Papa Giovanni XXIII, via al vaccino (con qualche guaio per prenotare)
E' partita anche al Papa Giovanni XXIII la campagna vaccinale contro il Covid-19. Lunedì vaccino per 150 operatori tra medici, infermieri, operatori sanitari, amministrativi e tecnici.
E' partita anche a Bergamo la campagna vaccinale contro il Covid-19. Ad essere vaccinati, lunedì, sono stati 150 operatori del Papa Giovanni XXIII, tra medici, infermieri, operatori sanitari, amministrativi e tecnici. A questi si aggiungono le 50 vaccinazioni già effettuate in forma simbolica il 27 dicembre, in occasione della giornata europea del V-Day. Si tratta anche per Bergamo del vaccino della Pfizer/Biotech. Le dosi del vaccino sono conservate al Papa Giovanni, in due speciali celle frigorifere che garantiscono la temperatura necessaria pari a -75°.
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La prima fase per cinquemila operatori
"La prima fase riguarda i circa 5.000 gli operatori del Papa Giovanni, compresi coloro che afferiscono alla rete territoriale e al polo ospedaliero di San Giovanni Bianco, i medici di medicina generale, oltre che i medici di continuità assistenziale, i pediatri e il personale volontario per il soccorso in ambulanza. Un totale di 8.392 persone che saranno nel complesso vaccinate in questa prima fase. Una prima tranche delle fiale con i vaccini è già arrivata nei giorni scorsi e ha permesso di avviare la campagna con anticipo rispetto alle previsioni iniziali. Il programma prevede, a regime, l’esecuzione di 230 vaccini al giorno, dal lunedì al sabato. Le giornate di sabato saranno riservate alla vaccinazione dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e dei volontari in servizio per AREU sulle ambulanze" spiega l'ospedale in una nota.
Poi Rsa e case di cura
"Sempre l'ospedale si occuperà dei vaccini per le Rsa e per le Case di cura, sia per i dipendenti che per gli ospiti, e per gli ospedali privati accreditiati con il Servizio sanitario nazionale. Le modalità operative saranno in questo caso diverse. L’Ospedale provvederà alla distribuzione dei vaccini ed alla formazione del personale individuato dalle RSA per la somministrazione. Nei prossimi giorni le dosi verranno consegnate alle strutture sanitarie in frigoriferi portatili nella forma decongelata, per essere custodite a una temperatura dai 2 a gli 8 gradi e somministrate entro 5 giorni dal personale delle stesse case di riposo e strutture sanitarie".
“Ringrazio di cuore tutti gli operatori dell’ospedale e per la competenza, la generosità e lo sforzo immane messo in campo in questi mesi e per testimoniare oggi l’importanza dell’adesione al vaccino offerto, su base volontaria, ai soggetti asintomatici. Vorrei invitare tutta la popolazione a dare fiducia alla Medicina e a considerare il vaccino come lo strumento che ci consentirà di far ripartire la vita” sottolinea il direttore generale, Maria Beatrice Stasi.
Qualche polemica sulle prenotazioni
Non è però filato proprio tutto liscio, almeno stando a quanto scrive un dipendente dell'Asst Papa Giovanni XXIII a PrimaBergamo.it. Il nodo è stato la modalità delle prenotazioni per i sanitari (che non sono pochi, circa ottomila in totale). Per prenotare, spiega il medico, era a disposizione una linea telefonica con soli due operatori disponibili. "Avrebbero potuto organizzare il tutto in ordine alfabetico o per reparti. Invece no: hanno preferito istituire un numero fisso, pare con soli due operatori attivi". E c'è chi ci ha provato addirittura novanta volte".
"Ok non essere organizzati e puntuali come gli svizzeri, ma la questione vaccini a Bergamo può essere ribattezzata “ufficio complicazioni affari semplici”. L’ospedale Papa Giovanni XXIII, fulcro e protagonista della lotta alla pandemia da Covid, conta più di 3500 dipendenti tra operatori, medici e tutte le professioni sanitarie che lavorano all’interno di una siffatta macchina ospedaliera. A rigor di logica, per rendere fruibile in modo celere l’agognato vaccino, i piani alti del HPG 23 e di Regione Lombardia avrebbero potuto organizzare il tutto in ordine alfabetico o per reparti. Semplice no? E invece no: hanno preferito istituire un numero fisso, pare con soli due operatori attivi, che tutto il personale deve chiamare obbligatoriamente per prenotarsi, dall’infermiere al primario senza distinzione di gradi, livelli o categorie. I dipendenti sono stati avvisati settimana scorsa tramite mail che il numero sarebbe stato attivato proprio oggi (ieri, ndr), il 5 gennaio. È quasi scontato dire il delirio che un modus operandi di questo tipo ha scatenato e c’è chi ha provato a prendere la linea per più di 45 volte dal fisso e altrettante dal proprio cellulare. Oltre il danno la beffa: fino a oggi scampati al virus, nulla possiamo contro l’elefante burocrazia, immortale e invincibile come sempre in Italia".