In bici sulle strade, una petizione per renderle sicure

Gli incidenti che coinvolgono gli amanti delle due ruote sono in aumento: spesso le vittime sono anche bambini.

In bici sulle strade, una petizione per renderle sicure
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(foto di repertorio, un investimento avvenuto a Covo)

Siamo tutti sulla stessa strada: rendiamola sicura. E' questo l'obiettivo della petizione, lanciata sulla nota piattaforma Change.org, e dedicata al delicato tema della sicurezza stradale dei tanti ciclisti che percorrono le nostre strade.

Sicuri in bicicletta

Accpi, associazione che riunisce tutti i corridori professionisti italiani, che sulle strade svolgono la propria attività lavorativa chiede di supportare la campagna per la tutela della vita di tutti coloro che utilizzano la bicicletta sul territorio italiano. E lo fa nel ricordo di Michele Scarponi, padre di famiglia, ciclista vittorioso di un Giro d'Italia e vittima della violenza stradale, a cui - quest'anno - è andato anche il Calice d'oro "alla memoria" della Ciclistica Trevigliese.

Sempre più incidenti

Negli ultimi anni, in Italia, il numero degli incidenti che causano la morte o lesioni permanenti tra tutti coloro che usano la bicicletta per spostarsi o praticare attività sportiva, è in costante aumento. Bambini, madri, padri che pedalano sulle nostre strade, lo fanno spesso in condizioni di pericolosità a causa dello scarso rispetto che l'insieme di leggi, infrastrutture, conducenti di autoveicoli ha nei loro confronti.

Le biciclette, sulle strade italiane, non vedono riconosciuto il loro diritto di circolare in sicurezza con uno spazio minimo definito che le tuteli durante i sorpassi degli autoveicoli.

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Gli enti proprietari delle strade disattendono una legge italiana (la numero 366 del 1998) che li obbliga "ogni qualvolta si effettui una manutenzione straordinaria della sede stradale, a realizzare un percorso dedicato solo ai velocipedi".

La beffa per le vittime

Le vittime o i parenti delle vittime, non vedono riconosciuti pienamente i loro diritti legali ed etici, come aver diritto a partecipare all'eventuale processo penale a carico del conducente che ha causato l'incidente, ad un giusto indennizzo in caso di danni permanenti e invalidanti, a un sostegno psicologico che si protragga nel tempo per le persone coinvolte tra vittime, parenti e soprattutto bambini.

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La petizione

Per cambiare questa situazione, Accpi con ha avviato una raccolta firme indirizzata al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte in cui si chiede:

  • di definire le sanzioni, all'interno della Legge 366 del 19/10/1998 per gli enti che non provvedono a realizzare percorsi ciclabili nel caso di strade di nuova realizzazione o manutenzioni straordinarie come previsto dall'Art. 10 della stessa
  • di definire una distanza minima di 1,5 metri, per il sorpasso dei velocipedi all'interno dell'art.148 del codice della strada, in sostituzione del termine "distanza adeguata" citato nello stesso
  • di definire misure minime di sostegno psicologico alle vittime e ai loro parenti durante tutto il percorso post trauma; riconoscere tale percorso come patologia con i diritti economici, di lavoro e di tutela che ne conseguono; modificare il codice di procedura penale esistente assicurando ai parenti delle vittime di poter partecipare a pieno titolo al processo penale conseguente; l'adeguamento delle tabelle di indennizzo per le vittime che subiscono danni permanenti, l'istituzione di un percorso di sostegno psicologico e i loro familiari a carico del SSN.

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