"Anticipare le aperture al 18 maggio o molte attività non riapriranno più"
E' la richiesta contenuta in un'interrogazione urgente depositata oggi da "Cambiamo!" e indirizzata al premier Conte e al ministro della Salute Speranza.
Anticipare la riapertura di alcune attività al 18 maggio per cercare di contenere un danno economico già incalcolabile. E' la richiesta contenuta in un'interrogazione urgente depositata oggi da "Cambiamo!" e indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro della Salute Roberto Speranza. Nel documento, firmato da Stefano Benigni, Manuela Gagliardi, Claudio Pedrazzini, Alessandro Sorte e Giorgio Silli, si chiede con forza l'anticipo al 18 maggio delle aperture annunciate per il prossimo 1 giugno.
"Una chiusura di tre mesi non è sostenibile"
"Molte attività dei servizi alla persona, come parrucchieri, barbieri e centri estetici, rischiano di non riaprire più con un danno economico incalcolabile - hanno spiegato - Una chiusura di tre mesi in non è sostenibile. Le cifre previste da Confartigianato lo dimostrano: oltre 1.100 milioni di euro persi e 49.000 occupati a rischio. Facendo sempre massima attenzione ai dati dei contagi, e con le doverose precauzioni a tutela della salute, è necessario consentire a queste attività di riaprire.
Peraltro non si ha notizia di misure di sostegno economico specificamente dirette alle attività inerenti ai servizi alla persona per cui persisterà la sospensione. Questo significa abbandonare a loro stessi imprenditori e lavoratori".
Le misure annunciate dal premier Conte hanno preoccupato commercianti e ristoratori che in queste ore stanno manifestando il proprio dissenso e la preoccupazione per la sopravvivenza delle proprie attività. In alcuni comuni, come Spirano, Urgnano e Romano, questa sera sono previste manifestazioni in piazza per chiedere riaperture più veloci.
Leggi l'intervista completa sul Giornale di Treviglio in edicola venerdì 1 maggio.