Cultura

E se oggi fosse la giornata della lingua lombarda?

Il 17 gennaio potrebbe diventare la Giornata regionale della lingua lombarda. La proposta di Giovanni Malanchini (Lega): "Fém mia mör la nòstra lèngua"

E se oggi fosse la giornata della lingua lombarda?
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È la lingua, mutevole e affascinante, con cui per secoli hanno pensato e parlato generazioni di lombardi. Ognuno con le proprie varianti, con la propria cadenza e con un vocabolario quotidiano fatto di concretezze ma anche di mirabili astrazioni, che l'italiano talvolta non sa rendere in una sola parola. Parliamo del dialetto, o meglio della lingua lombarda: un patrimonio in via d'estinzione che oggi una proposta del consigliere regionale Giovanni Malanchini, ex sindaco di Spirano (Bg) propone di salvaguardare (anche) tramite l'istituzione di una vera e propria Giornata della lingua lombarda.

Elezioni regionali Lombardia Lega Nord candidato Giovanni Malanchini
Giovanni Malanchini

La morte annunciata della lingua lombarda

“C’è il forte rischio che nel giro di qualche anno la lingua lombarda, vero patrimonio culturale e identitario della Lombardia, possa sparire per sempre - commenta l'ex primo cittadino, da sempre "sulla breccia" in fatto di tutela del bergamasco - Un grido d’allarme anche denunciato da diverse realtà e associazioni territoriali, nonché dall’UNESCO. Proprio per questi motivi come Lega abbiamo preparato un progetto di legge in Consiglio regionale per aumentare le iniziative a tutela della lingua lombarda e delle sue varietà locali”.

La proposta della Lega

Fra le proposte inserite nel documento del Carroccio c'è prima di tutto l’istituzione della Giornata regionale della lingua lombarda per il 17 gennaio, coincidente con la Giornata nazionale dei dialetti e delle lingue locali promossa dall’Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia e della tradizionale festa di Sant’Antonio.

A questo si aggiungerebbe un premio destinato ai lombardi "che maggiormente si sono distinti in opere di ricerca, valorizzazione, promozione e diffusione della lingua lombarda". C'è poi un sostegno alla toponomastica con apposita segnaletica stradale, turistica, culturale e di promozione territoriale con indicazioni in lingua lombarda: un'iniziativa, questa, che proprio da Spirano e da altri Comuni della Bassa bergamasca partì ormai una ventina di anni fa.

Di più: il Comune di Malanchini si distinse addirittura per aver introdotto la lingua bergamasca come opzione tra quelle che gli utenti del centralino telefonico comunale potevano scegliere, chiamando il Municipio.
La Regione punta infine alla compilazione di un registro regionale "che riconosca le associazioni impegnate nella tutela e nella valorizzazione della lingua lombarda e delle sue varietà locali”.

“Da sindaco ho lavorato molto sulla tutela della lingua lombarda con azioni che sono state apprezzate dalla cittadinanza: la segreteria telefonica in bergamasco, la carta intestata bilingue, la segnaletica stradale, i corsi per i cittadini, fino all'organizzazione del Festival della nuova musica lombarda, il più grande evento musicale mai organizzato coi più rappresentativi musicisti lombardi - continua Malanchini - Avanti quindi nella difesa della nostra lingua, la Lega e Regione Lombardia metteranno in campo tutte le azioni possibili, a ogni livello, per riuscire a salvare una lingua parlata da secoli e tramandata di generazione in generazione nelle case, nelle corti e nelle cascine. Per questo ci appelliamo ai lombardi dicendo: fém mia mör la nòstra lèngua”.

Il podcast del Giornale di Treviglio

Proprio in materia di lingua lombarda, anzi della variante trevigliese del Bergamasco, il Giornale di Treviglio aveva dedicato alcuni mesi fa una lunga puntata del podcast "Il Generale senza spada". Intervistammo il professor Erminio Gennaro, poeta,  studioso di italianistica all'Ateneo delle scienze e delle arti di Bergamo e grande esperto di dialetto locale. Ve la riproponiamo qui. E voi, lo sapevate cos'è la maciaelica? Clicca su play per ascoltare la puntata.

 

 

In alto: una foto del set de L'Albero degli zoccoli, capolavoro del regista Ermanno Olmi, girato interamente in dialetto bergamasco. Vinse la Palma d'Oro a Cannes

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