Ospedale di Treviglio

Ospedale di Treviglio, parla il primario di Rianimazione: "Spero di non dover decidere a breve chi intubare e chi no"

Il dottor Massimo Borelli, è intervenuto ospite di Lucia Annunziata su Rai 3 per parlare del Covid 19.

Ospedale di Treviglio, parla il primario di Rianimazione: "Spero di non dover decidere a breve chi intubare e chi no"
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Ospedale di Treviglio, parla il primario di Rianimazione Massimo Borelli: "Spero di non dover decidere a breve chi intubare e chi no". Nel suo intervento a Mezz'ora in più di Lucia Annunziata, oggi pomeriggio domenica 15 marzo il Primario di Rianimazione dell'ospedale di Treviglio ha raccontato la situazione dell'Asst Bergamo Ovest e di come a Treviglio si stia facendo fronte all'emergenza sanitaria di Covid-19.

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Treviglio, da 6 a 30 posti in Rianimazione

Rispondendo alle domande di Lucia Annunziata, Borelli ha spiegato come il reparto di rianimazione dell'ospedale di Treviglio, che generalmente dispone di 6 posti letto, sia ora approntato per 14 terapie intensive e 16 sub-intensive.

"Di solito trattiamo 20/25 situazioni all'anno di insufficienze respiratorie gravi. Ora, nel giro di una settimana sono arrivati 30 pazienti, significa avere 50 volte il carico normale di lavoro. Siamo in servizio in 17 dovendo fare turni da cinque per volta, non è facile. E' una situazione molto pesante, che, non avendo fatto la guerra, speravo di non dover vivere".

Non solo anziani: venerdì un ragazzo del '77

I pazienti che hanno bisogno della terapia intensiva non sono solo anziani. Come spiegato dal primario di rianimazione, infatti, ci sono anche casi di giovani.

Giusto venerdì abbiamo ricoverato un ragazzo di 43 anni, con i soliti sintomi ormai noti. Abbiamo dovuto intubarlo subito, perché le sue condizioni erano gravi. Vediamo questi pazienti arrivare in ospedale quando han già grossi problemi respiratori. Iniziamo con un approccio con ossigeno, e quando non basta più utilizziamo i caschi di respirazione e si va avanti il più possibile, finché non si deve ricorrere all'intubazione. A volte non ci si arriva neanche perché le condizioni peggiorano molto rapidamente, e quando non c'è più nulla da fare si instaura il meccanismo di sedazione palliativa per accompagnare il paziente verso un passaggio più dolce possibile incontro al suo destino. Quando capiamo che un paziente non ce la fa più chiamiamo i familiari, perché possano assisterlo fino al momento del commiato, con le dovute precauzioni a prevenire la contaminazione.

"Non vorrei mai dover scegliere chi curare"

Finora all'ospedale di Treviglio dei pazienti messi in rianimazione ne sono stati dimessi due, e altrettanti non ce l'hanno fatta.

Quelli in rianimazione sono critici, la permanenza media è di 14/15 giorni - ha spiegato sempre Borelli - Bisogna fare ragionamenti tra i pazienti, ma fino ad ora non mi son mai trovato in situazione tale da superare i limiti per la rianimazione. Chiaramente si valuta sempre di intubare pazienti che abbiano possibilità di sopravvivere e siamo riusciti ad intubare tutti coloro che ne avevano bisogno, ma non escludo che se la situazione dovesse peggiorare ci si trovi costretti a scegliere tra i pazienti, spero che ciò non debba accadere.

Il plauso di Fontana a Treviglio

Intervenuto pochi secondi dopo Borelli, il governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana ne ha applaudito l'umanità.

Sono molto preoccupato per la situazione - ha esordito Fontana - Ma quando vedo medici come Borelli ne rilevo un'umanita eccellente, vedo persone che stanno dando l'anima per salvare altre persone e si stanno impegnando oltre misura. Quando tutto questo sarà finito, bisognerà dire loro grazie per il resto dei nostri giorni.

Massimo Borelli in collegamento con Lucia Annunziata

 

Un messaggio per chi lotta per salvarci la vita

E come comunità e territorio dobbiamo e vogliamo far sentire la nostra vicinanza e stima a tutti gli operatori sanitari, che lavorano senza sosta per salvarci la vita. Così nasce l’idea del nostro giornale di raccontare le storie di questi eroi e pubblicare foto, video, disegni, messaggi e pensieri per ringraziarli e sostenerli. Lo avete già fatto con gli striscioni appesi alle casefuori dagli ospedali, i messaggi d’affetto sulle confezioni di dolci in dono agli ospedali, con i tantissimi arcobaleni dei bambini. Allora continuate, continuiamo a far sentire la nostra vicinanza, anche da lontano.

 

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Il Giornale di Treviglio, RomanoWeek e CremascoWeek hanno raccolto e raccontato decine di testimonianze di affetto e vicinanza agli eroi di questi giorni: medici e infermieri, che da settimane stanno lavorando a turni insostenibili per salvare vite a chi ne ha bisogno. Da ieri, venerdì 13 marzo, è per questo  aperta l'iniziativa "Medici e infermieri, eroi veri":  un appello del circuito Netweek a tutti i nostri lettori, per dare una voce sola a questo  immenso "Grazie" collettivo. Partecipare è gratuito, basta un minuto. Basta spedire una foto, un messaggio, un video su WhatsApp, al numero 334 2899132  Per ulteriori informazioni CLICCA QUI.

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Foto di repertorio: alcuni operatori della Rianimazione di Treviglio, due anni fa.

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