Polmoniti sospette tra novembre e gennaio, ma l'Ats Bergamo smentisce
L'Azienda tutela della salute replica alle segnalazioni con i risultati delle analisi preliminari del Servizio Epidemiologico Aziendale sui ricoveri.
Centodieci casi di polmoniti sospette all'ospedale di Alzano, già tra novembre e gennaio. Un campanello d'allarme che avrebbe dovuto mettere in allerta un sistema che ha reagito in ritardo rispetto all'emergenza sanitaria. Una ricostruzione che, però, Ats Bergamo ha smentito portando sul tavolo i dati dello studio epidemiologico.
Un nemico invisibile
Il sospetto era già emerso quando il dottor Pietro Poidomani, da 35 anni medico di base di Cividate al Piano, aveva dichiarato che a gennaio, nel paese della Bassa, erano morte 33 persone nel giro di un mese, a fronte di massimo 50 in un anno intero, con un numero atipico di broncopolmoniti e polmoniti interstiziali già da fine dicembre. Una tendenza diffusa nell’intera provincia, insomma, come certificato da un vero boom di radiografie al torace, prescritte con una frequenza inusitata. Ora l’inchiesta della Procura di Bergamo sul caso della mancata zona rossa ad Alzano fornisce elementi in più: fa pensare che l’area fosse già focolaio a dicembre 2019, senza che nessuno sapesse neppure il nome di quel nemico invisibile, il Covid-19, che purtroppo poi abbiamo conosciuto fino troppo bene. Proprio l’ospedale Pesenti-Fenaroli di Alzano, infatti, alla fine dello scorso anno aveva 40 persone ricoverate per virus non riconosciuti. Solo dopo due mesi si è riuscito a capire di cosa si trattasse.
Polmoniti sospette già da novembre
Il pool di magistrati guidati dalla pm Maria Cristina Rota ha raccolto una lunga messe di dati e testimonianze. Gli inquirenti si sono concentrati su tutte quelle polmoniti sospette che nell’ospedale di Alzano, come da referti forniti dall’Ats, sono state diagnosticate tra novembre 2019 e gennaio 2020. Almeno 110, pare. Le circolari del ministero avevano dato però indicazioni contraddittorie sulla necessità o meno di fare tamponi.
Farmaci esauriti prima di marzo
Come riportano i colleghi di Prima Bergamo interessante anche quanto riferito dai farmacisti dell’area seriana. A partire da dicembre fino a fine febbraio ci sarebbe una massiccia uscita di farmaci prescritti dai medici per polmoniti anomale (anche per bambini). A tal punto che a fine febbraio le farmacie non ne avevano più. Farmaci che poi sono diventati noti come parte del protocollo per la cura del Coronavirus.
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Ats Bergamo smentisce
Ats Bergamo risponde ai dubbi avanzati dalle indiscrezioni – legate all’inchiesta della Procura sulla mancata zona rossa in Val Seriana – emerse martedì 30 giugno sulla presenza di 110 casi di polmoniti sospette tra novembre e gennaio all’ospedale di Alzano.
Lo fa dopo delle analisi preliminari del Servizio Epidemiologico Aziendale di Ats Bergamo sui ricoveri. "Gli esiti del lavoro, in sintesi – si legge in un comunicato dell’azienda -, consentono di affermare con discreta ragionevolezza come non siano riscontrabili evidenze statistiche tali da produrre il sospetto di una presenza precoce di ricoveri per polmoniti da SARS COV-2 nella provincia di Bergamo nei mesi di dicembre 2019 e nel bimestre gennaio e febbraio 2020". Stessa cosa per l’ospedale di Alzano, che "mostra un trend coerente con la valutazione provinciale ora descritta".
Innalzamento da marzo
L’innalzamento fuori scala delle polmoniti è invece evidente nei mesi di marzo e aprile 2020 (rispettivamente 3954 e 3154 ricoveri). La media mensile dei ricoveri nei mesi precedenti, a partire dall’1 gennaio del 2017, è pari a 320. Queste valutazioni "saranno seguite da ulteriori approfondimenti su prescrizioni ambulatoriali, accessi specifici in pronto soccorso e utilizzo di farmaci specifici per la gestione delle eventuali complicanze batteriche di polmoniti virali".