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Il sogno di un polo socio sanitario, dov'è finito il progetto della Rsa per Verdellino?

Tutto fermo in attesa che venga confermata la necessità di questi servizi che senza accreditamento regionale costerebbero cifre folli

Il sogno di un polo socio sanitario, dov'è finito il progetto della Rsa per Verdellino?
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Che fine ha fatto il progetto di realizzare una Rsa, o meglio un centro socio sanitario polifunzionale, in paese? Si avvicina il giro di boa per l’Amministrazione guidata dal sindaco Silvano Zanoli, al suo secondo mandato, e dell’opera principe del programma elettorale presentato alle elezioni del 2021 non c’è ancora traccia.

Rsa a Verdellino: che fine ha fatto il progetto?

Il tema è emerso nuovamente anche durante l’ultimo Consiglio comunale, la scorsa settimana, dopo che, a dicembre, la Giunta aveva dato un primo "via libera" alla proposta di un operatore privato intenzionato a realizzare un polo sanitario sul terreno che si trova alle spalle del cimitero comunale.

"Sono stati fatti dei passi concreti - ha spiegato Zanoli in Aula - Ci sono state interlocuzioni con soggetti interessati e con gli enti coinvolti, come Ats, le Asst e la stessa Regione. Non stiamo più parlando di una semplice Rsa, ma di un centro socio sanitario che possa rispondere ai bisogni dei più anziani offrendo servizi che oggi mancano sul territorio".

Un aggiornamento che non ha convinto il capogruppo di minoranza di "Insieme per cambiare" Umberto Valois che, pur apprezzando l’idea in linea generale, non ne condivide le modalità di realizzazione.

"Questo progetto mi trova d’accordo sulle intenzioni - ha detto - ma per il momento non c’è nulla oltre a una delibera di intenti. Non ce n’è traccia nemmeno nel previsionale e questo non fa altro che sottolineare la mancanza di coerenza tra le intenzioni e i documenti. Resto convinto che per progetti di questo genere, così come per la scuola superiore, esistano altre strade da percorrere. Si tratta di opere sovraccomunali che portano benefici al territorio e che per questo non dovrebbero pesare su un singolo Comune".

L'investitore c'è...

Al momento, infatti, l’unico documento è una delibera di Giunta dello scorso dicembre con cui l’Amministrazione approvava la proposta della società Sa.Gest di Ferrara interessata alla realizzazione di una grande struttura socio sanitaria su un terreno di 9mila metri quadrati a ridosso del cimitero. L’ok della Giunta segnava solo un primo passo nell’iter che dovrebbe poi coinvolgere Ats e Regione per l’accreditamento di almeno parte dei circa 180 posti che verrebbero attivati nella struttura. Un percorso non certo facile e che al momento si è scontrato con il muro di gomma degli enti coinvolti.

...ma serve l'accreditamento

Senza l’accreditamento il centro rischierebbe di trasformarsi in un servizio di nicchia, accessibile solo a famiglie ad alto reddito.
L’idea dell’investitore, che al momento è ancora in attesa di capire se il territorio abbia effettivamente necessità di un centro di questo genere, sarebbe infatti quella di attivare 20 posti letto per la neuropsichiatria infantile, 10 posti per bambini autistici, altri 10 per i disturbi alimentari, 20 posti per disabili psichiatrici oltre a 40 posti per l’ospedale di comunità, 60 posti per la Rsa con 20 riservati ai pazienti affetti da Alzheimer e infine 10 posti per la gravissima disabilità.

Occupazione e formazione

Insomma un ventaglio di servizi, sicuramente utili, ma certamente cari il cui costo giornaliero di degenza potrebbe arrivare anche a 300 euro.
Non solo. All’interno della struttura sarebbe possibile attivare anche un istituto tecnico sociosanitario per istruire il personale che, poi, potrebbe trovare sblocco lavorativo direttamente sul posto con un risvolto occupazionale importante: servirebbero circa 90 operatori per garantire il funzionamento dei servizi. Gli ultimi colloqui in Regione si sono poi dovuti interrompere a fronte delle elezioni di febbraio e potranno riprendere - o almeno è ciò che si spera - con l’insediamento della nuova Giunta regionale (avvenuto ieri, ndr).

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