Omicidio di Dalmine: arrestato Francesco Colleoni, "ha ucciso di botte suo padre"
Secondo i carabinieri gli ha spaccato la testa contro una pietra in cortile dopo l'ennesimo litigio sulla riapertura del ristorante.
E’ stato arrestato nella mattinata di oggi, 3 gennaio, Francesco Colleoni, accusato dell’omicidio del padre Franco, 68 anni, ristoratore di Dalmine e già segretario provinciale della Lega. Uno sviluppo clamoroso e inaspettato delle indagini cominciate ieri, subito dopo l'omicidio consumatosi nel cortile de "Il Carroccio" di Dalmine.
Secondo i carabinieri è stato proprio il figlio, 34 anni, cuoco del locale, a colpire più volte il padre alla testa dopo l’ennesimo diverbio per la riapertura del loro ristorante.
La testa schiacciata su una pietra in cortile
Padre e figlio, questa la ricostruzione, avrebbero avuto una colluttazione nel corso della quale il figlio ha percosso violentemente il padre facendolo cadere a terra e facendogli sbattere più volte la testa su una pietra del cortile. “Il presunto movente è nei cattivi rapporti familiari e in quelli legati alla gestione del ristorante di famiglia” spiega l’Arma in una nota.
Parziali ammissioni: “Non ricordo nulla”
Nel corso della notte Francesco Colleoni ha ammesso ai militari del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Treviglio la colluttazione con il padre, ma di non ricordare nulla dell’evento. Il pm Fabrizio Gaverini lo ha interrogato assistito dal legale di fiducia. Ora Francesco Colleoni si trova in arresto ed è stato portato in carcere a Bergamo.
Nessuna rapina finita male
Già da ieri sera era abbastanza chiaro agli inquirenti che la pista di una rapina finita male non reggeva: le indagini sono state quindi portate avanti fin dall'inizio senza escludere alcuna pista, anche quella familiare.
Un ristoratore con alle spalle una lunga carriera politica
Il ristorante di Colleoni si chiama "Al Carroccio" e non a caso. Una lunga militanza leghista ha contraddistinto infatti la vita politica di Colleoni, che è stato segretario provinciale della Lega dal 1999 al 2004 e consigliere provinciale, oltre che assessore provinciale nella Giunta del presidente Giovanni Cappelluzzo (in carica tra il 1995 e il 1999).