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Falchi e Colombo

Il "caso streaming", il giallo dell'intervento, la Lega che attacca il Pd.

Falchi e Colombo
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Assume pieghe sempre più paradossali la polemica divampata martedì sera in Consiglio comunale, dopo le (infelici) parole della consigliera di Fratelli d'Italia Silvia Colombo, nel dibattito sulla proposta del Pd di concedere alle consigliere in gravidanza, o neomamme, di partecipare alle sedute in streaming. Mentre il caso continua a fare il giro delle testate e dei salotti televisivi nazionali, a Treviglio oggi (giorno del Miracolo) il "caso del giorno" sta scombinando parecchio le carte all'interno di tutti e tre i partiti della maggioranza di centrodestra. La Lega provinciale ha infatti pesantemente attaccato il Pd, mentre il sindaco Juri Imeri aveva cautamente preso le distanze dalle parole della consigliera. Forza Italia, i cui esponenti trevigliesi in Consiglio avevano condiviso l'argomentazione di Colombo, ha poi diramato una nota del gruppo Forza Italia Bassa bergamasca, in cui il partito "censura" in modo estremamente netto sia la propria consigliera che la segretaria cittadina. Esattamente come Fratelli d'Italia, partito della stessa Colombo. Facciamo quindi un paio di passi indietro e cerchiamo di mettere un po' di ordine, per quel che si può.

Silvia Colombo (FdI)

Riassunto delle puntate precedenti

Martedì sera, Consiglio comunale. La minoranza del Partito democratico, per voce della capogruppo Matilde Tura, ha proposto una modifica al regolamento del Consiglio comunale per permettere alle consigliere comunali in stato di gravidanza di partecipare alle sedute "da remoto". La stessa proposta era già stata avanzata dal Pd in diverse altre sedi, con alterni risultati. Il Consiglio delle donne di Treviglio aveva approvato il sostegno alla mozione, mentre in precedenza era già stata bocciata dallo stesso Consiglio comunale. Allo stesso modo, la mozione di Tura non era stata discussa nella "conferenza dei capigruppo", una sorta di organismo informale che prepara i lavori del Consiglio comunale e permette un primo confronto tra i vari gruppi consiliari.

Motivando, come capogruppo di Fratelli d'Italia Treviglio, il no alla proposta del Pd, Silvia Colombo aveva spiegato come a sua detta una consigliera che non riesce ad adempiere in presenza al suo ruolo, al posto di chiedere soluzioni di "ripiego" come la partecipazione in streaming, dovrebbe semplicemente dimettersi. Idem in caso di grave malattia. Parole che hanno scatenato reazioni in tutta Italia: la questione è arrivata persino in Parlamento, mentre svariati gruppi consiliari del Partito democratico in tutta Italia hanno annunciato che proporranno nei rispettivi Comuni mozioni uguali a quella bocciata dal Consiglio trevigliese. Tra questi, anche la città di Bergamo. Un clamoroso, e inatteso, effetto boomerang per la stessa proposta dei dem.

Le parole di Colombo e la "vulgata" sulla stampa nazionale

Innumerevoli gli interventi a livello nazionale contro l'infelice accostamento. Volendo essere precisi, però, è anche da notare come le (comunque discutibili e gravi) parole della consigliera siano state anche ampiamente stiracchiate da diversi titoli di giornali. Questo il video dell'intervento della consigliera, in cui argomenta come a suo dire le dimissioni sarebbero un gesto "di rispetto" verso i colleghi in caso di impossibilità a partecipare in presenza, per maternità o per malattia. Non ha quindi, effettivamente, sostenuto che tutte le consigliere incinte dovrebbero dimettersi dal proprio ruolo, come invece lasciano intendere svariati titoli di giornali nazionali.

"Scaricata" dal suo stesso partito, si dimette dopo le scuse

Lei, nel frattempo, letteralmente travolta dal can can mediatico, ha reagito in modo piuttosto scomposto. Mercoledì sera si è scusata per le proprie parole, spiegando di essere stata fraintesa. Poche ore più tardi, scaricata anche dal suo stesso partito per voce sia della responsabile del dipartimento "Valori non negoziabili" di FdI Morgante che dal segretario provinciale Andrea Tremaglia, ha annunciato che lascerà il partito e si dimetterà dal Consiglio comunale di Treviglio. Emblematico anche il silenzio della sezione trevigliese del partito: nessun commento, né in sua difesa né per prendere le distanze dai concetti espressi da Colombo. Che non a caso, dimettendosi, se l'è presa anche con i suoi stessi ex compagni di partito, accusandoli di aver gestito la crisi con troppa "leggerezza".

La sventurata rispose?

Fin qui la cronaca dei giorni scorsi, ma almeno a livello locale è indispensabile mettere - di nuovo - qualche puntino sulle "i". Colombo è stata eletta in Consiglio comunale per FdI quattro anni fa, nel 2021, con una cinquantina di preferenze. Quello di martedì sera era del resto il suo primo e unico intervento in Consiglio comunale dall'elezione, e il testo da lei letto - con tutta probabilità, secondo molti osservatori della politica trevigliese - non era come si suol dire "frutto del suo sacco", o almeno non del tutto. Chi abbia contribuito alla stesura del suo intervento, che Colombo in aula ha letto da un foglio di carta, difficile dirlo con certezza. Ed è oggi in città uno dei "casi nel caso" su cui si discute in modo convulso.

