Udienza del processo per il femminicidio di Yana Malaiko: scontro tra medici legali
Al Tribunale di Mantova prosegue il processo per l’omicidio della giovane donna ucraina che ha vissuto a Romano.
Al Tribunale di Mantova prosegue il processo per l’omicidio di Yana Maliko della giovane donna ucraina che ha vissuto a Romano.
L’omicidio
Oggi, lunedì 30 settembre 2024, si è tenuta la nuova udienza del processo per il brutale femminicidio di Yana Malaiko, la giovane ucraina uccisa dall'ex fidanzato Dumitru Stratan il 20 gennaio 2023. Stratan, dopo aver commesso il delitto, ha occultato il cadavere della ragazza all'interno di una valigia trolley, gettandola come spazzatura tra i rovi lungo una strada di campagna al confine tra Castiglione delle Stiviere e Lonato del Garda.
L’udienza
L'udienza odierna ha visto come momento cruciale il confronto tra i due medici legali coinvolti nel caso: la dottoressa Giovanna Del Balzo, che ha eseguito l'autopsia sul corpo di Yana, e la dottoressa Dalila Ranaletta, consulente di parte della difesa di Stratan. Durante la scorsa udienza, la Ranaletta, pur non avendo mai visto né il corpo di Yana né la scena del crimine, aveva messo in dubbio gli accertamenti e le conclusioni della Del Balzo, sollevando polemiche sulla validità dell'analisi autoptica. L'udienza di oggi, che dovrebbe essere la penultima prima della conclusione del processo, ha lo scopo di fare chiarezza sulle circostanze della morte di Yana, in vista di una vicina sentenza. A tal fine, sono state richiamate alcune figure tecniche dalla corte per contribuire a definire i punti ancora irrisolti.
La famiglia di Yana
In aula, accanto al padre della vittima, Oleksandr Malaiko, sono presenti il presidente dell'Associazione Y.A.N.A. You Are Not Alone ODV, insieme a una rappresentanza di associati e volontari. L'associazione, che prende il nome proprio da Yana, è l'unica a sostenere emotivamente Oleksandr in questo lungo e doloroso percorso.
“Con grande umiltà e straordinaria forza d'animo, il padre di Yana ha seguito ogni fase del processo, attendendo con dignità il momento in cui sarà emessa la sentenza contro chi ha spezzato per sempre la vita di sua figlia. - ha detto il presidente dell’associazione Francesco Porrello -Un elemento inquietante di questo processo è la quasi totale assenza di attenzione mediatica. Fin dall'inizio delle udienze, il presidente della corte ha dichiarato che il caso non fosse "di interesse sociale", e da allora, pochi o nessun giornalista di testate nazionali o locali ha mai presenziato in aula. Un’assenza che pesa non solo per la famiglia di Yana, ma anche per tutti coloro che lottano ogni giorno contro la violenza di genere. Mentre ci si avvicina alla conclusione di questo interminabile processo, la speranza è che venga fatta giustizia per Yana e per tutti coloro che hanno perso la voce in una spirale di violenza, dimenticati dalla società”.
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