Economia

La "Casadio" annuncia la chiusura dello stabilimento

Ci sono 46 lavoratori a rischio trasferimento in altri siti produttivi, proclamato un pacchetto di scioperi

La "Casadio" annuncia la chiusura dello stabilimento
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La "Casadio", storica azienda specializzata nella produzione di macchine per caffè espresso professionali e macinadosatori di alta qualità appartenente al "Gruppo Cimbali", chiude lo stabilimento di Ghisalba.

"Casadio" annuncia la chiusura

La ditta di via Provinciale, che occupa 34 unità, più 12 somministrati, ha informato la RSU e le organizzazioni sindacali Fim Cisl Bergamo e Fiom Cgil Bergamo della volontà di chiudere il sito produttivo di Ghisalba e di trasferire il personale nelle altre unità produttive del gruppo entro la fine dell’anno 2025. Unità produttive localizzate a Cappella Cantone (Cremona), a Binasco (Milano), in Veneto, Svizzera e Francia. Una notizia accolta come una doccia fredda dai lavoratori e dalle lavoratrici che, seppur a conoscenza delle difficoltà del settore e del calo produttivo del Gruppo, mai avrebbero immaginato la chiusura dello stabilimento attivo da oltre 20 anni.

I sindacati proclamano scioperi

Le organizzazioni sindacali fin da subito hanno manifestato all’azienda la propria ferma contrarietà in merito alla decisione comunicata ed è stato da subito richiesto un aggiornamento ai primi di settembre, dopo la chiusura collettiva, sottolineando l’importanza di riconsiderare la chiusura dello stabilimento e ribilanciare i carichi lavorativi presso tutti i siti del Gruppo per assicurare la continuità lavorativa di tutti i dipendenti nella sede di Ghisalba. Dopo le assemblee con le lavoratrici e i lavoratori è stato pertanto proclamato la stato di agitazione e un pacchetto di scioperi di complessive otto ore: due ore a fine turno nelle giornate del 30 e del 31 luglio e quattro ore nella giornata del primo agosto.

"E’ fondamentale che l’azienda riconsideri la propria decisione e che la 'Casadio' resti in vita - afferma Alessio Pastore della Fim Cisl Bergamo - Spero che a settembre ci sia un dietrofront rispetto a quanto deciso oggi. Per le lavoratrici e i lavoratori è stato un brutto colpo apprendere della decisione alla vigilia della chiusura collettiva. Avviare i trasferimenti nelle altre unità produttive potrebbe significare per molte famiglie un disagio non indifferente oltre che l’ennesimo impoverimento del territorio bergamasco che sta assistendo negli ultimi anni al disinvestimento di molte aziende".

"Nell'incontro di ieri, in cui avremmo dovuto parlare di tutt'altro, l'azienda ci ha comunicato l'intenzione di spostare tutta la produzione entro fine anno  in altre sedi del 'Gruppo Cimbali' tra cui Binasco e Cappella Cantone - aggiunge Marzia Giannuzzi della Fiom Cgil Bergamo - Riteniamo necessario far cambiare idea all'azienda rivedendo il piano industriale e le prospettive dei 34 dipendenti della 'Casadio' in modo da garantire la continuazione dell'attività aziendale e la salvaguardia occupazionale. Nel frattempo abbiamo proclamato un pacchetto di otto ore di sciopero articolate in tre giorni prima della chiusura collettiva".