Arcene

Presidio del M5S davanti al Comune per dire "no" all’Innovation Hub

Ravanelli difende la scelta e rilancia: "Pretenderò che chi si candiderà esprima una posizione chiara su cosa intenderà fare se verrà eletto"

Presidio del M5S davanti al Comune per dire "no" all’Innovation Hub
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Il Movimento 5 Stelle attacca l’Amministrazione Ravanelli e guida la protesta cittadina contro il progetto del data center.

Protesta contro il data center ad Arcene

Dopo aver incontrato il parere contrario non solo dei sindaci di Ciserano e Pontirolo Caterina Vitali e Gigliola Breviario, ma anche dei circoli Legambiente Serio e Oglio e Legambiente Terre del Gerundo e degli stessi consiglieri di maggioranza Lidia Tozzi e Fabio Ghidotti, che hanno fatto mancare il proprio voto a favore del nuovo Piano di Governo del Territorio, l’Innovation hub proposto dalla "Vitali SpA" che dovrebbe sorgere nel PLIS della Gera d’Adda, nell’area a ovest della stazione ferroviaria arcenese, ha fatto indignare pure gli attivisti del gruppo politico nazionale, che mercoledì della scorsa settimana hanno allestito un presidio di protesta in piazza San Michele.

Sit-in del Movimento 5 Stelle

Riuniti proprio di fronte al Comune, gli organizzatori hanno deciso di gridare a gran voce il proprio "no" alla realizzazione del data center perché stanchi di assistere inermi al consumo di suolo pubblico e alla conseguente riduzione di spazi verdi e incontaminati dalla mano dell’uomo.

"In seguito all’osservazione relativa al data center che un cittadino di Arcene, iscritto al Movimento 5 Stelle, ha presentato al Comune lo scorso 20 novembre, noi attivisti del M5S abbiamo deciso di darci da fare affinché su questo territorio non si compia un ennesimo scempio nei confronti dell’ambiente – ha riferito il portavoce Giuseppe Rinaldi, delegato sindacale Fp CGIL – Dopo la pianificazione della costruzione della fantomatica autostrada Treviglio-Bergamo, il progetto del data center avrà un grande impatto ambientale andando a distruggere oltre 180mila metri quadrati di terreno agricolo e a noi non sta bene. Esistono aree dismesse nelle vicinanze, perché non utilizzare quelle? Già lo scorso novembre abbiamo organizzato un gazebo in paese, al quale hanno aderito tanti cittadini che ci hanno espresso le loro preoccupazioni e, al contempo, ci hanno chiesto di far sentire la loro voce di disappunto. Per questo, abbiamo scelto di allestire il presidio sotto un unico grido, ovvero 'lasciamo alle future generazioni più verde e meno cemento'”.

Ravanelli si difende: "Finanziamo le opere"

Immediata è stata la replica del sindaco Roberto Ravanelli, che è sceso in piazza per fronteggiare la protesta e avere un confronto con gli attivisti. A loro, il primo cittadino ha spiegato ancora una volta i vantaggi che potrebbero derivare dalla costruzione dell’Innovation hub, attraverso la distribuzione di un vecchio notiziario fatto recapitare a tutti gli arcenesi lo scorso giugno.

"Questa infrastruttura – si legge nel documento – non permetterà in futuro di installare in loco una cava di inerti e non presenterà l’impatto tipico né di una logistica con il conseguente traffico di veicoli pesanti in ingresso e in uscita, né di un centro commerciale con la necessità di ampi parcheggi e traffico veicolare intenso. Il data center è una struttura a sé stante, potrebbe essere ubicata anche nel deserto del Sahara perché i collegamenti sono effettuati in fibre ottiche, salvo il fatto che per funzionare ha bisogno di notevole potenza elettrica, garantita nel nostro caso dalla presenza della sottostazione elettrica adiacente. Sarà una struttura moderna circondata da alberature per mitigare l’impatto visivo. Il Comune ne trarrà benefici economici che consentiranno di realizzare alcune opere che il bilancio ordinario non permette, come la costruzione della ciclabile verso Pontirolo, l’acquisizione dell’ex oratorio femminile per la trasformazione in un centro diurno da affidare a una fondazione, la ristrutturazione della sala polivalente per la quale non ci sono stati concessi i finanziamenti del PNRR, il completamento del recupero di piazza della Civiltà Contadina nel fabbricato denominato “Casa del custode”, e altri progetti che saranno definiti nel prossimo mandato amministrativo".

"Chi si candiderà dovrà chiarire le sue intenzioni"

A tal proposito, Ravanelli è apparso consapevole delle tempistiche ormai ristrette e della probabilità che il sì o il no definitivo al data center spetterà non alla sua Amministrazione, bensì a quella che vincerà le elezioni 2024.

"Pretenderò che chi si candiderà esprima una posizione chiara su cosa intenderà fare se verrà eletto – ha riferito il sindaco alla stampa – Voglio vedere chi dirà di no a quattro milioni di euro di opere pubbliche che il gruppo Vitali si è impegnato a corrispondere al Comune a procedimento autorizzativo completato. Io continuo a spingere affinché si proceda, ma essere a fine mandato non aiuta. Sembra che tutti stiano aspettando questo termine per tornare a parlare di data center con chi verrà dopo di me, ma io vorrei almeno arrivare all’approvazione del protocollo d’intesa".

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