L'assicurazione non lo risarcisce dopo la caduta, pensionato fa causa al Comune
Dopo più di un anno di attesa "Generali Spa" ha negato qualsiasi risarcimento all’81enne Giuseppe Marchetti rimasto vittima nel gennaio 2024 di un brutto incidente

Oltre al danno, la beffa. Dopo più di un anno di attesa l’assicurazione "Generali Spa", che tutela il Comune di Urgnano, ha negato qualsiasi risarcimento all’81enne Giuseppe Marchetti rimasto vittima nel gennaio 2024 di un brutto incidente in bicicletta, causato da un tombino sporgente, che gli è costato una frattura scomposta della gamba con una prognosi di sei mesi e una serie di complicazioni che gli hanno - di fatto - tolto l’autonomia. Ma ora annuncia battaglia legale.
"Nostro padre non è più lo stesso"
Un calvario durato mesi e non ancora concluso. Trasportato d’urgenza al Policlinico San Marco di Zingonia, Marchetti, aveva dovuto subire anche diversi interventi in un quadro clinico non semplice data l’età.
"Dopo quel 24 gennaio la sua vita non è più stata la stessa - hanno raccontato le figlie Enrica e Roberta Marchetti - Pur non essendo più giovane era del tutto indipendente ora invece non ha più autonomia, non può guidare e le sue condizioni generali di salute e psicologiche sono nettamente peggiorate. A questo si aggiunge un silenzio inaccettabile da parte del Comune".
Un silenzio che ha spinto Marchetti a rivolgersi al medico legale Raffaele Rossi che, nella sua perizia, ha quantificato il danno biologico subito dal pensionato in poco meno di 40mila euro con un’invalidità permanente del 15%.
"Quella sera l'illuminazione non funzionava"
L’avvocato di Marchetti, Alessandra Vilardo, lo scorso marzo, ha quindi inviato al Comune e a "Generali Spa" la richiesta di stipula di una convenzione di negoziazione assistita nella quale veniva indicato il risarcimento richiesto.
Anche in questo caso, però, l’assicurazione ha risposto picche sostenendo nuovamente la mancanza di prove certe che possano indicare come inevitabile la pericolosità di quel tombino.
"Abbiamo inviato tutto il materiale fotografico dove la situazione è chiarissima - hanno proseguito le figlie - L’impianto di illuminazione pubblica al momento dell’incidente non era funzionante come avevano raccontato, fin da subito, due testimoni che si erano fermati per prestare soccorso al papà. Furono addirittura costretti ad accendere le torce dei loro cellulari per aiutare i soccorritori del 118 e poi il tombino che sporgeva dall’asfalto non era segnalato e non era visibile".
Ora Marchetti fa causa al Comune
L’Amministrazione, dopo l’incidente, aveva prontamente sistemato il tombino, invitando i cittadini a segnalare subito eventuali dissesti, ricordando che nel 2021, 2022, 2023 e 2024 erano già stati investiti 910mila euro per lavori sulle pavimentazioni, asfaltature e abbattimento barriere architettoniche.
"Il fatto che siano intervenuti subito per sistemare quel tratto di marciapiede e il tombino conferma che quella fosse una situazione rischiosa per pedoni e ciclisti - hanno sottolineato le figlie - Papà non era solito percorrere a piedi o in bicicletta quella strada dato che abitualmente si spostava con l’auto in paese, ma quel giorno l’aveva portata dal meccanico e stava giusto rincasando dopo essere passato in officina".
Dopo l’ultimo rigetto la famiglia ha deciso di proseguire facendo causa al Comune per riuscire a vedersi riconosciuto un risarcimento che ritengono dovuto.