Antegnate

Inchiesta migranti, i lavoratori delle coop protestano contro il Prefetto

Senza stipendi da cinque mesi, a rischio chiusura e i fondi congelati dalle autorità, le cooperative di padre Antonio protestano davanti alla prefettura.

Inchiesta migranti, i lavoratori delle coop protestano contro il Prefetto
Pubblicato:
Aggiornato:

Senza stipendi da cinque mesi, a rischio chiusura e i fondi congelati dalle autorità, le cooperative di padre Antonio protestano davanti alla prefettura.

La crisi della coop Rinnovamento

Dopo la notizia, pubblicata la settimana scorsa su Romanoweek, della crisi finanziaria si fa sempre più difficile la situazione della Cooperativa Sociale Rinnovamento, la Onlus di Romano di Lombardia che si occupa dell’accoglienza dei migranti: da cinque mesi ormai i suoi 64 lavoratori non ricevono lo stipendio, con il rischio che la situazione vada solo peggiorando. I guai sono iniziati con l’inchiesta giudiziaria a carico del fondatore padre Antonio Zanotti e dei vertici dirigenziali.

L’attività durante i procedimenti penali

Da tre anni infatti, dall'inizio della vicenda giudiziaria, le autorità hanno congelati i beni finanziari delle cooperative, per l’illecito amministrativo nella gestione dei migranti. Le cooperative però hanno continuato ad erogare servizi, soprattutto quelli assistenziali. Prestazioni che richiedono risorse, come il personale e beni materiali per essere garantiti ogni giorno. Nel frattempo, alla fine di giugno 2020, si è insediato uno nuovo Cda e una società esterna si è occupata della rendicontazione del 2019 della cooperativa, per una questione di trasparenza. Tuttavia ciò non è bastato a far tornare i finanziamenti statali alla struttura. Oltre a far saltare gli stipendi, la mancanza di liquidità ha determinato la sospensione della corresponsione del pocket money ai richiedenti asilo.

La protesta

Le difficoltà finanziarie, però, hanno compromesso tutte le attività della Rinnovamento, dunque nessuno dei 64 dipendenti sta ricevendo lo stipendio. E’ stato chiesto che lo Stato eroghi una parte dei 3,2 milioni di euro che costituiscono il credito della struttura, cioè quello che non gli è stato finora dato, in maniera tale almeno da pagare gli stipendi dei lavoratori e coprire parte delle spese ed evitare la chiusura.

"La richiesta, per la verità, è già stata avanzata una settimana fa, martedì 11 maggio, in occasione di un incontro con il Prefetto Enrico Ricci. In quella sede abbiamo chiesto notizie dei fondi almeno per il pagamento degli stipendi – riferiscono Inga Lill Nordli della Fp-Cgil e Alessandro Locatelli di Fisascat-Cisl di Bergamo -. Se almeno un anticipo dei fondi dovuti non arriverà rischia di saltare tutta l’attività della cooperativa. Tra l’altro, sappiamo che anche altre cooperative, che non hanno vissuto alcuna vicenda giudiziaria, faticano ad ottenere i dovuti pagamenti dallo Stato".

Seguici sui nostri canali