Errore di calcolo: Lombardia torna arancione? L'Rt è a 0,82. Sì, ma chi ha sbagliato?
Ci sarebbe un errore nel valore trasmesso dai tecnici regionali. Fontana però ribatte: "A Roma devono smetterla di calunniare la Lombardia per coprire le proprie mancanze".
La Lombardia è in zona rossa da una settimana per un errore di calcolo? E' questa l' (inquietante) ipotesi che sta circolando da tutto il pomeriggio e che se da un lato apre alla speranza che già da domenica si possa tornare davvero in zona arancione, dall'altro getta l'ennesima ombra sulla gestione dell'emergenza. Ma chi ha sbagliato? Mentre le opposizioni accusano la Regione, i cui tecnici sembra abbiano effettivamente "rettificato" i dati, il governatore Attilio Fontana rispedisce al mittente ogni accusa e accusa Roma.
Errore di calcolo: Lombardia torna arancione?
A pubblicare l'indiscrezione sull'errore di calcolo è stato il Corriere della Sera, spiegando che il valore dell’indice Rt fornito dalla Regione alla vigilia dell’istituzione della zona rossa sarebbe stato sbagliato. Per questa ragione, i tecnici regionali sarebbero ora al lavoro per consegnare alla Cabina di regia del Ministero della Salute i dati aggiornati e corretti.
Sulla base di questo ricalcolo, il Ministero potrebbe firmare l’ordinanza che concederebbe un parziale allentamento delle restrizioni e che entrerebbe in vigore subito, ovvero domenica 24 gennaio 2021. Sarebbe un’eccezione, dato che il Dpcm prevede che per passare da una fascia di rischio a una più bassa servono almeno due settimane di permanenza; solo in caso di peggioramento il colore può cambiare dopo soli sette giorni.
Cosa cambierebbe
Nello specifico, ricordiamo che il passaggio dalla zona rossa a quella arancione concede ai negozi la possibilità di restare aperti, il ritorno alle lezioni in presenza degli studenti iscritti alle scuole medie e delle superiori (sebbene questi con didattica in presenza al cinquanta per cento) e la libertà di spostarsi liberamente all’interno del proprio comune, o nel raggio di trenta chilometri da esso (esclusi i capoluoghi di provincia) se si vive in un Comune con meno di cinquemila abitanti, senza autocertificazione e fuori dagli orari del coprifuoco.
Ma di chi è colpa?
Questo è il problema. Le opposizioni unite chiedono chiarezza e alcune, e sono convinte che l'errore sia imputabile a una prima, maldestra trasmissione dei dati sui contagi da parte di Palazzo Lombardia a Roma. Per contro, Fontana respinge ogni accusa e parla di "calunnie" da parte del Governo.
Scandella: "Errore della Regione appare sempre più probabile"
Che sia colpa della Regione ne è convinto il consigliere regionale bergamasco del PD Jacopo Scandella .
"Regione Lombardia, con una nota, afferma di aver inviato alla Cabina di regia 'una serie di dati aggiuntivi' che giustificherebbero il passaggio da zona rossa ad arancione. Appare sempre più probabile che i dati forniti la scorsa settimana dalla Regione fossero incompleti o sbagliati; ora attendiamo la conferma e quindi, se così fosse, l'ordinanza conseguente. Sarebbe davvero incredibile e anche un po' surreale. Io chiedo solo che le cose vengano fatte con criterio e i dati non vengano aggiustati a piacimento. Perché questo non è un gioco".
Niccolò Carretta (Azione): "Se fosse così, elemento di una gravità disarmante"
Sulla vicenda è intervenuto anche Niccolò Carretta di Azione.
“Se le indiscrezioni di queste ore fossero confermate, e cioè che il Ministero della Salute ha emanato, il 16 gennaio, un’ordinanza di zona rossa per la Lombardia su dati in ritardo sulla situazione reale, esse rappresenterebbero un nuovo elemento di una gravità disarmante. Se Regione Lombardia, dunque, avesse sbagliato metodologia per calcolare l’indice Rt, con l’effetto di penalizzare attività chiuse in zona rossa e studenti in DAD, saremmo di fronte all’ennesimo grossolano errore davanti agli occhi dei lombardi. Auspico dunque che, al netto della sentenza del Tar rinviata a lunedì e dell’eventuale ammissione di colpe da parte della struttura lombarda, l’assessore Moratti e il Presidente Fontana vengano in Aula a riferire di quel che sta accadendo in queste ore eventualmente mettendo sul piatto un cambio radicale di metodologia per la raccolta e la trasmissione dei dati al Ministero”.
Fontana smentisce: "Da noi nessun errore"
Il presidente Attilio Fontana, tra i primi nei giorni scorsi a chiedere che la Lombardia non fosse inserita nell'elenco delle zone rosse, ha però smentito qualsiasi ipotesi di errore da parte del Pirellone e ha rimandato la “palla” della colpa nella metà campo del Governo.
«La Lombardia deve essere collocata in zona arancione – ha scritto piccato su Facebook e in una nota stampa -. Lo evidenziano i dati all’esame della Cabina di regia, ancora riunita. Abbiamo sempre fornito informazioni corrette. A Roma devono smetterla di calunniare la Lombardia per coprire le proprie mancanze».
Dello stesso avviso anche l’assessore allo Sviluppo economico, Guido Guidesi:
“Il Governo prenda atto degli errori commessi fino ad oggi e faccia tornare subito i Lombardi a lavorare. Roma la deve smettere con questo attacco e questo astio nei confronti del sistema produttivo Lombardo e in generale di tutti i Lombardi. Regione Lombardia utilizzerà tutti gli strumenti a sua disposizione per tutelare i propri cittadini e lo farà fino a quando la situazione non cambierà.
Intanto, il Tar del Lazio deciderà sul ricorso di Fontana
In merito ai criteri utilizzati per collocare la Lombardia in zona rossa la Regione ha presentato la scorsa settimana un ricorso al Tar del Lazio. Il pronunciamento del giudice monocratico è atteso per lunedì prossimo (25 gennaio 2021).
Terzultimi per indice Rt
E' di stasera la pubblicazione sul canale ufficiale della Regione di un'infografica che riporta i valori aggiornati dell'indice di trasmissione del virus, in base ai quali solo altre due Regioni italiane sono messe meglio di noi, in questi giorni, sul fronte del virus. Il Veneto e la Campania. Con un indice Rt di 0,82, insomma, la possibilità di rientrare (perlomeno) in zona arancione sarebbe molto alta.
“Chiusi per un errore di Regione Lombardia? Paghino i danni”
Anche il consigliere del Movimento Cinque Stelle, Andrea Fiasconaro, attacca la regione:
“A quanto pare per un loro errore nel comunicare i dati tutti noi abbiamo pagato il prezzo, economico e psicologico, di una settimana in zona rossa. Se fosse così, Regione Lombardia dovrebbe rispondere di questo imperdonabile errore e pagare i danni a tutte quelle imprese, a tutti quei lavoratori e quegli studenti che stanno subendo sulla propria pelle gli effetti dell’incapacità di questa Giunta. Se la notizia fosse confermata il Movimento Cinque Stelle valuterà se intraprendere in tal senso un’azione legale nei confronti della Giunta di centrodestra”.
“Praticamente da una settimana hanno bloccato l’intera Regione concentrandosi su di un ricorso al TAR contro loro stessi.
Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia dicano ora ai lombardi, costretti a tenere i negozi chiusi e i figli a casa sulla base di un loro errore, a chi devono rivolgersi per riparare il danno subito”.