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Ragazzo si tuffa nell'Oglio e annega

Si tuffa nell'Oglio e muore annegato a Calcio

Ragazzo si tuffa nell'Oglio e annega
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Si apre con una tragedia sul fiume Oglio, la stagione dell'estate sui fiumi nella Bassa bergamasca. Nel primo pomeriggio di oggi, venerdì 2 giugno, un giovane uomo è morto annegato dopo essersi tuffato nelle acque dell'Oglio in località Cascina Roncaglia, a Calcio. La vittima è un ragazzo poco più che ventenne di origine maghrebina, ma ancora non è nota la sua identità.

 

Si tuffa nell'Oglio e muore annegato

Stando a quanto emerso, l'uomo si trovava sulla riva insieme ad alcuni amici quando attorno alle 15.30 ha deciso di fare un bagno. Gli amici, non vedendolo più tornare a riva, si sono allarmati e hanno allertato i soccorsi. I pompieri hanno quindi perlustrato la zona: la salma si trovava poco distante, ed è stata recuperata con il gommone. Sul posto anche il 118 e i carabinieri, ma per la vittima non c'era più nulla da fare.

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Il divieto di balneazione

Tragedie come quella di oggi non sono, purtroppo, isolate: ogni anno sono in troppi a perdere la vita nell'Adda o nell'Oglio, per aver deciso di fare un bagno. Il divieto di balneazione è infatti generalizzato, e per un valido motivo: tuffarsi in acqua è pericoloso non soltanto per la forte corrente, ma anche per la temperatura dell'acqua, che può causare congestioni e malori.

Le attività di prevenzione messe in atto dai Sommozzatori non sono poche, molti Comuni hanno fatto negli anni installare decine di cartelli di divieto di balneazione, scritti in diverse lingue. Ma non basta. C'è poi un altro particolare che non può non saltare all'occhio quando si parla di annegamenti. Gli incidenti più gravi, e quelli mortali, riguardano per la stragrande maggioranza delle volte bagnanti stranieri, che spesso vivono lontano dal fiume o che sono in Italia da poco tempo, e questo probabilmente proprio perché a "proteggere" i bagnanti della zona c'è (anche) una fortissima memoria storica legata alle tragedie che si sono verificate negli anni. Padri, madri, nonni ci hanno ripetuto allo sfinimento, da bambini, che un tuffo nell'Adda, o in un laghetto di cava, può essere letale. Specialmente in zone non attrezzate alla balneazione o in cui questa è addirittura vietata, come lungo i fiumi. Mentre per chi vi si avvicina per la prima volta, complice il caldo, la tentazione di infrangere i divieti sopravvalutando le proprie capacità fisiche è più forte. E allora, basta un minuto.

Nel 2021 era stato diffuso anche un decalogo su come comportarsi se si decide di trascorrere un pomeriggio estivo "in sicurezza" sul fiume: eccolo.

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