Il caso

L’orco era l’allenatore di basket: arrestato per pedopornografia, una vittima nella Bassa

Si fingeva una ragazzina per adescare sui social network giovani adolescenti, convincendoli a spedirgli immagini intime

L’orco era l’allenatore di basket: arrestato per pedopornografia, una vittima nella Bassa

Si fingeva una ragazzina per adescare sui social network giovani adolescenti, convincendoli a spedirgli immagini intime. In realtà era un uomo di 29 anni, peraltro allenatore di basket bresciano. Tra le vittime c’è anche un ragazzino residente nella Bassa bergamasca.

Le vittime: ragazzini di 13-17 anni

Le vittime, tutti adolescenti tra i 13 e i 17 anni, sono residenti in vari Comuni della provincia di Brescia, Bergamo e Milano. Credevano di parlare con una loro coetanea, mentre dietro allo schermo c’era lui. “Mi manderesti una tua foto? Resta tra noi due…” scriveva l’uomo, che ora si trova in stato di arresto, dopo un’indagine dei carabinieri della compagnia di Chiari e un’ordinanza del Gip di Brescia che lo ha portato ai domiciliari. A scoperchiare il caso è stato una delle vittime, che di fronte a quelle strane richieste ha deciso di parlare dell’accaduto ai genitori. Il giovane ha quindi proseguito la conversazione con la sedicente ragazza accanto alla madre, fino a capire che dietro l’immagine profilo della giovane che gli scriveva, dietro le conversazioni spinte e le insistenti richieste, si celava invece il suo allenatore di basket.

Da qui la segnalazione e l’avvio delle indagini, a partire dagli accertamenti sull’utenza telefonica risultata in uso al 29enne, riporta PrimaBrescia. Sui dispositivi gli inquirenti hanno trovato le chat intraprese con gli adolescenti (almeno 16, intraprese nel corso del 2024), oltre a foto, video e altro materiale pedopornografico che l’uomo, residente nella bassa Val Camonica ma impegnato nelle palestre della città e della Bassa bresciana. Il profilo che utilizzava era peraltro “reale”, rubato a una ragazza a cui aveva hackerato l’account.

Si cercano altre vittime

Gli inquirenti invitano chiunque abbia ricevuto messaggi sospetti o ritenga di essere stato contattato con modalità simili a rivolgersi tempestivamente alle forze dell’ordine per tutelare eventuali altri minori coinvolti.