Siccità, acqua razionata nella Bergamasca: mai successo in 70 anni
Il presidente Gatti lancia un appello alla Regione: "Serve una deroga al deflusso minimo vitale"
Non era mai successo in settant'anni, ma il cambiamento climatico e questa folle primavera senza pioggia alla fine hanno costretto a misure estreme: a causa dell'estrema siccità, il Consorzio di bonifica della Media pianura bergamasca dovrà razionare l'acqua per l'uso irriguo.
"Mai in quasi 70 anni di storia il Consorzio ha dovuto prendere decisioni così drastiche sul razionamento di acqua ad uso irriguo" spiega in una nota il presidente Franco Gatti.
La crisi nera del Serio
Il bacino idrico più in secca è quello del fiume Serio, tanto che non sarà possibile mantenere contemporaneamente aperte tutte le derivazioni che, partendo dalla zona di Albino, portano l'acqua in pianura. La metà, a rotazione, saranno chiuse per otto giorni ciascuna. Solo così si potrà "rendere accettabile il volume d’acqua distribuito ai campi". Insomma: per garantire l'irrigazione minima dei campi, occorrerà tagliare l'acqua, a turno, a quattro ampie zone di pianura, sperando che la situazione migliori nelle prossime settimane e che, contemporaneamente, le colture reggano il colpo.
"Si comincerà con la roggia Serio e la roggia Borgogna che verranno “salvate” grazie all’acqua sottesa alla roggia Morlana. Successivamente terminato questo turno di irrigazione (8 giorni e mezzo) toccherà alla roggia Serio il sacrificio per lasciare competenza alla roggia Borgogna e alla roggia Morlana. Da ultimo sarà il turno della roggia Borgogna di calare le portate a favore della roggia Morlana e Serio" continua Gatti.
In sostanza, da oggi martedì 24 maggio, e per 3 turni consecutivi, si alterneranno le rogge Serio, Morlana e Borgogna secondo il seguente schema:
- dalle ore 6:00 del 24.05.22 alle ore 00:00 del 02.06.2022: Serio e Borgogna aperte – Morlana Chiusa
- dalle ore 00:00 del 02.06.2022 alle 18:00 del 10.06.2022: Morlana e Borgogna aperte – Serio chiusa
- dalle ore 18 del 10.06.2022 alle ore 12 del 19.06.2022: Serio e Morlana aperte – Borgogna chiusa
I paesi coinvolti
Gli effetti riguarderanno tutta la Media pianura a nord della roggia Brambilla e del canale di Gronda Sud. La roggia Morlana e le sue derivazioni (in arancione il suo bacino idrico) come il torrente Morla bagnano nella bassa i Comuni di Verdello, Verdellino, Arcene, Spirano, Pognano, Comun Nuovo, Stezzano e Lurano, oltre a parte di Urgnano. La roggia Serio (in giallo) arriva a Zanica, Dalmine e Osio. La Borgogna (in azzurro) l'intera Media pianura a est del Serio tra Seriate, Brusaporto, Bagnatica, Calcinate, Mornico, Ma anche Martinengo, fino al confine con Cividate.
Senza contare, per ciascuna di queste, le innumerevoli piccole e grandi derivazioni, i fossi e le piccole rogge che scendono fino alla Bassa costituiscono il reticolo idrico minore: spesso un patrimonio di biodiversità, minacciato oltre che dall'inquinamento, ora anche dalla cronica mancanza di acqua.
E si preleva dalla falda
Non solo razionamento. Per affrontare l'emergenza, "tutti gli attingimenti da falda integrativi verranno attivati fin da subito, in anticipo mediamente di circa due mesi rispetto all’ordinario", prosegue Gatti. Tutto ciò, almeno finché la portata del fiume Serio non salirà fino a rendere possibile almeno l’irrigazione al 50 per cento di tutte e tre le citate rogge.
"Serve una deroga al deflusso minimo vitale"
Una soluzione parziale potrebbe arrivare da una deroga al deflusso minimo vitale, il "minimo" di acqua che dev'essere garantito per ragioni ecologiche in tutte le rogge. Un provvedimento di estrema emergenza, che potrebbe varare Regione Lombardia. "Per mercoledì 25 è già fissato un incontro in Regione in cui in Consorzio di Bergamo avanzerà richiesta in tal senso" conclude Gatti. Ma le conseguenze ecologiche di un provvedimento del genere, per quanto temporaneo e motivato da esigenze agricole improrogabili, sarebbe probabilmente pesante. Nei giorni scorsi, il Consigliere regionale Giovanni Malanchini aveva messo sul tavolo anche la proposta di "aprire le dighe" in montagna, liberando così le poche riserve idriche attualmente utilizzate per l'alimentazione delle centrali idroelettriche nelle valli.
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