La lite per un elettrodomestico, poi il raptus e la coltellata: così è morta Manuela
L'omicidio di via Buttinoni: 15enne accoltella a morte la mamma per una lite domestica. Lo zio: "Mi prenderò cura di lei, nel ricordo di mia sorella".
Un singolo, micidiale fendente alla schiena, dato con una rabbia cieca ma, con tutta probabilità, senza premeditazione. E' morta così, sabato sera, Manuela Guerini. Uccisa dalla figlia 15enne con cui viveva, al culmine di una lite cominciata, a quanto emerso, mentre le due stavano montando un elettrodomestico. Una vicenda che ha scosso ovviamente l'intera città, lasciando increduli chiunque conoscesse Manuela e la sua giovanissima figlia.
Vivevano insieme in una corte del centro
Le due, madre e figlia, vivevano insieme, da sole, in un monolocale al pianterreno di una corte di via Bernardino Buttinoni, un vicolo in pieno centro storico, laterale della centralissima via Sangalli.
Manuela, 43 anni, era un'impiegata nello studio di un commercialista trevigliese in zona Stazione Centrale. Fin dalla nascita della piccola, aveva deciso di crescere la sua piccola da sola, con l'aiuto dei familiari. Le due vivevano un contesto certamente non facile, ma nemmeno particolarmente problematico, stando a quanto emerso. Le liti tra mamma e figlia, riferiscono alcuni vicini, erano sì frequenti e accese, come spesso capita nei rapporti tra genitori e figli adolescenti. Ma nulla di più che questo, fino a sabato sera. Nessuno mai avrebbe immaginato un epilogo così straziante e tragico.
La lite sul montaggio di un elettrodomestico
Sabato sera, dopo una giornata estiva come tante, le due avevano cenato e poi la ragazza aveva cominciato a montare un elettrodomestico recentemente acquistato. Un incarico che le aveva dato la mamma, ma che presto si è rivelato più difficile di quanto il libretto delle istruzioni lasciasse pensare. E' nata così la discussione, proprio su come montare al meglio l'apparecchio. E i toni si sono presto scaldati, fino ad esplodere. Da qui il raptus, improvviso e violento.
Un fendente alla schiena
Con un piccolo coltello da cucina, forse impiegato per le stesse operazioni di montaggio dell'elettrodomestico, la ragazzina ha tirato un fendente alla schiena della madre. Un unico colpo, al quale si è aggiunta una dose micidiale di sfortuna. Il coltello si è infilato tra le costole e ha raggiunto un punto vitale, forse (ma sarà l'autopsia a chiarirlo) il cuore. Fatto sta che nel giro di pochissimo tempo, la donna è spirata davanti agli occhi della sua bambina, disperata. Inutile qualunque tentativo di rianimarla. Nessuno, del vicinato, si è accorto di nulla se non dopo l'arrivo delle forze dell'ordine.
Un fiore e una candela per Manuela
Treviglio Manuela Guerini
La rosa bianca appesa al cancello
Treviglio Manuela Guerini
Un fiore e una candela per Manuela
Treviglio Manuela Guerini
Indaga la Magistratura
Sarà la magistratura a chiarire gli esatti dettagli della dinamica, così come dello sfondo familiare nel quale si è consumata la tragedia. Stando a quanto emerso finora, erano le 21.28 quando è arrivata all'Arma la chiamata dei soccorritori del 118. A chiedere aiuto al numero unico di emergenza è stata la stessa 15enne, dopo essersi resa conto della gravità della ferita riportata dalla mamma.
"Le ho fatto del male" ha detto all'operatore. Sul posto si è dunque precipitata un'ambulanza e poi una pattuglia dei carabinieri dalla stazione di Fara, arrivata sul posto poco dopo i sanitari. Non hanno potuto fare altro, tuttavia, se non constatare il decesso. Per Manuela non c'era più nulla da fare. Dopo i rilievi di rito da parte della squadra specializzata in investigazioni scientifiche di Bergamo, i carabinieri della compagnia di Treviglio hanno apposto i sigilli all'appartamento, che si trova sotto sequestro a disposizione della Procura dei Minori di Brescia.
Portata in una comunità protetta
La ragazzina, studentessa in una scuola superiore cittadina, avrebbe già reso informazioni sommarie sia ai carabinieri intervenuti sul posto, che alla Magistratura. Come sempre in casi che coinvolgono minorenni, è stata portata in un istituto protetto, riservato ai minori, fuori provincia. Una comunità attrezzata, con il personale necessario alla gestione di casi delicati come questo. Sarà la Procura dei Minori a valutare, nei prossimi giorni, anche alla luce dell'esito dell'autopsia, gli elementi trasmessi dalle indagini, e a decidere se e come procedere dal punto di vista giudiziario e cautelare.
Il ricordo di un amico
Intanto, la città è attonita. Al cancello del cortile qualcuno ha appeso una rosa bianca. Qualcun altro, un piccolo fiore rosa in vaso, con una candela bianca e una scritta a penna su un foglio di carta: "Ciao Manù". Chi la conosceva non può credere a quanto accaduto. "Viveva per la sua bambina, la sua bambina l'ha uccisa" racconta incredulo un amico d'infanzia di Manuela, Matteo Bordegari. "Era una ragazza solare, luminosa. Non posso crederci".
Mirko, il fratello della vittima: "Mi prenderò cura di mia nipote"
"Manuela non c'è più ma c’è mia nipote - ha commentato ieri, davanti alle telecamere che da ore stanno presidiando i luoghi della tragedia, il fratello della vittima, Mirko Guerini - Sono l’unico zio e quindi è giusto che mi prenda carico di lei, anche nel ricordo di mia sorella".
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