Treviglio

Getto del peso, bronzo per il "trevigliese" Oney Tapia a Tokyo

Dall'incidente in cui ha perso la vista, al successo nello sport paralimpico, passando per la vittoria a "Ballando con le stelle".

Getto del peso, bronzo per il "trevigliese" Oney Tapia a Tokyo
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Un altro straordinario risultato per un atleta "trevigliese" d'adozione,  alle Paralimpiadi di Tokyo. Oney Tapia, bergamasco di Sotto il Monte che per anni ha lavorato in città ed è molto conosciuto in tutta la Geradadda, si è piazzato terzo nella specialità del getto del peso. La gara si è disputata oggi, lunedì 30 agosto.

Il podio (immagine da Rai Sport)

La gara di Oney Tapia

Oney Tapia ha vinto il bronzo con una misura di 13.60 metri ottenuto al sesto ed ultimo lancio della gara. Ha conquistato invece loro l'iraniano Mahdi Olad (14,43 metri),  mentre l'argento è andato al brasiliano Alessandro Rodrigo Da Silva (13.89). Quello conquistato da Tapia è il 33esimo  titolo per l'Italia alle Paralimpiadi 2020.

"Non se l'aspettava nessuno nemmeno io – ha dichiarato l'atleta a Rai Sport – Il mio primo pensiero è stato per tutti quelli che mi sono stati vicino in questo periodo difficile (Tapia viene da un delicato infortunio, ndr). Tutto nella vita è possibile, basta metterci passione e amore nelle cose. Questo risultato è per il mondo paralimpico, che deve crescere sempre più grazie alla sinergia tra atleti e federazione. Venite fuori ragazzi, guardate quello che v'aspetta".

Chi è Oney Tapia

L’atleta italo-cubano è nato all'Avana e ha 45 anni. Vive in Italia dal 2003, a Sotto il Monte, ma è molto conosciuto anche in città, a Treviglio, dove ha militato nella locale squadra di rugby e dove lavorava come operaio per la cooperativa "Ulivo". Un lavoro che, purtroppo, lo ha reso non vedente nel 2011.

Aveva 12 anni quando Oney iniziò a giocare a baseball e subito dopo a praticare pugilato. E sempre per motivi legati allo sport che nel 2003, 27enne, si trasferì in Italia, dove entrò nella squadra di baseball prima di Bergamo, poi del Montorio Veronese, che allora era in serie A, e infine dell’"Old Rags Lodi".

Successivamente Tapia entrò nel team di rugby  di Treviglio e intanto si guadagnava da vivere facendo il giardiniere lavorando con la nota cooperativa trevigliese.  Il 26 maggio 2011, il terribile incidente. Mentre era impegnato a potare un albero a Lodi, venne colpito alla testa da un grosso ramo. Venne lesionata proprio la parte di cervello che permette di vedere, e da allora Oney è completamente cieco.

Oney Tapia e lo sport

Oney Tapia
Oney Tapia a Treviglio, davanti alla redazione del Giornale di Treviglio, nel 2013

Una tragedia che l'ha colpito ma non abbattuto. Da allora, forse ancora più di prima, lo sport è stato una parte fondamentale della  vita di Oney Tapia. Cominciò a praticare il "Goalball", una sorta di calcio, con la "Omero Bergamo", società con cui si è laureato campione d’Italia. Nel 2013, con la nazionale italiana, partecipa anche agli europei per il gruppo C, conquistando la promozione nella categoria superiore. Poi si è applicato al judo e l’atletica. E ha cominciato a cullare il sogno di poter partecipare alle Paralimpiadi.

A Rio 2016 fu argento nel disco

Detto, fatto.  Cinque anni fa  dopo aver vinto il campionato europeo di lancio del disco, partecipò ai giochi di Rio de Janeiro, qualificandosi secondo in quella specialità.  Non solo. Ha conquistato la medaglia d’oro sia nel disco che nel peso ai campionati europei del 2018 e argento mondiale nel 2019 a Dubai. Tra le tante onorificenze, nel   2019 è stato  insignito del premio "Gianni Brera", nell’anno del centenario della nascita del celeberrimo giornalista sportivo.

Una stella della tv: vinse "Ballando"

Oney Tapia a "Ballando con le stelle"
Oney Tapia a "Ballando con le stelle"

Ma se lo sport per Tapia è stato fondamentale, non è stato tutto. Negli anni, l'atleta si è ritagliato un posto anche come personaggio televisivo.  Nel 2017 partecipò in coppia con Veera Kinnunen,  vincendo, a  "Ballando con le stelle". Facendo entusiasmare, per l'ennesima volta, milioni di italiani.

 

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