Al momento è difficile parlare di crescita, per un’area che si estende già su 30mila metri quadrati e che negli anni ha visto un netto aumento della sua biodiversità. Una ventina di anni fa era un semplice campo di orzo, trasformato piano piano in un vero e proprio bosco rinaturalizzato, attorno alla «testa» del fontanile.
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