Crema

Il volto "umano" del Pronto soccorso al fianco dei pazienti in attesa

L’iniziativa punta anche a prevenire episodi di tensione e aggressività nei confronti del personale sanitario

Il volto "umano" del Pronto soccorso al fianco dei pazienti in attesa
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Il Pronto soccorso dell’ospedale "Maggiore" di Crema mostra il suo volto più mano con l'introduzione di una nuova figura professionale dedicata all’accoglienza dei pazienti e dei loro familiari. Si tratta di un operatore sociosanitario, facilmente riconoscibile grazie a una divisa fucsia, che avrà il compito di orientare i malati, fornire assistenza alberghiera e monitorare i pazienti in attesa. In servizio è stato avviato sabato 15 febbraio 2025.

Un "ponte" tra pazienti e personale

Il progetto, inizialmente sperimentale, durerà tre mesi e coprirà i turni mattutino e pomeridiano, con l'obiettivo di estenderlo al turno notturno entro aprile.

“L’inserimento di questa nuova figura – spiega il responsabile del Pronto Soccorso Giovanni Viganò - ci consentirà di migliorare anche le comunicazioni con i familiari, riducendo il senso di smarrimento e limitando il disagio emotivo legato alla mancanza di informazioni. Pensiamo che questo profilo, qualificato e già inserito nell’organizzazione del pronto soccorso, possa rappresentare un ponte tra i pazienti, le loro richieste e le loro aspettative e le nostre strutture. Un operatore sanitario è in grado di attivare necessarie sinergie con il personale infermieristico e medico, è una sentinella capace di fornire allerta tempestiva in caso di necessità. Potrà integrarsi ed essere un riferimento anche con i volontari che oggi prestano servizio in Pronto soccorso”.

Contro tensioni e aggressioni

L’operatore socio sanitario lavorerà in sinergia con infermieri e medici, fungendo da “sentinella” per eventuali emergenze e collaborando con i volontari già attivi nel Pronto soccorso. Durante l’attesa, spesso carica di tensione e incertezza, ricevere informazioni chiare e precise può fare la differenza. L’iniziativa punta anche a prevenire episodi di tensione e aggressività nei confronti del personale sanitario - purtroppo sempre più all'ordine del giorno - fornendo un punto di riferimento stabile e rassicurante per i pazienti e i loro familiari.

A sottolineare l'importanza di questa nuova figura è anche Annamaria Bona, direttore aziendale delle professioni sanitarie e sociosanitarie.

“In pieno accordo con la direzione strategica, abbiamo deciso di inserire un operatore sanitario, capace di unire alle indispensabili doti relazionali ed umane, anche conoscenze e competenze tecniche riconducibili ai bisogni di base e che consentano, in caso di necessità, di procedere alla rilevazione dei parametri vitali - ha evidenziato - Vogliamo che, anche durante il tempo dell’attesa, i nostri utenti si sentano accolti, compresi e “al sicuro”. Pensiamo che una presenza qualificata costante possa essere un antidoto al timore e alla solitudine, possa rappresentare quel volto umano della cura che non deve mai mancare”.

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