Olimpiadi - Atletica

Ihemeje: a Tokyo ci vuole un salto a cinque cerchi!

Martedì 3 agosto tocca al portacolori dell’Atletica Estrada che sogna la finale nel salto triplo.

Ihemeje: a Tokyo ci vuole un salto a cinque cerchi!
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Emmanuel Ihemeje sta per scattare. Il triplista dell’Atletica Estrada sarà in gara martedì 3 agosto con la maglia azzurra della Nazionale con l’obiettivo di riuscire a centrare la finale olimpica, un risultato che è un sogno per tutti gli sportivi.

Da Verdellino agli Stati Uniti

Ihemeje è nato a Carrara il 9 ottobre del 1998 da genitori nigeriani, trasferitosi a soli 4 anni a Colognola (rione di Bergamo) e a 7 anni a Verdellino, ha iniziato l’attività in atletica a undici anni con l’Estrada di Treviglio e Caravaggio. Forgiato, incoraggiato e "coccolato" da quel gran tecnico che risponde al nome di Paolo Brambilla, Emmanuel ha cominciato a farsi notare nel 2017 quando agli Europei Under 20 di Grosseto si classifica al 6° posto del salto triplo. Nel 2017 si trasferisce in Francia al Creps di Reims dove c’è l’iridato del triplo, il suo idolo Teddy Tamgho, poi grazie alla borsa di studio ricevuta dalla California State University a Northridge si trasferisce negli Stati Uniti. Passa quindi alla Oregon University di Eugene dove quest’anno è letteralmente esploso vincendo in Arkansas la finale dei campionati NCAA indoor con 17,26 metri (quarta misura italiana di sempre al coperto). All’aperto il suo record è di 17,14 metri ottenuto sempre quest’anno a Eugene. Misure tra le migliori di sempre nel triplo italiano.

"Essere qui è il sogno di ogni atleta"

Appena arrivato in Giappone siamo riusciti ad intercettarlo e ci ha raccontato il suo stato d’animo alla vigilia dell’esordio a cinque cerchi.

"Il primo impatto è stato bellissimo. Già in aeroporto in America le hostess e i collaboratori dei Giochi Olimpici ci hanno accolto come se fossimo degli dèi. Non ci hanno fatto mancare nulla, si sono preoccupati di farci stare bene e a nostro agio. Quindi già questo mi fa capire che sono arrivato ad un evento molto molto importante. Poi arrivando in Giappone in Casa Italia dove alloggiamo prima di arrivare al villaggio olimpico è stato bellissimo. Già il fatto di vedere il logo dell’Italia CONI ti fa salire l’onore e l’orgoglio e ti fa pensare alla responsabilità che hai. E’ tutto molto bello, diciamo che partecipare alle Olimpiadi è il sogno di ogni atleta, ma vedere tutte queste cose sembra proprio di sognare ad occhi aperti. Questo è l’effetto che mi ha fatto arrivare qui: non ho ancora visto la città di Tokyo però ho visto un po’ il paesaggio ed è un altro mondo, davvero molto bello. C’è caldo umido ma non dovrebbe influire molto sulla mia gara per come sono fatto io".

La tua condizione di forma?

"Non sono proprio stanco stanco, però ho tirato un po’ lunga la stagione, dai primi giorni di gennaio fino ad oggi senza soste. Si sente un po’ di stanchezza però stiamo lavorando e facendo di tutto per recuperare la miglior forma, pian piano ci sto riuscendo. Ora sono concentratissimo per la gara del 3 di agosto, l’obiettivo è di centrare la finale, farò di tutto per riuscire ad entrarci. Per il resto si parlerà in futuro, per ora è questo che vorrei fare, andare in finale".

Paolo Brambilla regala altre perle di saggezza.

"E’ il primo atleta dell’Estrada che va alle Olimpiadi. Vediamo come si ambienta Emmanuel, può essere una sorpresa nel bene e nel male...".

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