Verso le Europee

Malanchini: "La crisi nella Lega? Ne ho viste tante... me gli elettori hanno sempre ragione"

L’unico candidato leghista bergamasco parla della politica economica in materia di agricoltura, della crisi ucraina, e dei drammi della "sua" Lega

Malanchini: "La crisi nella Lega? Ne ho viste tante... me gli elettori hanno sempre  ragione"
Pubblicato:

Otto di mattina, lunedì, al bar "Da Nico" di Spirano. Il consigliere regionale Giovanni Malanchini entra come uno di casa. Un "ciao" per tutti, si siede e ordina una spremuta: arancia e limone. Gli occhi dietro le montature verdi scrollano lo schermo dello smartphone: sta preparando la corsa alle Europee, alle quali è l’unico candidato leghista bergamasco, nella tornata in cui forse più che mai il Carroccio "ha da passà 'a nuttata", per dirla con Eduardo. Per la Bassa, al momento, è l’unico candidato in assoluto.

Malanchini verso le Europee

La campagna elettorale che ha in testa è un piano di battaglia organizzato in modo scientifico, quadratissimo. Eppure, tra un punto e l'altro di questa intervista a tutto campo, tra la politica economica in materia di agricoltura, la crisi ucraina, e i drammi della "sua" Lega, in dialetto chiacchiera con i quattro spiranesi trovati al tavolino accanto al nostro. Uno, nientemeno, è il sindaco Yuri Grasselli, suo successore alla guida del Comune, che si appresta a ricandidarsi a giugno. Con lui pianifica qualche operazione di manutenzione del verde in paese, parla di divieti di sosta e dei volantini della campagna elettorale leghista. Del resto tutto è cominciato così, 29 anni fa. A Spirano, la culla della Lega bergamasca.

Consigliere Malanchini, nei giorni scorsi ha annunciato la sua candidatura per Bruxelles. Per la prima volta da 29 anni non sarà candidato consigliere comunale nel suo paese. Come ci si sente, di fronte ad un addio così importante?

A Spirano ci penso spesso. È una vita che finisce, una pagina che si chiude. Sono entrato per la prima volta qui nel 1995, e le lettere si scrivevano ancora a macchina. Piano piano la Lega a Spirano ha consolidato un bel modello. Quando vinci con l'80 percento, del resto, significa che non ti hanno votato solo i tuoi... Ho aperto l'ufficio alle 5.30 del mattino per nove anni. Non me lo fanno fare, da consigliere regionale, al Palazzo della Regione, ma lo farei se potessi... Del resto mi sveglio sempre prestissimo.

Com'è nata la decisione di candidarsi per Bruxelles, unico candidato leghista della provincia di Bergamo e unico, in assoluto, nella Bassa?

Mi è stato chiesto di farlo, a più livelli della Lega: serviva un candidato del territorio per Bergamo. Ma non per questo è una candidatura "di servizio": corro per vincere ed essere eletto, contando sul mio forte radicamento territoriale.

Molti leghisti sono, per usare un eufemismo, preoccupati: non è più il Carroccio a doppia cifra di qualche anno fa, la Lega di Matteo Salvini. E non sono in pochi ad averlo messo nero su bianco. Dalla lettera dei "ribelli" di due settimane fa, sono diverse le prese di posizione. Persino intere sezioni come quella di Travagliato (Bs) sono perlomeno spaesate...

Da tempo la Lega ha affiancato alla battaglia per l'autonomia anche una sua strategia nazionale. Penso che non sia corretto criticarla ora dall'interno, quando solo cinque anni fa la stessa linea di Salvini ha portato voti e quindi anche posti e rendite di posizione a moltissimi. Però penso anche che gli elettori hanno ragione, sempre. Se i numeri calano bisogna intercettarne i segnali e capire perché non siamo riusciti a convincerli. Quello che voglio fare io è questo: rinvigorire il rapporto di rappresentanza. E chi cerca di scimmiottarci, in questo, ha sempre fallito... I malumori non bisogna ignorarli, in vent'anni ne ho visti tanti. Ma c'è un fatto, se parliamo di rappresentanza: Fratelli d'Italia fa fatica a trovare quattro persone per fare un gazebo.

