Editoriale

Caraviglio zoppica, ed è un grosso problema

Perché Bolandrini e Imeri litigano sulla Statale 11? Certo non per il bazar (che è il benvenuto)

Caraviglio zoppica, ed è un grosso problema
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La vita propone poche certezze, una delle quali è che tra vicini di casa, prima o poi, capiterà una bega di cortile. Treviglio e Caravaggio non fanno eccezione, salvo che stavolta il litigio sul "bazar cinese" dell’ex concessionaria "Quadri" rischia di nascondere cosa c’è davvero, dietro agli sgarri incrociati che si registrano in queste settimane tra Juri Imeri e Claudio Bolandrini.

Riassumiamo: a Caravaggio capita che un imprenditore chieda di poter insediare un grande bazar cinese nell’ex showroom Fiat appena chiuso, a pochi metri dal confine con Treviglio. Sulla carta, e non solo, è un’occasione d’oro per evitare che una struttura decisamente appetibile, nel cuore dello snodo viabilistico più importante della Bassa, resti vuota troppo a lungo. Certo, c’è il problema del traffico: una concessionaria ne genera molto meno di un grande bazar. E così, a Treviglio, dopo che proprio in questi giorni si sta aprendo il mega cantiere della rotatoria "SuperOtto", a poche centinaia di metri di distanza, a tecnici e amministratori comunali si rizzano le antenne.

Devono essersi chiesti più o meno questo: ma come? Treviglio, per consentire l'apertura della nuova Esselunga, ha (necessariamente) richiesto all'investitore un costosissimo investimento viabilistico da 1,7 milioni circa. Perché a Caravaggio - dove oggi il traffico della Padana si arena, ogni sera, alla rotonda di Brebemi - tutto tace sul fronte del potenziamento della SS11, e anzi si autorizza una nuova attività senza battere ciglio? Il sindaco Imeri decide quindi di far pesare la sua voce: il Comune di Treviglio, interpellato come richiesto dalla legge per esprimere un parere sul progetto dei vicini di casa, sceglie di rispondere che, da par suo, quel bazar non s’ha da fare. Di più: affida il parere ad una apposita delibera della Giunta comunale, non agli uffici: all’organo esecutivo e politico del Comune, e non alla "macchina" burocratica.

Insomma: un segnale preciso, che peraltro Imeri non avrebbe nemmeno annunciato al collega Bolandrini "per le vie brevi", come invece la cortesia istituzionale avrebbe richiesto. Un segnale politico preciso. E non per "fermare il bazar": persino la Lega di Caravaggio concorda che sia una buona idea quella di autorizzarlo, e comunque non ci sarebbero motivi né politici né tecnici per fermare un’iniziativa imprenditoriale che non mangerebbe un solo metro di nuovo suolo. Ma per sollecitare i caravaggini, almeno stavolta, a preoccuparsi del traffico che per la ex SS11 sta diventando davvero un problema enorme, al netto degli studi tecnici e delle soglie considerate "governabili" o meno.

Se, infatti, dopo aver autorizzato Esselunga, Treviglio si è perlomeno inventata il "SuperOtto", il tratto caravaggino della Statale è tal quale a com’era cinque anni fa, prima della grande espansione della zona commerciale dell’Iperal e prima dell’intasamento della rotonda di Brebemi. La controffensiva non si è fatta attendere: Bolandrini commissiona uno studio per sostenere che la strada esistente reggerà il colpo, e ripaga con la stessa moneta. In barba al parere negativo di Treviglio, lo Sportello unico di Caravaggio autorizza il bazar. E deve aver pensato più o meno questo: ma come? A Treviglio non bastano due mani per contare i supermercati: possibile che per un bazar oltreconfine sollevino problemi di traffico?

Nessuna chiamata, nessun chiarimento, nessun "telefono rosso". Telefono che invece, ora più che mai, servirebbe davvero: forse è vero che il traffico sulla Statale 11 reggerà anche questo colpo. Ma è ora che sul problema della viabilità (e magari anche sulla programmazione urbanistica dello sviluppo della Bassa occidentale) Caraviglio batta un colpo. Il problema c’è, un sistema di trasporto pubblico locale sostanzialmente non esiste da anni, e le due città sono ormai un unico conglomerato urbano. Alzate il telefono.

Davide D’Adda

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