L'ipotesi più probabile, in ogni caso, è che il "passaggio" che accosta maternità e dimissioni sia "passato inosservato" dalle strette maglie della comunicazione istituzionale della maggioranza di centrodestra, o che il suo effetto "deflagrante" sia stato sottovalutato: certamente da Colombo, ma probabilmente anche da chi nella maggioranza l'aveva inizialmente condiviso e che le aveva affidato la replica in Aula.

Due Forze Italia, due Leghe, due Fratelli d'Italia

Di certo le reazioni interne alla maggioranza di Treviglio sono state perlomeno complicate. In effetti martedì sera, in Aula, nessun esponente della maggioranza ha preso le distanze dal concetto "incriminato" pubblicamente, ma pur con qualche fatica hanno cercato di fare quadrato. Poi però, scoppiato il caso, sia Fratelli d'Italia, che Forza Italia che (in parte, ma in senso opposto) la Lega, in città, si sono comportate in modo del tutto opposto rispetto a quanto i rispettivi partiti hanno poi fatto a livello sovra-locale.

Fratelli d'Italia

Naturale che il primo partito a prendere posizione sia stato quello della stessa Colombo, Fratelli d'Italia, come detto. In una nota pubblicata nella serata di mercoledì, il partito a livello sia nazionale che provinciale ha preso nettamente le distanze dalla sua capogruppo trevigliese. "No comment" dai colonnelli trevigliesi Valentina Tugnoli e dal presidente del Consiglio Andrea Cologno, coordinatore cittadino del partito appena riconfermato dal congresso.

Forza Italia

Stesso (doppio) registro in casa degli azzurri. A Treviglio, la capogruppo di Forza Italia Antonella Mansueto avevano votato contro il sostegno alla proposta di Tura già prima della seduta di martedì, durante un'assise del Consiglio delle donne. E anche l’attuale coordinatrice di FI Treviglio Chiara Viglietti, in un post su Facebook, aveva preso le difese di Silvia Colombo, mercoledì notte.
Proprio  giovedì, è invece stato diramato un comunicato di Forza Italia Bassa Bergamasca, a firma di Miriam Nembrini, in cui invece si prendono le distanze dalle frasi pronunciate dalla ormai ex consigliera di FdI e della stessa Viglietti. «E’ un messaggio profondamente sbagliato - si legge nella nota degli azzurri - Il Consiglio comunale, se avesse approvato la mozione, avrebbe offerto un mezzo utile, anzi fondamentale, per permettere ai consiglieri di svolgere il proprio ruolo senza dover rinunciare agli impegni familiari o professionali. Naturalmente, l'uso di questa modalità deve essere regolato da criteri chiari e motivi seri, ma esempi concreti esistono già, come ad esempio nel Consiglio Comunale di Caravaggio».
Nembrini ha poi preso le distanze da da quanto scritto da Chiara Viglietti, «poiché non riflette la nostra visione e il nostro impegno nel sostenere la famiglia e la maternità come pilastri della società».

Nota a margine: in effetti, a Caravaggio il regolamento del Consiglio comunale prevede già lo streaming per le consigliere in gravidanza o in maternità dal 2022, e in quel caso la modifica al regolamento comunale fu votato all'unanimità anche dalla minoranza di centrodestra.

La Lega

Anche in casa Lega le linee sono due, ma stavolta in senso contrario. Come Mansueto, anche la leghista Elisabeth Gatti aveva votato contro la proposta di Tura in Consiglio delle donne. Al contrario, il sindaco Juri Imeri, leghista, quando il caso è scoppiato ha cercato di correggere il tiro, pur con qualche cautela, in una dichiarazione a SkyTg24. "Io non posso condividere l'associazione maternità o malattia uguale dimissioni. E non la condivide nemmeno la mia Giunta. Ma la discussione era più ampia" aveva detto. Per contro, il segretario provinciale della Lega ha preso decisamente le difese della stessa consigliera.

La reazione della Lega che ora difende Colombo

È in questo contesto piuttosto convulso e frammentato che nel primo pomeriggio di ieri è infatti arrivato - decisamente inatteso - un caustico affondo a firma dello stesso segretario provinciale Fabrizio Sala. Che la prende molto larga, per difendere Colombo dopo le sue dimissioni da FdI, accusando il Pd di difendere l'uso del burqa, di tacere sulle borseggiatrici in gravidanza, e sui minorenni obbligati a chiedere l'elemosina.

"Il Pd si riempie la bocca con iniziative come quella portata in sede di Consiglio comunale a Treviglio e poi accetta che le donne islamiche siano costrette a portare il burqa, tace sulle borseggiatrici che sfruttano la gravidanza e quindi i feti, per non finire in galera, non fa nulla contro i minori obbligati a chiedere la carità, acconsentono ai matrimoni delle spose bambine. Si tutela così la donna? Così si garantiscono i diritti?" ha scritto Sala.

Tura: "Accuse deliranti, Sala si prenda una camomilla"

Secca la replica della capogruppo dem a Treviglio: "Accuse deliranti - continua Tura - Vorrei tranquillizzarlo: sono un medico, mi specializzerò in Pediatria, penso di dimostrare con la quotidianità del mio lavoro e con un impegno in prima persona che mi sta a cuore la salute e il benessere dei più piccoli. Anche quella di Sala, però. Per questo gli consiglio una bella camomilla che lo aiuti a conciliare la riflessione sul perché, visto che il PD gli fa così ribrezzo, ci sta governando insieme la Provincia di Bergamo da ben 4 anni col suo partito che sostiene un presidente del PD, rinnovando e mantenendo l’accordo anche lui stesso, dopo aver vinto il congresso che lo ha incoronato segretario provinciale della Lega urlando ai militanti leghisti “mai col PD!”.

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