Romano

Omicidio Yana, chiuse le indagini preliminari sull’ex fidanzato

Dopo sei mesi di indagini preliminari, si intravede ora il processo per omicidio di Yana Malaiko la 22enne uccisa a Castiglione delle Stiviere ma cresciuta a Romano.

Omicidio Yana, chiuse le indagini preliminari sull’ex fidanzato
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Dopo sei mesi di indagini preliminari, si intravede ora il processo per omicidio di Yana Malaiko la 22enne uccisa a Castiglione delle Stiviere ma cresciuta a Romano.

Conclusioni d’indagini

Dopo sei mesi di indagini preliminari, si intravede ora il processo per l' omicidio di Yana Malaiko la 22enne uccisa a Castiglione delle Stiviere ma cresciuta a Romano. Lunedì il Pubblico Ministero Lucia Lombardo ha infatti notificato a Dumitru Stratan, reo confesso, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e la contestuale informazione di garanzia, contestando il reato di omicidio della ventitreenne ucraina mediante percosse e soffocamento violento, con le aggravanti della premeditazione e di aver commesso l’omicidio della persona con cui aveva avuto una relazione affettiva, oltre al reato di occultamento di cadavere al fine di assicurarsi l’impunità. Dumitru Stratan ha 20 giorni di tempo, tramite i suoi avvocati, per presentare memorie difensive, produrre documenti, investigazioni difensive, chiedere altri atti di indagine, rilasciare dichiarazioni o farsi sottoporre ad interrogatorio. Al termine di questo periodo il pm potrà procedere al rinvio a giudizio davanti al Giudice delle Indagini Preliminari e dopo far poi fissare la data di inizio del processo vero e proprio in udienza pubblica davanti alla Corte d’Assise di Mantova.

La famiglia

“Finalmente dopo sei mesi di indagini preliminari, si intravede ora il processo per omicidio Avevamo iniziato tutti insieme con 10 lunghi giorni di ricerca della povera Yana scomparsa nel nulla. - ha detto l’avvocato Lino Murtas che rappresenta la famiglia Malaiko - Girando in tutti gli anfratti con grande aiuto dei cittadini di Castiglione delle Stiviere, la grande apprensione del Papà, della Mamma e dei Nonni di Romano di Lombardia. Fino al suo drammatico ritrovamento al confine tra Castiglione D. S. stessa e Lonato del Garda “buttato come fosse spazzatura” in una discarica di tagli di siepi, constatando che dopo essere stata percossa con cattiveria perché voleva rifarsi una vita da donna libera, era stata inserita forzatamente in un trolley sigillato poi con del cellophane, trascinata a balzi per le scale e buttata appunto in quella discarica.Un ritrovamento che aveva “gelato” le speranze che fosse ancora viva. Una storia senza umanità nei luoghi dove invece oltre 160 anni fa proprio l’umanità dei cittadini locali durante una atroce seconda guerra d’indipendenza aveva permesso la nascita della Croce Rossa Internazionale”.

La richiesta di Giustizia

“Ora lá in fondo intravediamo finalmente il processo davanti alla Corte d’Assise, con il Papà Oleksandr e la Mamma Tatiana che non piangono più ma solo perché hanno terminato tutte le lacrime. - prosegue Murtas - Non cerchiamo certo vendetta al processo, ma soltanto una “Giustizia Giusta”, facendo riconoscere la “Premeditazione” anche dalle minacce di morte e dagli appostamenti nei giorni precedenti, cosa che apre le porte all’ergastolo, senza i perdonismi diffusi e le giustificazioni ad ogni crimine che purtroppo stanno diventando consuetudine in questa guerra dove ogni tre giorni una povera donna viene assassinata da chi invece avrebbe dovuta amarla per l’eternità”.

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