Lei si definirebbe europeista?

Se parliamo dell'Europa delle Regioni, sì. Finora invece abbiamo avuto troppi regolamenti, che sostituendo le vecchie direttive hanno fatto venire completamente meno il principio di sussidiarietà su cui si basava l'UE. In questo sono totalmente in disaccordo con i partiti centralisti, e penso ad esempio al Pd di Gori quando parla di autonomia e di livelli essenziali di assistenza.
Mentre il fallimento totale dell'EU si è visto in Ucraina, con ogni Stato allo sbaraglio nella gestione dei rapporti istituzionali con la Russia aggressore e la mancanza assoluta di una politica estera comune.

Uno dei temi caldi è quello del Green Deal, il contestato pacchetto di norme per la transizione ecologica in Europa. Tra le altre cose l'obiettivo è prevenire i rifiuti da imballaggio. Mentre lei è... per la plastica.

Beh, sì. Bisogna avere il coraggio di spiegarle, le cose. La plastica si recupera completamente e proprio in Lombardia ci sono poli di eccellenza assoluta nel suo riciclaggio. Bergamo in particolare è un modello nella rigenerazione. Perché affossare tutto ciò? Le bottiglie di Pet sono la cosa più preziosa che abbiamo nel secchio della spazzatura: rinunciarvi significherebbe, ad esempio, far chiudere le fonti d'acqua di montagna. Ma la stessa cosa vale per i motori endotermici: l'EU produce solo l'8 percento delle emissioni mentre altrove c'è chi, senza problemi, usa ancora le centrali a carbone. Perché avvantaggiare i cinesi su una tecnologia che ci vede già indietro, come quella dell'elettrico? Cosa succederebbe se la SAME portasse la produzione dei futuri trattori elettrici in Cina?

Eppure il Global Warming non è un'invenzione: gli agricoltori stessi se ne rendono sempre più conto, anche nelle nostre campagne, anno dopo anno...

Certo che c'è un problema, non sono assolutamente un negazionista. Ma il mercato è uguale per tutti e così dovrebbe essere per le regole. Il problema lo si affronta con trattati e accordi internazionali, non con misure ideologiche.

A livello locale il suo ambito d'interesse principale è da sempre l'agricoltura. Come interverrà in Europa su questo tema?

Per me è il tema dei temi. Penso alla strategia Farm to fork (un piano decennale varato dall'UE per trasformare il sistema alimentare europeo, rendendo più sostenibile lungo tutta la filiera, ndr). In realtà metterà in seria difficoltà, ad esempio, anche molte produzioni della Bassa bergamasca. Penso alle politiche sul sovescio (la rotazione delle colture con inserimento di periodo di incolto, ndr). C'è poi il tema dei nitrati: l'attuale zona di vulnerabilità, varata nel 1991, va bene. Ma serve buon senso: dove non c'è la falda acquifera, non serve rispettarla. Anche perché tutte queste regole, che spesso dal punto di vista scientifico non hanno senso, hanno invece un largo impatto nella distribuzione dei contributi della Politica agricola comune (Pac). Mentre servirebbero misure efficaci, non ideologiche.

Vuoi restare sempre aggiornato?

📱"𝗣𝗿𝗶𝗺𝗮 𝗧𝗿𝗲𝘃𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼" è ora anche un canale 𝗪𝗵𝗮𝘁𝘀𝗔𝗽𝗽

In un solo posto, troverai tutte le notizie più importanti della giornata dal tuo territorio, 𝗱𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘀𝘂𝗹𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗾𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝘃𝘂𝗼𝗶 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗻𝗼𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗵𝗲, dalla sezione "Aggiornamenti" di WhatsApp.
🔗𝗖𝗹𝗶𝗰𝗰𝗮 𝘀𝘂𝗹 𝗹𝗶𝗻𝗸 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝘀𝗰𝗿𝗶𝘃𝗲𝗿𝘁𝗶 𝗮𝗹 𝗰𝗮𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗣𝗿𝗶𝗺𝗮𝗧𝗿𝗲𝘃𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼!
https://whatsapp.com/channel/0029VaEHNSEK5cD5VhYIts2h

Seguici sui nostri canali