Maier Cromoplastica, trattative aperte ma l'azienda resta sorda. E la Cgil critica Confindustria
Ultimi giorni di speranza, ma sono già partite le prime lettere di licenziamento.
La situazione per gli 82 dipendenti della Maier Cromoplastica di Verdellino resta molto critica. Seppur siano ancora aperte le interlocuzioni con Regione Lombardia e con l'azienda che la scorsa settimana aveva avanzato l'interesse all'acquisizione, per il momento la multinazionale basca sembra restare sorda a ogni tentativo di contatto. E mentre arrivano le prime di lettere di licenziamento la Cgil non risparmia nemmeno Confindustria.
Maier Cromoplastica, l'ultima speranza
C'è molta apprensione tra i lavoratori della Maier Cromoplastica, la storica azienda metalmeccanica di Verdellino, che lo scorso luglio aveva annunciato l’intenzione di cessare l’attività. In questi giorni, infatti, stanno iniziando ad arrivare le prime lettere di licenziamento che i dipendenti erano stati invitati a ritirare già giovedì scorso al termine dell'assemblea sindacale. Un brutto presagio nonostante resti ancora a tutti gli effetti aperta la trattativa per l'acquisizione che la settimana scorsa si era arenata davanti alle richieste eccessive della multinazionale basca.
“Ci risulta sia ancora attiva l'interlocuzione fra la Regione e la IMR Industries che ha presentato una manifestazione d'interesse per Maier, e dunque nutriamo ancora un filo di speranza per una conclusione diversa della vicenda - ha confermatoVittorio Tornaghi della FIOM-CGIL di Bergamo - Certo, quello che è chiaro è l'atteggiamento intransigente della società basca, che resta sorda a ogni proposta che tenti di salvare i posti di lavoro”.
Inviate le prime lettere di licenziamento
Sin dall’inizio della vertenza il sindacato ha condannato le modalità di chiusura scelte dalla multinazionale basca a cui Maier fa capo per l’opposizione ferma al ricorso a un periodo di Cassa integrazione straordinaria. E ora le lettere.
“Come FIOM-CGIL ci siamo già attivati per agevolare al massimo la presentazione delle domande di Naspi - ha proseguito Tornaghi - per non fare perdere ulteriori soldi e occasioni lavorative ai lavoratori, che sarebbero ancora legati all'azienda se solo si fosse attivata la Cassa integrazione straordinaria, come richiesto dalle parti sociali e dalle istituzioni”.
Cgil contro Confindustria Bergamo
Ma la Cgil non risparmia nessuno e nei confronti di Confindustria Bergamo è arrivato uno sfogo durissimo.
“In questi giorni abbiamo anche appreso dalla stampa locale la notizia dell'apertura di un tavolo per la ricollocazione dei dipendenti Maier, che ovviamente non ci trova contrari - ha sottolineato Tornaghi - Ci sorprende molto, però, il protagonismo di Confindustria Bergamo che fino ad ora aveva rinunciato a svolgere un qualche ruolo di rilievo per provare a salvaguardare l'occupazione in un’azienda storica del territorio bergamasco, non trovando neppure il tempo di partecipare ai tavoli di trattativa e agli incontri svolti. Oggi, sulla stampa, si propone come soggetto chiave per la ricollocazione dei lavoratori senza, a nostro giudizio, aver provato fino ad ora a tutelarne davvero gli interessi”.