"La chiesa dove la pittura è un film"
Vittorio Sgarbi torna a parlare del complesso nel volume di prossima uscita "San Bernardino a Caravaggio. La bellezza ritrovata"
Il celebre critico e storico dell'arte Vittorio Sgarbi torna a parlare della chiesa di san Bernardino, dove è stato in più di un’occasione, e lo fa sulla nota rivista Panorama, presentando un nuovo libro.
Vittorio Sgarbi e il nuovo volume sulla chiesa di san Bernardino
Nel volume di prossima uscita "San Bernardino a Caravaggio. La bellezza ritrovata" edito da "La nave di Teseo", saranno presenti anche i saggi di Francesco Tadino e di GianMaria Labaa, che ne indagano l’impianto architettonico e la decorazione pittorica degli interni, illuminata dagli affreschi di Fermo Stella. Sgarbi descrive con particolare trasporto l’opera dell’artista caravaggino.
"È di fatto il fulcro artistico della chiesa - ha scritto nella presentazione sul settimanale - Il tramezzo di Stella è un’invenzione formidabile che trasforma la pittura in cinema. Su una parete, come su schermo cinematografico, è proiettata la Passione di Cristo. Sempre nel comparto centrale del tramezzo, Stella raffigura una grande scena d’insieme: è il popolo che si accalca ai piedi delle tre croci in un tripudio di colore, avvolto in abiti di foggia cinquecentesca. I volti, ancorché lambiti dall’orrore della crocifissione, sono rubizzi, vitali, uomini e donne che avremmo incontrato in un mercato dell’epoca, rubati al loro tempo come in un fotogramma. La conferma dello sguardo sulla realtà di Stella è nell’uomo armato di una lunga pertica che tormenta Gesù in croce con la spugna imbevuta d’aceto. Osservandone il volto, notiamo la deformazione del gozzo, in forma tripartita, che richiama una patologia un tempo diffusa nelle campagne e nelle valli bergamasche, dovuta alla carenza di iodio nell’alimentazione. È un tratto che ritroviamo nella celebre maschera locale, il personaggio di Gioppino, scaltro e sfacciato, che trova forse proprio qui i suoi prodromi".
Il saggio di Labaa e la ricerca di Piovesan
Tra le altre cose Sgarbi si sofferma sul saggio di Labaa, che "approfondisce in modo circostanziato i confronti con i maestri lombardi che hanno affrontato il soggetto della Passione".
"Degli affreschi, poi, la ricerca di Maria Teresa Piovesan offre la minuziosa descrizione del diario di cantiere lungo sette anni di restauri - ha aggiunto - riserva una particolare attenzione al palinsesto dei precedenti interventi e racconta attraverso utili confronti i diversi stadi della pulitura, individuando le differenti 'giornate' di lavoro e i pentimenti riscontrabili nelle opere".
Il vulcanico storico dell’arte conclude così:
"Nel complesso di san Bernardino a Caravaggio si ammira una lingua pittorica potente e originale del Rinascimento lombardo. E questo luogo di pace capace di rimanere aperto al dialogo con l’arte dei secoli successivi, grazie all’entusiasmo di nuovi mecenati, oggi è finalmente restituito alla sua storia gloriosa".