Legambiente contro il progetto del Data Center: "Gravi implicazioni ambientali e agricole"
Non si placano le polemiche attorno al progetto dell'Innovation hub
Il progetto dell'Innovation hub, il data center che dovrebbe sorgere ad Arcene, continua a far discutere. Dopo la contrarietà manifestata dal vicino Comune di Ciserano e dopo la spaccatura nella maggioranza del sindaco Roberto Ravanelli anche Legambiente si scaglia contro l'intervento che - per gli ambientalisti - avrebbe conseguenze disastrose sul microclima e sull'agricoltura.
Legambiente contro il progetto del Data Center
A riaccendere i riflettori sulla questione sono il Circolo Legambiente Serio e Oglio e il Circolo Legambiente Terre del Gerundo che in una nota hanno manifestato dubbi e contrarietà sul progetto che prevede lo stralcio di 150mila metri quadrati dal Plis.
"La realizzazione di questo data center comporterebbe la perdita irreversibile di ettari di terreno agricolo - hanno sottolineato - Questo non solo ridurrebbe la produzione di alimenti locali, ma avrebbe anche un impatto negativo sulla sovranità alimentare della nostra regione. In un'epoca in cui la sicurezza alimentare è una priorità, è essenziale proteggere e valorizzare le risorse agricole".
Impatto ambientale e alternative sostenibili
Non solo. A preoccupare gli ambientisti è anche l'impatto che il data center avrebbe sul territorio.
"La costruzione del data center introdurrebbe significativi impatti ambientali, tra cui la creazione di isole di calore locali - hanno puntualizzato - Questi centri, con il loro elevato consumo energetico e la produzione di calore, possono alterare l'equilibrio termico dell'area circostante, con possibili ripercussioni sul microclima locale e sulla fauna e flora circostanti".
"È importante sottolineare che esistono numerosi insediamenti già realizzati e successivamente abbandonati che potrebbero essere riutilizzati o ristrutturati per ospitare il nuovo data center - hanno aggiunto - Questa sarebbe una soluzione sostenibile e responsabile, che eviterebbe ulteriori consumi di suolo e permetterebbe di dare nuova vita a strutture già esistenti".
E' conflitto di interessi?
Legambiente ha sollevato anche qualche perplessità su un possibile conflitto di interessi.
"È emerso che l'insistenza nell'utilizzare quell'area agricola proviene direttamente dalla parte realizzatrice del data center (Vitali SpA), che risulta essere anche la proprietaria dell'area in questione - hanno spiegato - Questa circostanza solleva ulteriori preoccupazioni riguardo a possibili conflitti di interessi e alla necessità di una valutazione imparziale e trasparente del progetto".
Per tutte queste ragioni Legambiente ha deciso di chiedere alle autorità di "riconsiderare la decisione di procedere con questo progetto, tenendo conto delle gravi implicazioni ambientali, agricole e dei potenziali conflitti di interessi".