Forno Crematorio: Spino ritira la candidatura
Il fronte del NO vince nel braccio di ferro con l'Amministrazione
E' ufficiale, il forno crematorio a Spino d'Adda non si farà. L'Amministrazione comunale, con le spalle al muro, ha ritirato la candidatura.
Il forno crematorio non si fa
In una lunga lettera rivolta ai concittadini, il sindaco Luigi Poli racconta le cause all'origine della decisione, spiegando che quanto deliberato nel Consiglio comunale di sabato 19 dicembre (la manifestazione di interesse) sarà revocato. Motivo ufficiale dell'annullamento della manifestazione d'interesse, è l'impossibilità di svolgere il referendum prima delle elezioni comunali, a causa del prolungamento dello stato di emergenza fino al 30 aprile.
QUI tutta la cronistoria sul forno crematorio di Spino
La lettera di Poli
Una lettera che riproponiamo integralmente, in cui Poli esprime rammarico per l'occasione sfumata, ma anche per il comportamento, a suo dire non proprio corretto, di chi non ha voluto nemmeno discutere l'opportunità di edificare il forno crematorio.
"Gentilissime Concittadine, Gentilissimi Concittadini, torno a parlarvi di questo tema, dell'eventuale e futura realizzazione di un Tempio Crematorio in Spino d'Adda, dal momento che è intenzione di questa Amministrazione prendere una decisione in merito, per le ragioni che di seguito Vi esporrò - si legge nella lunga lettera del primo cittadino - Nella mia precedente lettera, ho illustrato e motivato le ragioni per cui si era arrivati ad individuare Spino come possibile sede di un tempio crematorio. Ragioni, che trovavano origine e fondamento nella necessità dell'intero territorio cremasco di dare una risposta concreta al sempre maggior numero di richieste di cremazioni. Un'esigenza di pubblico interesse, fortemente avvertita in ragione dell'insufficienza degli attuali impianti. Doveva ed intendeva essere la proposta di un servizio per Spino e per l'intero territorio cremasco. A tal riguardo, qualora la Regione Lombardia avesse approvato la nostra istanza, si doveva sviluppare il civile confronto per conoscere, capire e decidere insieme a tutta la cittadinanza se realizzare o meno questo progetto.Purtroppo, non è andata così. Occorre prendere atto, con vivo rammarico, che c'è chi ha preferito imboccare la maldestra strada della facile strumentalizzazione, generando in paese un clima conflittuale inaccettabile. L'eco di quanto stava succedendo a Spino si è diffuso per tutto il cremasco a tal punto che il Sindaco (di Casaletto Ceredano) Aldo Casorati, presidente dell'Area Omogenea Cremasca, persona attenta e sensibile al nostro territorio, ha ritenuto opportuno intervenire, formulando una proposta, perché quanto stava accadendo a Spino interessava tutti i Comuni che avevano condiviso unitariamente questo progetto. La sua proposta, a sostegno dell'Amministrazione Spinese, inizialmente veniva condivisa da tutti gli Amministratori locali, ma purtroppo, una volta arrivata in assemblea, non ha più incontrato l'approvazione unanime dei Sindaci. Non sussistendo più unità d'intenti ho comunicato ai colleghi che Spino avrebbe assunto le decisioni che riteneva più opportune nell'esclusivo interesse della nostra collettività".
Stato di emergenza prolungato
"Considerando ciò che è avvenuto, dopo aver manifestato la disponibilità di Spino d'Adda a portare avanti l'iniziativa proposta, occorre tener conto dei seguenti elementi di riflessione e valutazione. Il gruppo consiliare di minoranza, col suo capogruppo consigliere Paolo Riccaboni, aveva dato parere favorevole al progetto. Successivamente, senza darne alcun preavviso, ha invertito la rotta e si è fatto promotore del fronte del no. Gli ambientalisti, che dall'alto della loro supponenza, in un attimo hanno bocciato un professore universitario, dispensando poi come verità certa tutto quello che hanno voluto scaricare da Internet, col risultato di spaventare più che informare le persone. Diversi cittadini hanno costituito il Comitato "NO al forno crematorio a Spino d'Adda" per esprimere la loro netta opposizione al progetto, raccogliendo molte adesioni, anche se i numeri reali sono ben al di sotto di quelli pubblicati. Infine, ma non certo per ultimo, il referendum consultivo. L'allungamento, fino al 30 Aprile 2021, dello stato di emergenza a causa dell'epidemia da Covid-19, impedisce di effettuare il referendum prima di tale data e considerando che, per quanto ci è dato di sapere, le prossime elezioni comunali si terranno nel mese di maggio 2021, sarà impossibile fare il referendum prima delle consultazioni elettorali comunali. Questo punto costituisce l'elemento centrale ed imprescindibile della questione. A fronte delle contestazioni, a fronte delle opposizioni ricevute, talune anche puramente strumentali, l'Amministrazione ha ritenuto assolutamente necessario interpellare l'intera cittadinanza spinese. Abbiamo ritenuto imprescindibile ascoltare la voce e la volontà di tutti gli spinesi, nessuno escluso e, per tale ragione, stiamo rivedendo, con urgenza, il regolamento in materia di referendum consultivi, e questo, come già detto, proprio per interpellare tutti gli spinesi. Purtroppo, ciò non è più possibile. La proroga dello stato di emergenza al 30 aprile 2021 impedisce la consultazione referendaria. L'impossibilità di effettuare il referendum in tempi brevi ci impedisce di mantenere fede a quanto promesso a voi Cittadini spinesi, in quanto non ci permette di conoscere la Vostra precisa volontà. Tutto ciò ci induce ad assumere una definitiva decisione in merito alla questione del Tempio Crematorio. Decisione non facile, ma dovuta nell'assoluto interesse degli Spinesi. Purtroppo, non potendo verificare la precisa volontà di tutti i cittadini, non posso che revocare la decisione già assunta. Per queste ragioni, porterò nel prossimo Consiglio comunale una proposta di deliberazione diretta alla revoca dell'istanza di manifestazione d'interesse per la realizzazione e la gestione di un tempo crematorio a Spino. Care cittadine e cittadini non Vi nascondo, per naturale sincerità d'animo, la mia profonda amarezza per l'intera vicenda. Ritenevo e ritengo tuttora che si trattasse di una possibile opera ed iniziativa pienamente rispondente alle attuali esigenze della collettività spinese e dell'intero comprensorio cremasco. Vi sono state delle opposizioni, talune anche strumentali ed ingiustificatamente aggressive. A fronte di ciò, ho ritenuto assolutamente necessario che si esprimesse la cittadinanza intera e non solo una parte, perché la democrazia è, in primo luogo, ascoltare tutti, nessuno escluso, per poi prendere le necessarie decisioni. Questo, purtroppo, non è possibile per le ragioni che ho esposto, per cui, proprio nel rispetto della democrazia, occorre agire responsabilmente".